Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

DI QUI PASSO' FRANCESCO => Riflessioni, esperienze, consigli, itinerari... di qui passò Francesco => Topic aperto da: Francesco Urso - 06 Dicembre 2010, 12:11

Titolo: TUTTE LE STRADE PORTANO AD ASSISI, di CARLA DE BERNARDI
Inserito da: Francesco Urso - 06 Dicembre 2010, 12:11
TUTTE LE STRADE PORTANO AD ASSISI
di CARLA DE BERNARDI
Il primo di alcuni articoli di Carla De Bernardi dedicati al Cammino di Assisi
Ringraziamo Carla per questa collaborazione.
(Ricordiamo agli amici pellegrini che Carla ha già pubblicato il volume CONTARE I PASSI (http://)
acquistabile (http://www.libreriaeditriceurso.com/barra_sotto/compra.html) anche presso la nostra libreria editrice).
(http://www.libreriaeditriceurso.com/escursioni/assisi/Gruppo-Cammino-di-Assisi-low.gif)
Agosto 2010
di CARLA DE BERNARDI

      Prologo

Da Dovadola (Dvêdla per gli amici romagnoli) ad Assisi.

Poco meno di 350 kilometri.

A piedi, certo.

Attraversando foreste sacre e vallate, fiumi e ruscelli, paesi e villaggi.

Ponti di pietra e antiche mura.

Eremi e monasteri.

Dovadola è vicino al mare di Forlì, in Romagna. Assisi è in Umbria non lontano dal confine con le Marche. Poco oltre c’è Avellana, dove visse San Pier Damiani.

In mezzo, la Toscana.

Dodici tappe, dodici giorni di aspre salite e di discese impervie, dodici notti in rifugi spartani e in ostelli per viandanti.

Dodici giorni pieni di bellezza, di incanto, di gioia e di amicizia.

Di sole e di vento. E di fatica. Davvero tanta.

Non è un viaggio facile. È bene saperlo e partire preparati. Così sarà magnifico.

Le notti poi… Notti di luna che sorge, di nuvole e di stelle, di canti e di racconti, di risate e di lacrime. Lacrime prive di dolore, lacrime di emozione e di gratitudine. Di felicità per essere lì.

E tagliatelle al ragù, piadine romagnole ed eugubine, prosciutto e salame, salsiccette alla griglia, pecorino, torte fatte in casa. Vino rosso.

 

Gli incontri.

Magnifici, tutti.

Cesare e Nella a San Valentino, Giovanni a Corniolo, Rossana e Viola a Biforco, Francesca pellegrina estrema, Giordano e Monica a Camaldoli, Claudio e Alessandra e Roberto a La Verna, Ubaldo a Pietralunga, Marco e la sua famiglia a Gubbio.

Angela, la straordinaria, unica, meravigliosa Angela ad Assisi. La mamma di tutti i pellegrini.

Racconterò di loro.

  Da Forlì a Dovadola in poco più di un’ora con l’autobus della linea 127 (partenza alle 18 e 35 dal piazzale della stazione) passando per Castrocaro Terme.

I paesi che attraversiamo hanno strade con nomi poetici, Via del Guado, Via delle Vigne, Via del Castello e negozi dai nomi didascalici.

Mondo Elettrico.

Mondo bagno.

Mondo poltrona soft.

 

Sul pulmann solo donne, alcune anziane, divertite dal nostro abbigliamento e dai nostri grandi zaini. scoprono che siamo in partenza per Assisi a piedi ci guardano meglio e sorridono tra loro.

Risuona nell’angusto spazio la voce di broccato di Fiorella Mannoia.

 

Qualche volta sono gli alberi d'Africa a chiamare

altre notti sono vele piegate a navigare.

Sono uomini e donne piroscafi e bandiere

viaggiatori viaggianti da salvare.


 

E poi Vasco.

 

E ogni volta che viene giorno

ogni volta che ritorno

ogni volta che cammino e

mi sembra di averti vicino


 

Sulle parole di Ron scendiamo veloci dall’autobus e imbocchiamo la prima delle molte salite che ci aspettano. 

 

Passavamo dei giorni io e te da soli in una stanza

Sopra un letto di briciole e caffè

Davanti a una finestra

Stretti mentre fuori piove.

