Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA => Riflessioni, esperienze, consigli, itinerari... di Santiago => Topic aperto da: Ruggero - 29 Settembre 2010, 23:24

Titolo: Un sasso sul Cammino...
Inserito da: Ruggero - 29 Settembre 2010, 23:24
29-settembre-2010 
Premessa

Con quello che più sotto andrò ad esporre vorrei smuovere le acque...pellegrine per sviluppare un confronto-dibattito affinché si dia “a Cesare quello ch’è di Cesare e a Dio quel ch’è di Dio”.

Cioè fare in modo che si possa sviluppare un pensiero critico sul modo di concepire il “Camino de Santiago” perchè si abbia chiaro, quando si pensa di percorrerlo, se si va a fare un pellegrinaggio o un trekking. In maniera da comprendere che sono per loro natura due cose diverse e che andrebbero denominate, addirittura, in modo diverso.

Mi auguro di vedere i cerchi di questo sasso, allargarsi in un proficuo scambio d’idee.

Ola peregrini de Santiago!

Era tanto che pensavo di lanciare un sasso nello stagno dei camminatori. Soprattutto verso quei pellegrini (?) che sembrano molto affezionati al Cammino. Cercando di capire le motivazioni per cui viene, da molti appunto, intrapreso ripetutamente e se in questo loro riandare continuo si possano definire ancora pellegrini?. 

Come avrete constatato anche voi, che l’avete percorso, una volta terminato, il Cammino lascia in tutti coloro che l’affrontano, una euforia mista a meraviglia e stupore.
 
A molti, poi, quell' atmosfera mitica si trasforma in una specie di "età dell'oro" tanto da non volersene distaccare quasi più. Infatti cominciano a ripercorrerlo, magari cambiando di volta in volta itinerario. Diventando così, inconsapevolmente, quelli che io definirei come:
“ gli abbonati del Camino de Santiago “.

Probabilmente debbono mettersi così costantemente in cammino perchè hanno molte colpe da farsi perdonare...o molte grazie da chiedere...o molti voti da sciogliere...!?! Forse.
 
Questi, in tempi in cui lo si intraprendeva come una cosa molto seria, erano gli scopi e davano un senso a chi si dichiarava pellegrino. Ancor oggi questi sono la molla delle moltitudini che si recano a Lourdes, a Fatima, a Loreto e in tanti altri Santuari.

E qui che lancio questo sasso come provocazione per capire a cosa serva e a che pro sia finalizzato, oggi,  tutto questo ritornarci ripetutamente. 

Ripercorrerlo più e più volte per quale motivo? Per poter aggiungere, di volta in volta, una nuova tacca sul bordone? Per fregiarsi del titolo onorifico di...Peregrino Maximo? Per laurearsi in Camminologia jacobea comparata? Per acquisire punti e ricevere in premio... un posticino in Paradiso? Per conoscere qual’è, di tutti, il Cammino con più fascino?

Lo scopo del Cammino, mi sembra, non sia quello di dare medaglie, titoli o altro...perchè non è una gara a premi! Questa dovrebbe essere la prima cosa chiara in chi parte e riparte.

Il Cammino è l’epilogo di un percorso interiore personale che culmina nel desiderare di recarsi in un Luogo Santo alla ricerca di risposte alle proprie necessità temporali o spirituali. Affrontandolo in maniera responsabile, per quello che rappresenta, perchè si tratta di andare, per e con Fede. E null’altro.

Considerando che fare un pellegrinaggio per Fede, in una società tiepidamente cristiana, le motivazioni sopradescritte non credo siano più alla sua base, nella gran parte dei casi; alla luce di questo, allora, mi chiedo: chi si mette continuamente in cammino , con che criterio e con che scopo riparte ogni volta?

Per rendersi conto di ciò basta ascoltare o leggere la gran parte dei ricordi dove appare  ben evidente che la priorità la detiene il cammino per il cammino fine a sé stesso.

Infatti difficilmente, di questi pellegrini, si trova un pensiero, una riflessione sulle emozioni più intime e profonde che l’andare all’incontro con Santiago, per il quale si sono messi ogni volta on the road, abbia loro trasmesso!

Più che pellegrinaggio da questi... abbonati il Cammino, mi sembra, venga ridotto da alcuni a vacanze low cost e alternative, da altri a performance fisiche per uomini duri, per i mountain bikers ad un bel percorso fuoristrada e a via esoterica per le anime inquiete. Infine, perchè no, sottosotto anche in love paths, visto la facilità di contatti... per trovare l’anima gemella.

Insomma un bel contenitore, in linea con i tempi attuali, ma che per loro ha perso la sua forma semplice originaria.

La cartina di tornasole, mi sembra di poterla cogliere, in special modo, proprio in quegli stupori ed entusiasmi che questi trek-pellegrini riportano a casa, ogni volta sconvolti per...” avere conosciuto e aver condiviso tutto con gente mai vista prima e avere scoperto che ci siamo sentiti tutti così bene come...come...fratelli “

Ma così bene che è stato necessario fare un “ monton de Caminos ” per scoprirlo?

Allora bisognerebbe che si ponessero questa domanda: Ma che tipi di persone  siamo stati fino ad ora nel nostro ambiente quotidiano?

Se non siamo mai stati capaci, prima, di salutare chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di fermarci a parlare con chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di porci in ascolto di chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di donare un sorriso a chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di essere attenti alle necessità di chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di fare comunità negli ambienti che frequentavamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di vivere sobriamente senza troppo superfluo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di alzare lo sguardo verso il cielo e godere di una giornata di sole o di pioggia!

Vivere in questo spirito, nell’ ambiente di tutti i giorni, forse é un po’ troppo difficile?
O forse, perchè non si pongono mai  in questa prospettiva di vita?
 
Perchè invece sul Cammino tutto questo lo si accetta vivendolo e rivivendolo ogni volta?

Forse perchè il Cammino ha la capacità, attraverso questi segni, di far aprire gli occhi sulla bellezza di valori autentici che sanno rendere la vita gioiosamente più semplice e umana.  Spogliandola, soprattutto, da quell’edonismo imperversante che la soffoca.   

