CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA > Riflessioni, esperienze, consigli, itinerari... di Santiago

Preparazione psicofisica al Cammino

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primo:
Per avere un bel ricordo del Cammino di Santiago di Compostela e non rischiare di dover prenotare in fretta un volo di ritorno in Italia, è bene fissare alcune regole d'uso comune, fermo restando che queste vanno poi rapportate alle singole situazioni personali.
Cominciamo dagli aspetti meramente tecnici (tralascio volutamente tutta la parte dedicata alla attrezzatura ed alla preparazione dello zaino, magari per parlarne in altra occasione). Andiamo, dunque, a vedere se l'allenamento, la preparazione fisica e muscolare siano veramente indispensabili. La risposta è no, ma con grosse riserve.
Domandiamoci, francamente e senza dire bugie: la mia è una vita sedentaria e non mi piace camminare? Faccio poca strada per raggiungere il lavoro, vado in auto? Non ho mai percorso più di 10 Km a piedi?
Se le risposte sono, come nella maggioranza dei casi, affermative, allora è il caso di pensare ad un minimo di abitudine (la parola allenamento è fuori luogo) a camminare almeno un mese prima di partire. Cominceremo a fare un paio di Km, a passo lento e senza affaticarsi. Poi via via, aumenteremo sia la distanza che il ritmo. Ovviamente è meglio un tracciato in pianura, all'inizio, ma poi andiamoci a trovare qualche salita vicino casa. Dopo un paio di settimane di queste passeggiate, proviamo a farle con 5 Kg di peso sulle spalle. Un piccolo zainetto va bene, ma utilissime le cinture di sabbia che si trovano in commercio, buone anche da mettere sulle caviglie. L'obiettivo da raggiungere in un mese di abitudine al Cammino è il seguente: 4 Km l'ora con carico di max 8/10 Kg. Dico questo perchè questa è una media ragionevole da tenere lungo il Cammino, che ci consente di intervallare bene le tappe e non arrivare molto stanchi alla meta giornaliera.
Non provate a fare di più, a meno che non avete vent'anni e siete supertirati da anni di attivitè motoria. Non fate come tanti che ho visto andare per trenta, quaranta km alle prime tappe e rientrare precipitosamente in preda a problemi d'ogni tipo.
Il peso corporeo è importante, per evidenti ragioni. Provate a pensare come è facile salire su O Cebreiro con 5/6 Kg di meno, giusto il peso dello zaino che avete in spalla. Potrete sempre dire che il Cammino ha giovato alla vostra linea e, giuro, molte pellegrine sono più attente a questo risultato che ad altro...
Ma la preparazione vera, quella senza la quale non si va molto lontano, quella che richiede uno sforzo particolare prima, durante e dopo il Cammino di Santiago, è quella psicologica e mentale.
Lo dico perchè, a mio parere, esistono due atteggiamenti mentali contrastanti ed indesiderabili, che dovremmo cercare di evitare. Il primo, molto frequente, è partire senza aver veramente compreso che non è la meta il nostro obiettivo, cioè Santiago di Compostela. E' il Cammino di per sé e l'andare giornaliero del camminante verso ovest, che accresce la nostra esperienza ed il nostro animo di pellegrini. In realtà non siamo noi che facciamo il Cammino, è quest'ultimo che fa noi....
Il secondo problema è la delusione delle aspettative. Molti partono in cerca di una soluzione ai loro problemi, altri per fuggire chissà da che, altri ancora perchè cercano risposte a dubbi che li tormentano. Tutto questo è sbagliato: il Cammino non è una panacea, un mondo idilliaco che esiste nell'eden immaginario di molti, dove tutto svanisce per incanto. E' semplicemente una via lunga quasi 800 Km che, per forza di cose, ci metterà in confronto con noi stessi, con le nostre capacità ed i nostri limiti pratici e di vita quotidiana. Niente terapie, niente cure antistress, semplici problemi legati ad una vescica od al problema di lavarsi la biancheria. Questioni che nella loro estrema semplicità, ci faranno capire quale può essere una dimensione di vita alternativa a quella che viviamo di solito. Per alcuni, semplicemente, sarà la prima volta che incontrano se stessi e garantisco che non è poco.
Insomma, vi dico che qualche passeggiata una mese prima di partirte è utile e vi farà bene, ma lasciate che una sottile ansia di partire penetri nella mente e nel cuore. In fondo siete già partiti, anche se fisicamente vi state solo abituando a farlo....Ultreya

Oriano:
Ciao Primo
grazie per aver colto il mio invito a scrivere qualcosa sull'argomento, ma soprattutto, lo ripeto, per la semplicità e la proprietà di linguaggio che contradistinguono i tuoi post.
Sono certo che queste righe saranno di aiuto a molti pellegrini
Ciao,
Oriano
 :)

davideadesso:

Parole sante! aggiungerei , invece di pensare al "meditate gente, meditate.." provate con "rallentate gente, rallentate.."
Ogni volta che mi ritrovavo a pensare alla mia andatura , lungo il cammino e a volte anche ora in citt‡, qualsiasi essa fosse, veloce , lenta, giusta ecc Mi obbligavo a rallentare ancora... e poi ancora. Non so se Ë solo il mio caso  ma garantisco che Ë impensabile quanto si possa rallentare.Il cammino non Ë una maratona e per ascoltare bisogna fare poco rumore, piccoli passi, sorrisi  e seguire le frecce fatte di sassi.

antoniodonatelli:
Caro Primo hai colto nel segno, Ë il cammino che ti plasma, non la meta.Quando il pellegrino arriva a Santiago ha gi‡ scoperto tutto quello che doveva o voleva scoprire. E' per questo che mi ripeto continuamente, Antonio, quando caspesterai ancora quella terra, che da secoli ha affascinato potenti e deboli, ricchi e poveri, credenti e non, avventurieri e sapienti, fa che il tuo passo sia lieve e lento, in modo che il tuo respiro entri in sintonia  con la terra che calpesti e con tutti ciÚ che incontri : pellegrini, animali, vento che cerca di scompaginare le tue aspettative, la benedetta acqua che possa lavare quella patina che ti porti spesso appresso, l'alba e il tramonto  possano contare i tuoi passi.
Solo allora potremo dire di aver fatto il nostro cammino.

Buon cammino per sempre


davideadesso:
Grazie Antonio,
Bello leggere le tue importanti parole e accorgersi che il cammino ce le ha impresse nel cuore.

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