 

Arriviamo a Dovadola, dove, nacque Benedetta Bianchi Porro, che sarà presto beata per il coraggio e la sofferenza della sua breve vita.

Di lei qualcuno ha detto: «Una creatura nuova è apparsa nella storia, una di quelle creature che cambiano misteriosamente il mondo.»

Ci accoglie nel suo studio adiacente alla Chiesa dove Benedetta riposa immobile nel suo sepolcro di marmo Don Alfeo, il piccolo parroco dall’ironia acuta che smaschera subito il nostro tentativo di apparire devoti.

Ci accoglie e ci consegna la Credenziale che ci darà il diritto, alla fine, di ricevere l’Assisiana, diploma in pergamena del pellegrinaggio. Al momento del congedo ci trattiene con fermezza e ci dice con una delicata inflessione romagnola: «Non penserete di andar via così…venite qui che vi concio io per le feste.»

È subito chiaro a tutti cosa intende dire.

Recitiamo con lui, costretti ma felici, la Preghiera del Pellegrino e il Padre Nostro che sei nei cieli e riceviamo la sua sorridente benedizione.

«Vi sta bene», deve aver pensato.

Gli siamo invece grati per questo momento di raccoglimento. A volte sembriamo un gruppo di scolari in gita scolastica ed è bene che qualcuno ci ricordi che non è così. Non ne abbiamo più l’età, ma la voglia e la forza quelle si.

Siamo in otto.

Io.

Alberto, esploratore e creatore di mappe e la sua dolce Susanna che sa camminare solo parlando. Quando tace si ferma.

Luca, Paola e Eleonora che non hanno mai viaggiato a piedi ma non si arrenderanno mai.

Da Valle Benedetta, dove la notte è il regno delle lucciole, sono arrivati Giovanni, narratore di storie antiche, Tina, tenace come una quercia e poetessa e Christian che sa riconoscere le impronte e che sarà l’avvistatore delle frecce nascoste.

Non si separerà mai dal suo cicalone, l’ombrello in tela cerata verde e con il manico in legno rosso dei pastori maremmani.

Per tenere lontano la pioggia, spiega.

Così sarà e gliene saremo tutti riconoscenti..

A Premilcuore ci raggiungerà Alfredo, il marsicano. A La Verna si unirà a noi Roberto, fiorentino di poche parole, che ci lascerà a Gubbio e da La Verna partiranno, mentre è ancora buio, Alfredo e Paola.

Spesso incontreremo Claudio e Alessandra che stanno andando a sposarsi, il 5 settembre, a Gubbio.

A Sansepolcro Alberto, Susanna e Luca termineranno il loro viaggio, tra gli abbracci. 

Io, Tina, Christian e Giovanni entreremo sottobraccio in Assisi il 5 settembre al suono delle campane delle undici. All’altro capo del telefono entrerà in città con noi Alfredo, ormai a casa da giorni.

 

Ceniamo alla Trattoria del Giglio dove con fatica riusciamo ad ottenere un menù del Pellegrino. Gnocc fritt con prosciutto crudo e verdure alla griglia. Vino rosso e caffè.

La nostra prima notte sui passi di Francesco è tranquilla.

Dormiamo tutti insieme felici di questa intimità amichevole. 

Domani inizierà la nostra nuova avventura.


CONTINUA CON UN SECONDO ARTICOLO
Titolo: TUTTE LE STRADE PORTANO AD ASSISI - Prima tappa, di CARLA DE BERNARDI
Inserito da: Francesco Urso - 31 Gennaio 2011, 12:53
Il secondo di alcuni articoli di Carla De Bernardi dedicati al Cammino di Assisi
Ringraziamo Carla per questa collaborazione.
Ricordiamo agli amici pellegrini che Carla ha già pubblicato il volume CONTARE I PASSI
acquistabile anche presso la nostra libreria editrice.
(http://www.libreriaeditriceurso.com/FOTO/debernardi/Dvedla.jpg)
TUTTE LE STRADE PORTANO AD ASSISI                                                             