Certo è che se fossero partiti già vivendo la propria vita con un po’ di fede, carità, giustizia e attenzione verso chi era loro prossimo, il Cammino non li avrebbe sconvolti così tanto con queste rivelazioni e, ritornando a casa, essi, avrebbero portato non lo stupore ma una gioia con cui rafforzare quei valori vissuti già nella propria normale quotidianità. Sul Cammino, semmai, avrebbero avuto un’ ulteriore occasione per viverli ancor più intensamente. Così arrivati a Santiago e, finalmente, deponendo sulla Sua tomba le cause che li avevano spinti a venire da Lui, essi avrebbero adempiuto e concluso lo scopo del loro pellegrinaggio.

Rifarlo ancora e ancora è invece la dimostrazione di essere stati sensibili e stupiti solo esteriormente al messaggio del Cammino ma, non volendolo trasformare in un modello di vita, vogliono ritornarci solamente per riassaporare quelle forti sensazioni ma senza mai farle proprie.

La conclusione, in questa prospettiva, è nella domanda: come pellegrini o come trekkers !?
La prima ipotesi la escluderei, dopo tutte le considerazioni fatte, mentre nella seconda, più confacente a tutto quanto fin qui detto, sarebbe logico che fosse loro esplicito che non andranno a percorrere - el Camino de Santiago - ma “el Sendero de Compostela”.

Con questo lungi da me la presunzione che solo i “puri” possano percorrerlo e averne l’esclusiva. Certo il Cammino può senz’altro aiutare i tanti “curiosi” a scoprirne in modo diretto quei semplici valori intrinsechi che li potranno aiutare a riflettere sul senso della vita in conseguenza proprio di questa esperienza così coinvolgente.

Lanciando questo sasso spero di non venire additato come il solito savonarola o, più attuale, come un talebano fondamentalista del Cammino. Io credo che, invece, questo sia un atto dovuto ad un percorso che, per moda e bussines, sta snaturandosi e allontanandosi sempre più dallo scopo originale che è spirituale e null’altro.

Tutta questa diatriba, invece, non può essere proposta per un altro cammino che è la “Via Francigena” in quanto non nasce per motivi spirituali. Quindi mettersi sulle orme di Sigerico è, in questo caso, un bel trekking e come tale va affrontato.

Concludo sperando si possa aprire, come già detto, un dibattito che aiuti ad approfondire, con i vari punti di vista, di chi vorrà intervenire, su questo argomento che ritengo sia da non sottovalutare per una maggior chiarezza.

Ultreya! Ruggero

Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: italo benedetti - 30 Settembre 2010, 07:58
Bravo Ruggero, hai toccato tutti gli argomenti del pellegrino. anche io ho fatto il cammino di Santiago, La Via Francigena, Da Trento a Gerusalemme e quest' anno ho cambiato ho fatto un pellegrinaggio in tutta Europa, non cerano Santi da Ricordare ma molta gente da salutare e condividere con loro le mie emozioni. In quest'ultimo cammino ho trovato e provato molte cose che mi hanno fatto capire che per camminare non serve una meta, perchè il cammino va all' infinito, una continua ricerca e una continua preghiera. vorrei scrivere molto di più, ma ancora l'emozione sconvolge la mia mente, ciao Italo
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: filippo - 30 Settembre 2010, 08:00
Buongiorno a tutti
Il tuo post, Ruggero, è una specie di boccata di aria fresca su quella stantia sensazione di "più-sà-chi-più-fà".
Riesco ad aggiungere ben poco  a quanto hai detto.



Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 01 Ottobre 2010, 10:17
Sarà così , chissà.
Io amo l'entusiasmo, la passione, l'irrazionale,
e anche i sassi sul cammino.
Bella riflessione, è bello ricercare la consapevolezza sapendo che le vie sono infinite e ogni individuo ama a suo modo.
buon cammino Pellegrini
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: biru.biru - 01 Ottobre 2010, 21:46
Nessun rancore
nessuna invidia
il cammino fatelo
quando volete
quanto volete
come volete
da soli, in compagnia
non ci sono motivazioni "standard"
ognuno ha le sue ognuno ne trae solo giovamento
una volta o cento volte
per sport, per diletto, per medaglia.......
Tornerete comunque sempre con entusiasmi nuovi da spendere nella vita, nel cammino.........
Titolo: Re:Un (altro) sasso sul Cammino...
Inserito da: ciop123 - 01 Ottobre 2010, 22:24
Sono d'accordissimo con Renato.
neppure io ho fatto il cammino per motivi religiosi ma neanche per trekking.
Ho fatto il mio cammino, da sola, per motivi spirituali legati a un particolare periodo della mia vita.
Non ho scoperto niente di nuovo nel metter un passo dietro l'altro, semplicemente ne avevo bisogno e con grande gioia ho trovato su quella strada ma soprattutto dentro di me una forza che mi ha permesso di ripartire.
Mi reputo una persona civile e rispettosa verso gli altri e nel rapportarmi con gli altri, ho i miei valori e i miei credo e seppure tra questi credo non ci sia più un credo cristiano riesco ad esser rispettosa delle persone, a non non giudicare e a non lasciarmi condizionare dalla loro religione, dalla loro posizione sociale, dal colore della pelle, dalla nazionalità, dalle idee politiche o da un velo sul viso...
E, a  questo punto, mi chiedo ma perchè chi si reputa così cristiano si occupa dei motivi per cui un altro essere umano compie o non compie una qualsiasi azione? per redimerlo? per giudicare? o forse perchè a lui stesso non bastano le risposte che ha?
Ho avuto molta fede in passato e ce l'ho ancora ma non più per il Dio che la chiesa mi vuole vendere.
Ho fede nel Dio che ha conosciuto San Giacomo e forse è per questo che mi sono ritrovata così vicina a lui. Quel Dio il cui figlio narrava di una parabola che diceva di togliere la trave dal proprio occhio prima di togliere la pagliuzza dall'occhio del suo fratello...
Qualcuno la ricorda, qualcuno invece è troppo impegnato a chiedersi se quel suo fratello sul cammino cammina per fare trekking o per cosa :)
Un bacio, a chi è d'accordo ma soprattutto a chi non lo è!
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: robertoetna - 01 Ottobre 2010, 22:58
Caro Ruggero scopri il coperchio di una pentola già sollevato e riposto tante volte.
Certamente anch'io in un post di qualche annofa  ho sollevato molti dubbi simili ai tuoi.
Sai, è mia convinzione L'Uomo in generale e specie il peregrino, "L'Homo Viator" il ricercatore spirituale vive di introspezione,sentimenti, voci e luci soffuse.
Il pathos, la magia, la spiritualità vissuta negli aspetti della preghiera, del passo lento, del meditare sotto un albero o osservare un tramonto così come  di contro i  limiti nel superare una montagna.
Tutto diventa poesia, metafora della vita; parabole di vita;
Fede intesa fuori dagli schemi sociali o dai credi religiosi;
riconnettersi ad una matrice comune di espressione del Divino.
Come San Francesco, nel camino che lo ha forgiato e plasmato.
Ognuno vive la sua evoluzione, vive il suo Karma, ognuno vive e brilla di luce propria, l'aura assume nuovi colori e sfumature.
Il camino " morire per rinascere";
"nascere ad est ove si parte per morire a ovest; la simbologia conosciuta e quella non conosciuta insegna .
Pace a Voi Tutti
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: Oriano - 01 Ottobre 2010, 23:01
Hola pellegrino Ruggero
il tuo sasso merita sicuramente una lunga discussione perché colpisce proprio al centro la questione "essere pellegrini" ai nostri giorni.
 
