Le sincronicità che guidano nella via
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Quando ho potuto – e quando ci sono riuscita, vincendo lo sforzo e il dispiacere di staccarmi dalle persone eccezionali che incontravo ogni giorno – ho percorso in modo solitario ampi tratti del Cammino di Santiago de Compostela.
Un mattino, quando il sole cominciava a scaldare, il sentiero entrò in un bosco molto fitto da sembrare buio. Mi parve di accedere a un mondo magico, incantato, deliziosamente fresco e ossigenato, con una colonna sonora di musiche di uccelli. Ero talmente presa da queste sensazioni meravigliose che evidentemente non ho osservato con la cura necessaria le conchiglie indicanti il tracciato da seguire.
Dopo un bel po’ – forse 40 minuti, forse un’ora... – ritornai alla realtà e mi accorsi che qualcosa non andava: non avevo incontrato nessun pellegrino né alcuno mi aveva sorpassato; non avevo notato nessuna conchiglia o altra segnaletica... Cercai dei punti di riferimento, ma tra le fitte alberature non riuscii a trovarne. Ebbi anzi l’impressione di stare percorrendo un tratto già fatto in precedenza. Non mi allarmai più che tanto: “in fondo – pensai – qui si sta benissimo.”
Iniziai però a prestare molta più attenzione, cercando di capire almeno verso quale punto cardinale mi stavo muovendo. Camminai ancora per un bel tratto, ma continuavo a vedere niente altro che bosco tutt’intorno. Allora quella strana compagna che è la paura si destò d’improvviso dentro me, salì in cattedra e cominciò a recriminare, a incolparmi spietata e a suscitarmi ansia come sa fare splendidamente. Mi prodigai nell’opera di farla star zitta... ma venne fin troppo facile realizzare che in effetti, anche qualora avessi voluto tornare indietro, non conservando memoria dei sentieri percorsi e non avendo fissato alcun punto di riferimento, avrei avuto medesime probabilità di capire dove mi trovavo e di uscirne rispetto a quelle che potevo avere continuando ad andare avanti. La paura si ringalluzzì vittoriosa e con essa ansia e nervosismo crebbero con logica esponenziale. I miei pensieri iniziarono a vagare passando dai più preoccupanti scenari che avrebbero potuto verificarsi a quelli affrontati dagli umani nella loro storia. Ricordo che pensai persino, immedesimandomi a sufficienza, a Cristoforo Colombo nei giorni che precedettero il grido “terra!”.
Finalmente all’orizzonte intravidi un po’ di luce, col classico effetto di uscita da un tunnel. Presi coraggio e affrettai il passo. Fuori dal bosco, c’era un’ampia radura e – oltre un filare di alberi – mi sembrò di intravvedere una strada. Abbandonai il sentiero e attraversai la radura: in effetti la strada c’era, ma... sembrava abbandonata da tempo, con l’erba che in certi punti aveva bucato l’asfalto; cumuli di foglie secche; buche... Tutt’intorno tratti di radura e alberi che limitavano la visuale. Proseguii sul quella strada deserta utilizzando il sole come bussola. I minuti di cammino mi sembravano eterni e lo sconforto cresceva.
A un tratto vidi comparire un’auto che veniva verso di me e tanto bastò per sentirmi di nuovo leggera; ma... l’auto svoltò repentina, ben prima di raggiungermi, e sparì dalla mia vista. Rimasi impietrita e smarrita. Fortunatamente ne sentii ancora il rumore... Sì, si era fermata e stava tornando indietro. La vidi dopo poco arrivare davanti a me e fermarsi: erano tre ragazze che, pur abitando in un paese non molto distante, forse perché fresche di patente, si erano smarrite anche loro, finendo in quella strada abbandonata ormai da anni e nella quale nessuno più passava perché il traffico si era spostato in una nuova strada, più larga e veloce.
Quando mi hanno intravvista, le ragazze hanno pensato che avessi smarrito il sentiero del Cammino di Santiago e, senza esitare, sono tornate indietro per venirmi a chiedere se avessi bisogno di aiuto.
Grazie a una loro (rudimentale) carta stradale, mi hanno mostrato di quanti chilometri mi fossi scostata dal tracciato del Cammino e quanti altri avrei rischiato di doverne percorrere per giungere al primo paese se loro non mi avessero soccorso. Per un po’ abbiamo cercato di capire quale stranissimo percorso avessi fatto per arrivare in quel punto, ma non ne siamo venuti a capo ed è rimasto un mistero.
Quando le salutai con l’immensa gratitudine che mi sgorgava dall’animo, ripresi di buon passo promettendomi di seguire scrupolosamente le loro indicazioni per ritrovare il sentiero verso Santiago de Compostela, ma per tutto il giorno il mio pensare è stato rapito da quella formidabile sincronicità: io, completamente smarrita; le ragazze, anche loro vittima di uno sbaglio di orientamento e di direzione... E questo smarrimento reciproco ci ha portato a incontrarci in una strada abbandonata e deserta che nessuno percorreva più da tempo. Per altro con una precisione geometrica! Sarebbe infatti bastato un nulla: pochi secondi o qualche metro in più o in meno e il nostro incontro non sarebbe potuto avvenire.
Invece, magicamente, è andata diversamente.
Questa scrittura si trova alle pagine 29,30,31,32 e 33 del volume:
(http://www.libreriaeditriceurso.com/album/sincronicita_copertina_D.jpg)AUTORI VARI
(Forum dei pellegrini)
Quando il cammino trascende
Sincronicità vissute da Camminanti e Pellegrini
(A cura di Fiorenzo Zerbetto)
Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 10
ISBN 978-88-6954-110-0
2016, 16°, 2016, € 12,00 (http://www.libreriaeditriceurso.com/immagini_1/carrellino.gif) (http://www.libreriaeditriceurso.com/barra_sotto/compra.html)
Il Progetto del Forum dei pellegrini, che sembrava un sogno al Convegno di pellegrini e poeti di Chivasso di dicembre del 2015, dopo un anno è diventato realtà. Sono in tutto ventotto le testimonianze incredibili raccontate per la prima volta tutte assieme con la meraviglia, la sorpresa di persone il più delle volte non allineate ortodossamente con la fede tradizionale, o che hanno fatto fatica – non solo ad accettare l’eccezionalità di ciascuna di queste esperienze, ma anche a parlarne –, e che tuttavia hanno sentito l’urgenza di doverlo fare, non appena sono venuti a conoscenza della nostra iniziativa.
28 testimonianze di situazioni vissute da Camminanti e Pellegrini. Pur con caratteristiche diverse, esse si collocano al di fuori di ogni logica probabilistica e aprono riflessioni su dimensioni, stati d’animo e accadimenti oltre l’ordinario.
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LIBRI SUI CAMMINI DEL PELLEGRINO
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