  Da Dovadola a San Valentino, di Carla De Bernardi
Prima tappa. Da Dovadola a San Valentino. 24 chilometri
Sono le sette del primo giorno. La prima tappa. Nessuno di noi sa cosa veramente l’aspetta.
Neanche Alberto, lo specialista.
Sono l’ultima ad uscire dal rifugio e passo a consegnare le chiavi a Don Alfeo che mi accompagna a salutare Benedetta e mi racconta storie di pellegrini.
Un tale che portava con sè tre zaini, un altro che gli ha chiesto (e ottenuto) la credenziale per il suo cane….
Ride, Don Alfeo, e io rido con lui.
Mangiando una mela mi avvio. Mi rendo conto di essere felice.
La mia mente è libera, il cuore leggero. So che anche gli altri si sentono così e allungo il passo per raggiungerli. Non ci sarà bisogno di parole, basteranno i nostri occhi sorridenti.
Colazione nel bar in piazza, ultime notizie dal mondo perché d’ora in poi non leggeremo più i giornali, foto ricordo del primo passo, chiediamo a Michele che sta bevendo un cappuccino di scattarla, non ci conosciamo ma lo fa con piacere, usciamo dal paese e sono subito sei chilometri in salita sotto il sole ancora estivo per arrivare all’eremo di Montepaolo.
Qui arriva da Padova il Cammino di Sant’Antonio, folgorato da Francesco e suo discepolo.
È per questo che il Cammino di Assisi parte da Dovadola, per incrociare le strade e le vite dei due santi. L’ha progettato e organizzato con volontà e determinazione Giordano Picchi che conosceremo a Camaldoli. La sua calma sorridente conquisterà tutti.
Da La Verna parte invece il percorso chiamato «Di qui passò Francesco», invenzione di Angela Seracchioli, creatura sublime e pellegrina geniale, che ora arriva a Poggio Bustone ma, in futuro, sempre per volere di Angela, arriverà fino a San Michele Arcangelo.
Tra Gubbio ed Assisi si snoda invece il Sentiero della Pace e da Perugia a Roma la Via Francigena di Assisi che passa da Sansepolcro.
Tutte le strade portano ad Assisi, appunto.
È sabato 29 agosto.
La luce brillante rende i colori delle colline e dei boschi vivi e lucenti.
Sosta di mezzogiorno al Pratello, locanda solitaria e accogliente. Picnic sul lungo tavolo di legno sotto gli alberi con pane nero e formaggio. Tina l’ha fatto per noi poco prima di partire con il latte delle sue dodici capre e delle sue dodici pecore.
(http://www.libreriaeditriceurso.com/FOTO/debernardi/Da-San-Valentino-a-Premilcuore-9356.jpg)
Quando il padrone di casa ci raggiunge e ci chiede se vogliamo il caffè esultiamo.
Vuole mostrarci la sua cantina che visitiamo con piacere. Ci racconta dei suoi vini. Il Mantignano, il Badia Raustignolo, il Becugiano, il Calenzone.
Nei suoi occhi brillano l’amore e la passione per la terra e per le vigne. (Il Pratello, via Morana 14, 47015 Modigliana-Forlì_ +39 0546 942038.www.ilpratello.net (http://www.ilpratello.net))
Il percorso continua nel bosco. Sbagliamo strada. Ed è subito evidente che i segnali su questo Cammino sono un problema. Frecce di vernice verde sugli alberi a 50 centimetri dal suolo. A volte inghiottite dal sottobosco. Frecce sbiadite su sassi instabili. Minuscole frecce di legno, ancora verde, con la punta rossa e la croce Tau in posizioni strambe. Christian l’avvistatore imparerà da subito a riconoscerle e ad indicarle agli altri ma non sarà facile.
Ci perderemo di nuovo, nonostante il GPS di Alberto e la sua maestria nell’usarlo.
Al tramonto, stremati dalla paura di non ritrovare la strada ma ancora sereni, arriviamo al rifugio San Valentino dove ci accolgono Cesare e Nella, all’inizio solo cortesi ma subito premurosi e pieni di attenzioni come genitori che festeggiano il ritorno di figli ormai grandi.
È domenica 29 agosto e si è appena conclusa una cerimonia a ricordo del massacro di Silvio Corbari, comandante partigiano, della sua tenace amante Iris Versari e di Arturo Spazzoli e Adriano Casadei, loro compagni d’arme, avvenuto il 18 agosto 1944. Traditi da falsi amici e impiccati due volte.
Le foto sbiadite della Brigata Corbari sembrano fotogrammi di un film di Roberto Rossellini.
Leggiamo tutta la storia su pannelli appesi alle pareti che narra come Silvio fosse forte e coraggioso, audace e sfrontato, pieno di intelligenza e di ironia.
Un eroe? Forse….
(http://www.libreriaeditriceurso.com/FOTO/debernardi/Giovanni.jpg)
La lunga tavolata è pronta. Siamo affamati e le tagliatelle al ragù della padrona di casa sono un regalo prezioso. Quando arrivano gli gnocchi fritti e gli affettati ci alziamo in piedi e la abbracciamo. La freschezza dell’anguria è un premio per il caldo e per la fatica del lungo percorso appena concluso.
Scopro che di qui sono passati il giorno prima due pellegrini di Arezzo.
«Il tio e il sobrino!» grido esultante mentre tutti mi guardano sorpresi.
Spiego che devono essere Morgan e Filippo. Zio e nipote, incontrati a Tosantos, sulla via di Compostela, due anni fa. Un incontro che mi è rimasto nel cuore.
«Guarda che ad Arezzo non ci sono solo due pellegrini!!!» mi sfottono.
«Sono loro vi dico.»
Ridono tutti di me, bonariamente ma neanche troppo.
Mi viene in aiuto Cesare con il registro delle firme.
Morgan e Filippo, legge facendomi l’occhiolino, esultante.
Gli altri applaudono. Ho guadagnato un pò del loro rispetto.