Io parto da una considerazione  riportando i versi del poeta spagnolo A.Machado:
"Caminante, son tus huellas el camino y nada mas; caminante, no hay camino, se hace camino al andar".
Il cammino di per se non esiste, non è niente, sei tu camminando che lo crei. Il che significa che il cammino è qualcosa di personale, di molto soggettivo in tutti i suoi aspetti e ognuno lo vive a modo suo, non esiste una regola.
Detto ciò, nel cammino ci sta tutto, ci sta chi lo fa per motivi religiosi, chi per motivi culturali, chi per curiosità chi per passione del camminare, chi per dimostrare le sue capacità fisiche ecc. ecc.
 
E' vero che un tempo a spingere i pellegrini ad andare sulla tomba di San Giacomo c'erano motivazioni religiose, di fede e di credo profondo, ma è anche vero che dietro a ciò, spesso c'erano dei "giochini" da parte delle istituzioni religiose dell'epoca (vedi testamenti, indulgenze, donazioni, offerte ecc. ecc.) che sapevano più di trattative d'affari che spirituali.
D'altra parte i tempi sono cambiati , sono diversi, non sono quelli di allora e di conseguenza anche le motivazioni.
 
Una cosa comunque rimane certa e cioè che un'esperienza del genere cambia la vita non passa oltre come un soffio di vento.
S'infila nel cuore e anche se la nostra vita continua a scorrere come sempre tra gli ingranaggi della quotidianità, la prospettiva da cui guardiamo e viviamo questa quotidianità non è più la stessa di prima, ma a mio avviso, decisamente più aperta ... c'è un'altra luce.
Magari non siamo ancora capaci di  salutare chi incontriamo ogni giorno della nostra quotidianità normale, di scambiare due parole, di ascoltare, di aiutare ..., ma ora ce ne rendiamo conto; cosa che prima magari ci lasciava indifferenti.
 
Ci sono comunque anche casi, di chi dopo l'esperienza di Santiago, ha cambiato radicalmente la propria vita. Forse sono i più coraggiosi, quelli che sono riusciti a lasciare tutto per seguire ... un altro comportamento di vita.
 
In occasione di una serata sul cammino, scambiavo tempo fa, alcune parole con un monsignore abbastanza scettico sulla validità di tale esperienza.
Egli sosteneva che fare il cammino era una "sciocchezza", una moda, perchè la fede, la spiritualità uno la può trovare comodamente in chiesa, senza dover faticare e fare chilometri a piedi ... era una sofferenza "sciocca".
Evidentemente il buon monsignore non ha capito nulla del cammino ... ed è evidente che il cammino non lo ha mai fatto.
Il cammino di per sè (ritorno al concetto iniziale) non è niente, ma offre una grande opportunità per trovare un contatto vero, senza barriere, senza etichette e senza bandiere, con le persone, con la propria spiritualità ... e se, facendo riferimento alla parabola del buon seminatore, poco poco dentro di te il seme della buona novella c'è, ecco che il cammino può diventare il terreno ideale perchè tale seme possa crescere ... terreno a mio avviso che oggi come oggi, proprio nella "istituzione chiesa" non si trova più! (vedi il caso del cammino "di qui passò Francesco" con la chiusura da parte dei frati Francescani dell'unico ostello per pellegrini ad Assisi!!!)
Le vie del signore sono infinite ... e una di queste sicuramente passa per Santiago.
Concludo con una frase di Marcel Proust:
"Il vero viaggio dello scoprire non consiste nel vedere paesaggi nuovi, ma nell'avere nuovi occhi".
Buen camino siempre,
Oriano
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: robertoetna - 01 Ottobre 2010, 23:13
Ruggero volevo aggiungere in merito al tuo" fare il camino uno, due, tre, tante volte; medaglie; lauree" mi trovo perfettamente d'accordo con te.
Io vengo da una cultura e credo religio che mi porta a confrontarmi e condividere esperienze con cristaiani praticanti, laici , buddisti, musulmani e tutti concordano su un aspetto: si va in pellegrinaggio ognuno alla sua meta ( Gerusalemme, Roma , Santiago) ; la Mecca; il Gange e kajurau ; sempre a ovest che secondo tutte le simologie concordano nel principio  della morte e rinascita spirituale.
Quindi critico anch'io chi fa senza forti motivazioni di fondo il camino 1-2-3-4-5 volte!!!!!
Io più misuratamente, cosa che farò fra qualche anno abbracciare l'idea dell'hospitalero, di servizio umile di assistenza ai fratelli del camino.
Ultreya a Voi tutti !
Al sottile cordone ombelicale che Noi Tutti con distinquo diverso ci Unisce e ci fa Amare superando i diversi colori della pelle, lingua,nazione e religioni .
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: rcipollini - 02 Ottobre 2010, 08:52
salve ruggero,io ho fatto solamente una parte del cammino,sono partito sensa motivazioni religiose ma per trovare una parte di me.
li mi sono sentito parte di un movimento e di un evento che accomuna una moltitudine di persone da mille anni.
forse è già questa una buona motivazione sensa scomodare Santi o Religioni
ciao roberto
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: 20angelo - 02 Ottobre 2010, 21:08
Hi!
sono un" abbonato al Camino di Santiago", se non erro, poni 2 questioni una il senso del riandare a Santiago e la seconda se questo sia trekking o pellegrinaggio.Rispondo che per me è stato sempre un trekking raggiungere Santiago.Le motivazioni religiose per me sono troppo serie e importanti e non le ho mai tirate in ballo per fare questa lunga e bella scampagnata. Anche perchè non è così facile trovare chiese aperte, sentire messa, trovare un prete, tutte quelle cose che uno in pellegrinaggio(questo in particolare è un pellegrinaggio alla tomba di S.Giacomo il Maggiore e quindi siamo in un contesto cristiano,lo vorrei ribadire) si aspetta di trovare.Per cui dopo la prima esperienza deludente da questo  punto di vista (oramai 15 anni fa),ho deciso di considerare il tutto un trekking e niente di più,così come lo è il il camminare sulle GR in Francia. Quando ,al rientro da Santiago,mi guardo allo specchio e mi pongo la domanda se pellegrino o turista,la mia risposta ,onesta, non può che essere :turista.Quindi sono d'accordo che lo si chiami pure in un altra maniera....ma arrivare a piedi alla cattedrale di Burgos o di Leon o di Oviedo o alla chiesina del Cebreiro è troppo affascinante e da brivido per farlo una volta sola.
In conclusione il Cammino di Santiago è oggi un grande contenitore di motivazioni le più varie e senza gerarchia,ma se uno vuole percorrerlo con spirito di fede,con la giusta disposizione d'animo,evitando i mesi estivi,riesce ancora a fare un pellegrinaggio nel senso originario del termine.(secondo me non è facile ,comunque io non ci sono riuscito)
Ciao.
 


Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 03 Ottobre 2010, 19:40
Un grande amico, Pellegrino e uomo mi ha mostrato questa frase.
"Un uccello addomesticato, in gabbia canta la libertà.Un uccello libero, Vola."

..e poi ..
"Non sono le esperienze che ti formano ma ciò che ne ricavi."

Buon cammino amici Pellegrini.
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: filippo - 04 Ottobre 2010, 08:24
..............beh ! Non si può dire che Ruggero non abbia colpito .
leggendo in vari post si vede che ognuno ha dato il meglio di sè sotto quest'aurea di "ecumenismo" del Cammino. E ciò è apprezzabilissimo.

La senzazione della presenza(giustificata) dei duri-e-puri  , dei guarda-che-belle-vesciche e dei io-l'ho-fatto-col-freddo-e-il-gelo mi rimane.

Mi spiace per la percezione di una sorta di avversità nell'istituzione Chiesa, e mi spiace che qualcuno abbia fatto esperienze negative, ma ricordo che non c'è un Dio ed una Chiesa: esiste La Chiesa di Dio.
Ed ognuno non può adattare Dio  a suo uso è consumo.
Un caro saluto a tutti
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 18 Ottobre 2010, 22:12
Mi permetto di alegare questo post di Immacolata perchè è stupendo.

http://www.libreriaeditriceurso.com/public/santiago/forum/index.php?topic=587.0 (http://www.libreriaeditriceurso.com/public/santiago/forum/index.php?topic=587.0)


grazie Immacolata.


per Filippo, io credo che Dio non si ponga questi problemi.

un abbraccio pellegrini.
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: Oxyuranus - 19 Ottobre 2010, 22:26
Ho da pochi giorni terminato, uso un termine di Ruggero, mi si addice, Il Sendero de Santiago che parte da Siviglia, la Via-Ruta de la Plata.
Per quel che mi riguarda: è e rimane del trekking su un percorso ben organizzato.
A questo trekking ho aggiunto (provato ad aggiungere), vista la precedente esperienza, la ricerca interiore.
Durante il percorso ho avuto modo di osservare la poca gente che ho incontrato.
Ho notato i più disparati comportamenti, ho cercato di rispondermi provando ad immedesimarmi in quelle persone che non "rispettavano" le regole del perfetto pellegrino.
Una sola risposta mi sono dato: ognuno lo intende come meglio pensa.
Per fortuna questa domanda me la sono posta i primi giorni ed in seguito non mi ha infastidito.
Questa discussione probabilmente non sarebbe nata se ci si fosse basati sul: Vivi e lascia vivere.
Troppe volte ho sentito gente lamentarsi per il comportamento degli altri e mi chiedevo: pensare a se stessi non va bene?
Se volessimo scendere nel particolare... tanto per dirne una: Lascia la calzatura tecnica e vacci in sandali partendo da casa tua a piedi.
Son di poche parole.
Un caro saluto a tutti.
Roberto.

 P.S. non ho mai accettato di farmi chiamare "pellegrino" ma "caminante".

Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: filippo - 19 Ottobre 2010, 23:27
Buona sera a tutti.

Più rileggo i post e più quello di Ruggero è quello che sento più vicino al mio modo si vedere.

A me pare che chiamare le cose col proprio nome non significa attribuirle un valore inferiore o superiore: il caminante non è da meno del pellegrino, è caminante e non pellegrino e basta.

Che poi il caminante si voglia attribuire la caratteristica del pellegrino senza esserlo è affar suo, ma và a snaturare la originaria caratteristica del Cammino di Santiago.Che diventa allora un raccoglitore di................tutto.
 Un "tutto" idealizzato, dove una serata, con la persona che nella vita di tutti i giorni non ti verrebbe mai in mente di frequentare, diventa un momento di condivisione talmente intenso da chiederti come mai fino ad adesso non eri riuscito a vedere le persone con gli "occhi del camino", con quella particolare predisposizione d'animo.E le altre persone fanno lo stesso (altrimenti non si "entra nello spirito del camino") creando così una specie di mondo parallelo.