Dopo cena sotto un cielo di stelle e nel silenzio assoluto di questo luogo disabitato e solenne beviamo una pigra camomilla che renderà il nostro sonno ancora più quieto.
A domani.

TUTTE LE STRADE PORTANO AD ASSISI
di CARLA DE BERNARDI
Il primo di alcuni articoli di Carla De Bernardi dedicati al Cammino di Assisi
Ringraziamo Carla per questa collaborazione.
(Ricordiamo agli amici pellegrini che Carla ha già pubblicato il volume CONTARE I PASSI (http://)
acquistabile (http://www.libreriaeditriceurso.com/barra_sotto/compra.html) anche presso la nostra libreria editrice).
(http://www.libreriaeditriceurso.com/escursioni/assisi/Gruppo-Cammino-di-Assisi-low.gif)
Agosto 2010
di CARLA DE BERNARDI

      Prologo

Da Dovadola (Dvêdla per gli amici romagnoli) ad Assisi.

Poco meno di 350 kilometri.

A piedi, certo.

Attraversando foreste sacre e vallate, fiumi e ruscelli, paesi e villaggi.

Ponti di pietra e antiche mura.

Eremi e monasteri.

Dovadola è vicino al mare di Forlì, in Romagna. Assisi è in Umbria non lontano dal confine con le Marche. Poco oltre c’è Avellana, dove visse San Pier Damiani.

In mezzo, la Toscana.

Dodici tappe, dodici giorni di aspre salite e di discese impervie, dodici notti in rifugi spartani e in ostelli per viandanti.

Dodici giorni pieni di bellezza, di incanto, di gioia e di amicizia.

Di sole e di vento. E di fatica. Davvero tanta.

Non è un viaggio facile. È bene saperlo e partire preparati. Così sarà magnifico.

Le notti poi… Notti di luna che sorge, di nuvole e di stelle, di canti e di racconti, di risate e di lacrime. Lacrime prive di dolore, lacrime di emozione e di gratitudine. Di felicità per essere lì.

E tagliatelle al ragù, piadine romagnole ed eugubine, prosciutto e salame, salsiccette alla griglia, pecorino, torte fatte in casa. Vino rosso.

 

Gli incontri.

Magnifici, tutti.

Cesare e Nella a San Valentino, Giovanni a Corniolo, Rossana e Viola a Biforco, Francesca pellegrina estrema, Giordano e Monica a Camaldoli, Claudio e Alessandra e Roberto a La Verna, Ubaldo a Pietralunga, Marco e la sua famiglia a Gubbio.

Angela, la straordinaria, unica, meravigliosa Angela ad Assisi. La mamma di tutti i pellegrini.

Racconterò di loro.

  Da Forlì a Dovadola in poco più di un’ora con l’autobus della linea 127 (partenza alle 18 e 35 dal piazzale della stazione) passando per Castrocaro Terme.

I paesi che attraversiamo hanno strade con nomi poetici, Via del Guado, Via delle Vigne, Via del Castello e negozi dai nomi didascalici.