Forse solo stando in silenzio sia quando si fà che quando si torna, il Camino diventa un vero cammino.

Notte
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: Francesco Urso - 03 Novembre 2010, 11:50
Ecco un'altra volta in alta quota l'articolo "Un sasso sul cammino" (Basta che chiunque vada alla ricerca di quello che gli interessa citare, dal nel nostro Forum. In questo spazio, se qualcosa andrà persa, potrà accadere soltanto per l'adeguamento informatico che ogni tanto siamo costretti a fare... Ringraziamo sempre per questo il pellegrino (!) Sebastiano.
Come dice davideadesso, mettete anche qui tutte le foto... Evitateci di andare altrove... Anche se l'altrove è sempre interessante per quello che non siamo e per quello che non abbiamo...
29-settembre-2010 
Premessa

Con quello che più sotto andrò ad esporre vorrei smuovere le acque...pellegrine per sviluppare un confronto-dibattito affinché si dia “a Cesare quello ch’è di Cesare e a Dio quel ch’è di Dio”.

Cioè fare in modo che si possa sviluppare un pensiero critico sul modo di concepire il “Camino de Santiago” perchè si abbia chiaro, quando si pensa di percorrerlo, se si va a fare un pellegrinaggio o un trekking. In maniera da comprendere che sono per loro natura due cose diverse e che andrebbero denominate, addirittura, in modo diverso.

Mi auguro di vedere i cerchi di questo sasso, allargarsi in un proficuo scambio d’idee.

Ola peregrini de Santiago!

Era tanto che pensavo di lanciare un sasso nello stagno dei camminatori. Soprattutto verso quei pellegrini (?) che sembrano molto affezionati al Cammino. Cercando di capire le motivazioni per cui viene, da molti appunto, intrapreso ripetutamente e se in questo loro riandare continuo si possano definire ancora pellegrini?. 

Come avrete constatato anche voi, che l’avete percorso, una volta terminato, il Cammino lascia in tutti coloro che l’affrontano, una euforia mista a meraviglia e stupore.
 
A molti, poi, quell' atmosfera mitica si trasforma in una specie di "età dell'oro" tanto da non volersene distaccare quasi più. Infatti cominciano a ripercorrerlo, magari cambiando di volta in volta itinerario. Diventando così, inconsapevolmente, quelli che io definirei come:
“ gli abbonati del Camino de Santiago “.

Probabilmente debbono mettersi così costantemente in cammino perchè hanno molte colpe da farsi perdonare...o molte grazie da chiedere...o molti voti da sciogliere...!?! Forse.
 
Questi, in tempi in cui lo si intraprendeva come una cosa molto seria, erano gli scopi e davano un senso a chi si dichiarava pellegrino. Ancor oggi questi sono la molla delle moltitudini che si recano a Lourdes, a Fatima, a Loreto e in tanti altri Santuari.

E qui che lancio questo sasso come provocazione per capire a cosa serva e a che pro sia finalizzato, oggi,  tutto questo ritornarci ripetutamente. 

Ripercorrerlo più e più volte per quale motivo? Per poter aggiungere, di volta in volta, una nuova tacca sul bordone? Per fregiarsi del titolo onorifico di...Peregrino Maximo? Per laurearsi in Camminologia jacobea comparata? Per acquisire punti e ricevere in premio... un posticino in Paradiso? Per conoscere qual’è, di tutti, il Cammino con più fascino?

Lo scopo del Cammino, mi sembra, non sia quello di dare medaglie, titoli o altro...perchè non è una gara a premi! Questa dovrebbe essere la prima cosa chiara in chi parte e riparte.

Il Cammino è l’epilogo di un percorso interiore personale che culmina nel desiderare di recarsi in un Luogo Santo alla ricerca di risposte alle proprie necessità temporali o spirituali. Affrontandolo in maniera responsabile, per quello che rappresenta, perchè si tratta di andare, per e con Fede. E null’altro.

Considerando che fare un pellegrinaggio per Fede, in una società tiepidamente cristiana, le motivazioni sopradescritte non credo siano più alla sua base, nella gran parte dei casi; alla luce di questo, allora, mi chiedo: chi si mette continuamente in cammino , con che criterio e con che scopo riparte ogni volta?

Per rendersi conto di ciò basta ascoltare o leggere la gran parte dei ricordi dove appare  ben evidente che la priorità la detiene il cammino per il cammino fine a sé stesso.

Infatti difficilmente, di questi pellegrini, si trova un pensiero, una riflessione sulle emozioni più intime e profonde che l’andare all’incontro con Santiago, per il quale si sono messi ogni volta on the road, abbia loro trasmesso!

Più che pellegrinaggio da questi... abbonati il Cammino, mi sembra, venga ridotto da alcuni a vacanze low cost e alternative, da altri a performance fisiche per uomini duri, per i mountain bikers ad un bel percorso fuoristrada e a via esoterica per le anime inquiete. Infine, perchè no, sottosotto anche in love paths, visto la facilità di contatti... per trovare l’anima gemella.

Insomma un bel contenitore, in linea con i tempi attuali, ma che per loro ha perso la sua forma semplice originaria.

La cartina di tornasole, mi sembra di poterla cogliere, in special modo, proprio in quegli stupori ed entusiasmi che questi trek-pellegrini riportano a casa, ogni volta sconvolti per...” avere conosciuto e aver condiviso tutto con gente mai vista prima e avere scoperto che ci siamo sentiti tutti così bene come...come...fratelli “

Ma così bene che è stato necessario fare un “ monton de Caminos ” per scoprirlo?

Allora bisognerebbe che si ponessero questa domanda: Ma che tipi di persone  siamo stati fino ad ora nel nostro ambiente quotidiano?

Se non siamo mai stati capaci, prima, di salutare chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di fermarci a parlare con chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di porci in ascolto di chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di donare un sorriso a chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di essere attenti alle necessità di chi incontravamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di fare comunità negli ambienti che frequentavamo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di vivere sobriamente senza troppo superfluo!
Se non siamo mai stati capaci, prima, di alzare lo sguardo verso il cielo e godere di una giornata di sole o di pioggia!

Vivere in questo spirito, nell’ ambiente di tutti i giorni, forse é un po’ troppo difficile?
O forse, perchè non si pongono mai  in questa prospettiva di vita?
 
Perchè invece sul Cammino tutto questo lo si accetta vivendolo e rivivendolo ogni volta?

Forse perchè il Cammino ha la capacità, attraverso questi segni, di far aprire gli occhi sulla bellezza di valori autentici che sanno rendere la vita gioiosamente più semplice e umana.  Spogliandola, soprattutto, da quell’edonismo imperversante che la soffoca.   

Certo è che se fossero partiti già vivendo la propria vita con un po’ di fede, carità, giustizia e attenzione verso chi era loro prossimo, il Cammino non li avrebbe sconvolti così tanto con queste rivelazioni e, ritornando a casa, essi, avrebbero portato non lo stupore ma una gioia con cui rafforzare quei valori vissuti già nella propria normale quotidianità. Sul Cammino, semmai, avrebbero avuto un’ ulteriore occasione per viverli ancor più intensamente. Così arrivati a Santiago e, finalmente, deponendo sulla Sua tomba le cause che li avevano spinti a venire da Lui, essi avrebbero adempiuto e concluso lo scopo del loro pellegrinaggio.

Rifarlo ancora e ancora è invece la dimostrazione di essere stati sensibili e stupiti solo esteriormente al messaggio del Cammino ma, non volendolo trasformare in un modello di vita, vogliono ritornarci solamente per riassaporare quelle forti sensazioni ma senza mai farle proprie.

La conclusione, in questa prospettiva, è nella domanda: come pellegrini o come trekkers !?
La prima ipotesi la escluderei, dopo tutte le considerazioni fatte, mentre nella seconda, più confacente a tutto quanto fin qui detto, sarebbe logico che fosse loro esplicito che non andranno a percorrere - el Camino de Santiago - ma “el Sendero de Compostela”.

Con questo lungi da me la presunzione che solo i “puri” possano percorrerlo e averne l’esclusiva. Certo il Cammino può senz’altro aiutare i tanti “curiosi” a scoprirne in modo diretto quei semplici valori intrinsechi che li potranno aiutare a riflettere sul senso della vita in conseguenza proprio di questa esperienza così coinvolgente.

Lanciando questo sasso spero di non venire additato come il solito savonarola o, più attuale, come un talebano fondamentalista del Cammino. Io credo che, invece, questo sia un atto dovuto ad un percorso che, per moda e bussines, sta snaturandosi e allontanandosi sempre più dallo scopo originale che è spirituale e null’altro.

Tutta questa diatriba, invece, non può essere proposta per un altro cammino che è la “Via Francigena” in quanto non nasce per motivi spirituali. Quindi mettersi sulle orme di Sigerico è, in questo caso, un bel trekking e come tale va affrontato.

Concludo sperando si possa aprire, come già detto, un dibattito che aiuti ad approfondire, con i vari punti di vista, di chi vorrà intervenire, su questo argomento che ritengo sia da non sottovalutare per una maggior chiarezza.

Ultreya! Ruggero
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: merlino - 31 Dicembre 2010, 18:41
caro ruggero ognuno ha il suo modo di cercare la pace interiore, in un mondo stressato, in un mondo violento che fa di tutto per dominarci e non poter mai esprimere il meglio di noi...che sia un trekking o un pellegrinaggio spirituale...ma che ne sappiamo noi  cosa spinge una persona ad affrontare una esperienza così...io ci sono stato due volte, una con mia moglie e una con Nicola mio amico...partirei domattina potessi farlo...mio nipote di 16 anni mi sta' chiedendo di andare la' con lui...gli ho detto "vuoi riportarmi a casa mia..." poi ognuno e' giusto che faccia le sue belle considerazioni...ma chi e' spinto ad andare la' piu volte e' perche' sente come una chiamata...sente che la' sta' bene ed e' giusto che vada...posso andare la' per fare del puro trekking poi come torno, con che spirito torno lo so' solo io...e lo squallido titolo di abbonato del cammino con i vari premi o titoli onorifici di cui fregiarsi, non e' piacevole sentirlo da uno che lo ha percorso come te, spero con la mente...il cuore...e lo spirito dei pellegrini passati nel tempo...ognuno cerca Dio come si sente di farlo, l'importante e' intraprendere un cammino e cercarlo...puo' essere qua' sulle nostre colline come andare 10...100...1000 volte a Santiago, Assisi o Gerusalemme..." e non sara' certamente perche' ho fatto cammini che avro' la mia poltroncina fatta di nuvole in Paradiso... "va' dove ti porta il cuore..."    buon anno da merlino paroikos parepidemus
 
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: Oriano - 16 Marzo 2011, 17:15
allego con il copia/incolla, la "conclusione finale" di Ruggero, promotore di questa discussione e che mi ha spedito via mail.

Caro Oriano,
nell'allegato che t'invio c'è la mia risposta globale e conclusiva al dibattito che è stato aperto con il mio "sasso".
Ormai credo che il dibattito sia terminato e mi sembra giusto concludere, se credi, con questo scritto.
Che dire, è stato un tentativo di creare una discussione su un aspetto del Cammino ma purtroppo vedo che invece di sviluppare la tesi con contributi dialettici, c'è stato chi ha portato solo confusione astiosa senza avere la capacità logica di esporre le proprie idee in maniera lineare e corretta.  Poteva essere un modo per far circolare, sviluppare e ampliare le proprie idee su un aspetto, secondo me non di secondaria importanza.
Mi sembra, però, che sia mancata in alcuni la capacità e la voglia di partecipare a ciò con serenità di giudizio e mente aperta.

Ultreya! E saluti pellegrini

Ruggero

P.S. questo è uno sfogo non per delusione, di questo ero preparato, ma nel vedere...lasciamelo dire ...quanta coda di paglia esiste!! Questo e quello che più mette a disagio perché è un atteggiamento che porta all'anticamera dell'intolleranza. Forse sarà questo il nuovo spirito del pellegrino che va per Santiago nel XXI secolo. (sic!)  Non l’avevo ancora percepito! Ora si.