Mondo Elettrico.

Mondo bagno.

Mondo poltrona soft.

 

Sul pulmann solo donne, alcune anziane, divertite dal nostro abbigliamento e dai nostri grandi zaini. scoprono che siamo in partenza per Assisi a piedi ci guardano meglio e sorridono tra loro.

Risuona nell’angusto spazio la voce di broccato di Fiorella Mannoia.

 

Qualche volta sono gli alberi d'Africa a chiamare

altre notti sono vele piegate a navigare.

Sono uomini e donne piroscafi e bandiere

viaggiatori viaggianti da salvare.


 

E poi Vasco.

 

E ogni volta che viene giorno

ogni volta che ritorno

ogni volta che cammino e

mi sembra di averti vicino


 

Sulle parole di Ron scendiamo veloci dall’autobus e imbocchiamo la prima delle molte salite che ci aspettano. 

 

Passavamo dei giorni io e te da soli in una stanza

Sopra un letto di briciole e caffè

Davanti a una finestra

Stretti mentre fuori piove.

 

Arriviamo a Dovadola, dove, nacque Benedetta Bianchi Porro, che sarà presto beata per il coraggio e la sofferenza della sua breve vita.

Di lei qualcuno ha detto: «Una creatura nuova è apparsa nella storia, una di quelle creature che cambiano misteriosamente il mondo.»

Ci accoglie nel suo studio adiacente alla Chiesa dove Benedetta riposa immobile nel suo sepolcro di marmo Don Alfeo, il piccolo parroco dall’ironia acuta che smaschera subito il nostro tentativo di apparire devoti.

Ci accoglie e ci consegna la Credenziale che ci darà il diritto, alla fine, di ricevere l’Assisiana, diploma in pergamena del pellegrinaggio. Al momento del congedo ci trattiene con fermezza e ci dice con una delicata inflessione romagnola: «Non penserete di andar via così…venite qui che vi concio io per le feste.»

È subito chiaro a tutti cosa intende dire.

Recitiamo con lui, costretti ma felici, la Preghiera del Pellegrino e il Padre Nostro che sei nei cieli e riceviamo la sua sorridente benedizione.

«Vi sta bene», deve aver pensato.

Gli siamo invece grati per questo momento di raccoglimento. A volte sembriamo un gruppo di scolari in gita scolastica ed è bene che qualcuno ci ricordi che non è così. Non ne abbiamo più l’età, ma la voglia e la forza quelle si.

Siamo in otto.

Io.

Alberto, esploratore e creatore di mappe e la sua dolce Susanna che sa camminare solo parlando. Quando tace si ferma.

Luca, Paola e Eleonora che non hanno mai viaggiato a piedi ma non si arrenderanno mai.

Da Valle Benedetta, dove la notte è il regno delle lucciole, sono arrivati Giovanni, narratore di storie antiche, Tina, tenace come una quercia e poetessa e Christian che sa riconoscere le impronte e che sarà l’avvistatore delle frecce nascoste.

Non si separerà mai dal suo cicalone, l’ombrello in tela cerata verde e con il manico in legno rosso dei pastori maremmani.

Per tenere lontano la pioggia, spiega.

Così sarà e gliene saremo tutti riconoscenti..

A Premilcuore ci raggiungerà Alfredo, il marsicano. A La Verna si unirà a noi Roberto, fiorentino di poche parole, che ci lascerà a Gubbio e da La Verna partiranno, mentre è ancora buio, Alfredo e Paola.

Spesso incontreremo Claudio e Alessandra che stanno andando a sposarsi, il 5 settembre, a Gubbio.

A Sansepolcro Alberto, Susanna e Luca termineranno il loro viaggio, tra gli abbracci. 

Io, Tina, Christian e Giovanni entreremo sottobraccio in Assisi il 5 settembre al suono delle campane delle undici. All’altro capo del telefono entrerà in città con noi Alfredo, ormai a casa da giorni.

 

Ceniamo alla Trattoria del Giglio dove con fatica riusciamo ad ottenere un menù del Pellegrino. Gnocc fritt con prosciutto crudo e verdure alla griglia. Vino rosso e caffè.

La nostra prima notte sui passi di Francesco è tranquilla.

Dormiamo tutti insieme felici di questa intimità amichevole. 

Domani inizierà la nostra nuova avventura.


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