Ola! Pellegrini,   21-01-2011
                                                                           
I Vostri interventi, certi alquanto vivaci, in risposta al “sasso” da me lanciato hanno creato molto movimento nello stagno, provocando a volte acque burrascose, a volte acque agitate e altre volte acque leggermente increspate. Ognuno, in risposta,  ha rilanciato il “suo” sasso con la forza che più ha ritenuto opportuno.

Alcuni sono entrati, detto con metafora calcistica, a gamba tesa quasi per impedire, in modo piuttosto pesante, all’avversario quasi di portare a termine la sua azione invece di contrastarlo, come le regole di un buon fair play agonistico avrebbero imposto.

Dico tutto questo per far capire un motto che, più o meno, suona così: “Esprimere sempre il proprio pensiero solo quando si ha ben chiaro e compreso il problema su cui si vuole intervenire”.
 
Quanto sopra è detto a proposito di quanti hanno dimostrato una irritazione e insofferenza senza recepire che lo scopo del mio “sasso” era di provocare una discussione “civile” sul significato di essere pellegrini e cosa ancora voglia dire , secondo me, fare un pellegrinaggio.

Questo se le parole hanno ancora un significato e se si può ancora liberamente esprimere un proprio punto di vista!

Quella che ho esposto attraverso quel “sasso” è null’altro che la mia tesi. A volte le tesi perchè suscitino una reazione alla discussione vengono esposte anche un po’ ruvidamente ma ad un’attenta lettura rivelano sempre e chiaramente il concetto di fondo. Tutto sta nel saperlo recepire.

In sostanza e a chiusura, ognuno questo “Camino”, lo faccia come vuole e quante volte vuole, ci mancherebbe altro. Per carità, nessuna preclusione e nessun pulpito dal quale giudicare come percorrerlo: laicamente o religiosamente e nei modi che più aggrada, del resto oggi basta solo avere fantasia per inventarseli. 

L’importante, però, dovrebbe essere, come condizione “sine qua non” la chiarezza verso loro stessi nel sapere quali sono le vere motivazioni che li spingono a fare questo “Camino” e poi a rifarlo più e più volte ( la mia tesi era rivolta proprio a questi ultimi).
A questo punto, allora, perché non definirsi “un trekker che va a fare un trekking” se lo scopo non è, a mio parere, in sintonia con lo spirito originale per cui il “Camino” stesso è nato?

Non Vi sembra che se due persone avessero in mano ciascuno un bicchiere, ma uno pieno di vino e uno pieno d'acqua, entrambi farebbero la stessa azione di bere, (cioè il Cammino), e alla fine ognuno di loro si sentirebbe certamente dissetato ma, evidentemente, non nello stesso modo?

Ecco cosa intendevo dire con il mio " Dare a Cesare quel ch'è di Cesare e a Dio quel ch'è di Dio".

Anche se il quesito sarà sembrato, ai più, una questione di lana caprina e perciò senza importanza, porselo, essendo esseri pensanti, sarebbe la dimostrazione di avere una vivacità logica che cerca di darsi delle risposte al perché delle cose. Dopotutto il nostro cervello è lì apposta per essere adoperato o no?

In fondo se Colombo non si fosse posto il quesito di conoscere cosa c’era al di là di Finisterre ( per restare in tema nostrum ) oggi saremmo ancora lì a bruciare calzini convinti, anche noi, di trovarci là dove finisce, appunto, la terra. In fondo, secondo la mentalità di allora, anche Colombo avrà irritato qualcuno con quel suo volere capire. In quel punto, a detta senz’altro dei più, finiva la terra: punto e basta! Dunque se così era, secondo essi, non valeva certo la pena di perdere tempo a pensare per capire se c’era dell’altro oltre!!! 

Per concludere, credo che lo scambio d'idee e d’opinioni, quando c'è vera voglia di confrontarsi, sia sempre utile per allargare il nostro orizzonte mentale permettendoci così di percorrere meglio, il  cammino che porta ad approfondire le idee e, con queste, la comprensione verso la vita e il mondo in cui siamo immersi.

P.S.   Sulla questione delle motivazioni credo e penso, che nessuno uscendo la mattina non sappia dove deve andare e per quale motivo! Così credo che avvenga anche per chi parte o è stato a Santiago. Anzi, a maggior ragione, proprio a loro questo non può succedere perché non mi sembra
possano pensare di essere andati o di voler fare questo impegnativo percorso come si farebbe una gitarella fuoriporta! Quindi riflettendoci, costoro, potranno vedere e trovare senz’altro la risposta giusta da dare al loro “Camino”…sempre che la vogliano conoscere.

Nella speranza di essere stato abbastanza esaustivo, saluto e ringrazio cordialmente tutti coloro i quali hanno, bene o male, smosso con la loro partecipazione le calme acque pellegrine e non me ne vogliano per le idee che ho esposto restando in attesa che qualcun‘altro lanci il suo “sasso”.

Auguro a tutti un Buen Camino! Animo y Ultreya! Hasta luego!!
Ruggero
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 17 Marzo 2011, 00:13
 Ruggero scrive:"P.S. questo è uno sfogo non per delusione, di questo ero preparato"

...
Perchè deluso, non capisco. D'altra parte hai lanciato un "sasso" e ora una "conclusione"... e nel mezzo?
Hai scelto di lasciare libera interpretazione per soddisfare un tuo desiderio e ognuno ha portato parte di se e credo meriti rispetto.
Quindi spero tu non sia "deluso" da chi ha risposto o dalle risposte stesse.

Buon cammino

davide    ;)
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: antoniodonatelli - 17 Marzo 2011, 18:53
Non vedo la necessità di capire il perchè una persona decide di fare un cammino.
Ancora meno conoscere le sensazioni e la ricerca del ripetersi di queste. L'individualità che è proprio di ognuno è la grande linea che ci unisce. Siamo tutti esseri umani e qualche punto di incontro con l'altro c'è sempre. Sarà un contatto o un attrito, ma pur sempre un confronto. Ogni pellegrino porta con sè la sua storia e le sue aspettative. La libertà dei sui passi .... non può entrare nelle mie orme.
Buon camino a tutti, antonio
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: 20angelo - 22 Marzo 2011, 15:13
Hi!
Considero i"cammini a Santiago" un monumento,  una cattedrale, in cui si entra liberamente,chi per pregare il buon Dio, chi per stare in raccoglimento ,chi per pensare, etc .. e chi per ammirare le opere d'arte e ammirarne la  bellezza architettonica. .... e  c'è pure quello che visita quella cattedrale più di una volta. Questo preambolo per dire che sono perfettamente d'accordo sulla differenza fra quelli che sono sul sentiero a Santiago per fede (personalmente penso sia la minoranza) e quelli che caminano per altri motivi(per me la maggioranza). C'è un aspetto molto positivo in questa moda di andare a Santiago:il cammino è vivo,ben organizzato,ben oliato, ben segnalato, e tutto fa pensare che resti frequentato per molti anni. Se lo frequentassero solo i " pellegrini",nel giro di poco tempo ritornerebbe nell'oblio....Da parte mia(da esursionista)   un grandissimo ringraziamento a don Elias Valinas, prete del Cebreiro che  negli anni 70 ha recuperato il tracciato di un cammino completamente cancellato e dimenticato e lo ha  segnalato con le mitiche frecce gialle, dando l'avvio alla riscoperta di questa importante arteria religiosa e culturale che percorre l'Europa.
In conclusione sta al singolo,dopo un onesto esame delle proprie motivazioni, ritenersi pellegrino o escursionista,ma resta importante che faccia il cammino di Santiago, tenendo in vita per quelli che verranno questa bellissima cattedrale.
Ultreya
Angelo
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 22 Marzo 2011, 16:18
Condivido il ringraziamento e mi piace molto questo tuo post.
Io sono solo meno pessimista riguardo al fatto che i pellegrini  vengono mossi da motivi spirituali siano pochi.
Magari inizialmente non si è proprio consapevoli di ciò che si va a cercare ma "andando" se è il momento giusto, si possono aprire molte porte. Il cammino conserva e distribuisce i passi e l'energia di un numero così grande di esseri umani che saremmo presuntuosi a voler definire le sue possibilità o meno.
E poi noi che daremmo giudizi quanto siamo consapevoli?

bel messaggio20angelo e anche il nikname mi piace molto.

un abbraccio
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: robertoetna - 27 Marzo 2011, 12:26
Leggo solo oggi di questo post e devo dire con rammarico!
Perchè più che un sasso nello stagno ha innescato un positivo tsunami nel mondo che ruota attorno e nel camino in tutti i suoi aspetti.
Il camino.... una scatola con tante scatole dentro; religioso, storico, esoterico, ricerca spirituale a 360 gradi, naturalistico e anche sportivo se vogliamo..........; credo che ogni  scatola sia quella buona .
Del camino al di là della latitudine, colore della pelle e lingia parlata accomuna per la l'alchimia interiore che riesce ad innescare.......... parti con le tue certezze e camminando passo dopo passo li smonti per poi per Miracolo magistralmente dopo riprendo il camino della Vita, di tutti i giorni , del confronto, dei sani ricordi, la "fuerza" che doni e ricevi dai fratelli pellegrini e ogni persona che incontri per strada al dì dei propri credi religiosi.
Ho vissuto monenti belli con cattolici italiani, gruppi religiosi francesi di grenoble, dei protestanti e .......... in molte tappe dialogare con buddisti e gnostici .
Ricerca e scoperta dei " segni" che il camino consciamente e inconsciamente elargisce come questo mio contributo che in ognuno di Voi come un seme fiorirà in momenti e vigore diverso.
Pace di cuore a Voi tutti amici pellegrini oggi più che mai chiamati al ruolo di megafoni di positività e valori morali.
Sincero Affetto
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 27 Marzo 2011, 13:06
"megafoni di positività "
Bellissimo!!!

Buenas
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: robertoetna - 27 Marzo 2011, 13:44
Grazie davideadesso , troppo buono!! anche questo è un seme di cui menzionavo.................
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: antoniodonatelli - 27 Marzo 2011, 17:46
Grazie Roberto,
il cammino è proprio un seme ... che col tempo porta il suo frutto.
Buon cammino sempre, antonio
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: davideadesso - 27 Marzo 2011, 17:59
eccone qualcuno...
I sassi possono essere duri, ruvidi, sporchi o puliti, utili o d'intralcio.
Tutto, ma proprio tutto dipende da come ti poni TU e cosa scegli di vedere o come scegli di utilizzarli.
La Tua felicità dipende dalla qualità dei tuoi pensieri.

abbracci
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: immacolata - 29 Marzo 2011, 14:04
che bei post, che bei pensieri  :)
grazie a tutti voi...
per me il cammino è un "accelleratore" di cambiamento sociale: insegna a tutti, ad ognuno partendo dal suo livello ad essere un po' più aperti, più consapevoli, più connessi... e la cosa secondo me straordinaria è che insegna anche a chi il cammino non lo fa ma semplicemnte vive sui luoghi attraverati da esso.. e ognuno di noi, consapevole o no, porta a casa qualcosa, perchè il cammino non insegna alla nostra testa, ma profondamente al cuore e al corpo...per cui alcuni sono forutnati e riescono a divenire consapevoli di quanto appreso, altri meno fortunati non lo sono del tutto, ma comunque cambiano e fanno di questo mondo un posto un pò migliore :-)
buon cammino e un abbraccio grande a tutti
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: Ruggero - 29 Marzo 2011, 14:40
Ci sono sassi e sassi
che da una vita sono legati
ad una terra
senza muoversi mai.

Ci sono invece sassi
che un'onda frangendo
arrotola, tormenta
e... srotola.
Titolo: Re:Un sasso sul Cammino...
Inserito da: merlino - 01 Aprile 2011, 10:52
Magico e' il Viaggio che unisce l'ordinario...all'impossibile...buen camino a tutti