Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

OLTRE IL CAMMINO... => Announcements - Annunci - Avisos => Topic aperto da: Francesco Urso - 26 Novembre 2011, 13:19

Titolo: Pedrouzo – Santiago Km 21 ore di cammino 5,30, Maria Antonietta Nichele
Inserito da: Francesco Urso - 26 Novembre 2011, 13:19
(http://www.libreriaeditriceurso.com/escursioni/caminosantiago/mappa.gif)
DA ANTONIETTA, pellegrina iscritta a questo nostro FORUM, RICEVO QUESTO MESSAGGIO:

…vi invidio parecchio per il raduno che il giorno 11 dicembre vi troverà riuniti e al quale non posso partecipare per la troppa distanza che ci separa. L'esperienza del pellegrinaggio mi è rimasta dentro in modo incredibile e mi piacerebbe molto vivere un'esperienza così ,di condivisione tra fratelli di cammino, non potendo però esserci vi invio la cronaca del mio ultimo giorno di cammino, il mio ingresso nella città apostolica, il mio incontro con Santiago tanto sofferto ma più ancora desiderato, auguri a tutti e buon incontro
ultreia Antonietta

21 GIUGNO

Pedrouzo – Santiago    Km 21   ore di cammino 5,30


Ecco, ci siamo… partenza per l’ultimo tratto… ma è proprio vero? …davvero questi sono gli ultimi venti degli ottocento e più chilometri percorsi in questo mese? …che poi se si considerano quelli fatti per visitare città, paesi e villaggi… finisco col perdere il conto meravigliandomi ancor di più…
Anche oggi partiamo tremule lucciole nella notte… è veramente presto, sono da poco passate le quattro, ma la levataccia è stata doverosa in quanto il programma prevede di godere il sorgere del sole dal Monte del Gozo, che dista a quindici chilometri da qua.
Un violento acquazzone, ancor prima di partire, ci toglie ogni speranza di aurora e di alba ma sembra calmarsi presto e, senza lasciarci abbattere da sconforto e delusione, affrontando il buio della notte ci incamminiamo.
E’ una pioggerellina fina quella che scende ora, il resto gronda dagli alberi ma non importa, è l’ultimo tragitto immerso nella natura e va bene così.
Va bene camminare senza quasi vedere dove metto i piedi, inzaccherandomi ancora un po’ e con l’acqua che, doccia benefica, mi lava dalla testa ai piedi pensieri, fatiche e palta mentre l’oscurità lascia alla fantasia il compito di contemplare quel che l’occhio ancora non può vedere e così quando il giorno avanzando senza sfarzo né splendore, arriva a rivelare con il suo chiarore il mondo che c’è, volutamente lo ignoro e con lo sguardo mi spingo oltre per scorgere, da lontano, non tanto le prime luci o le prime case di Santiago quanto le guglie della cattedrale che della città è il cuore, che della cristianità è il simbolo, che del mio peregrinare è la meta.
Ancora un bosco di eucalipti che ci permette di tagliare fuori la strada nazionale poi, ancora, uno spazio aperto da costeggiare prima di rituffarci nuovamente in una oscura vegetazione… ultima occasione per proseguire anche con il cammino interiore…
Non provo euforia né sorpresa, non c’è magia né un senso di stupore… del lungo pellegrinaggio siamo ormai alla fine e… gonfio di tristezza è il mio cuore…
Quest’ultima parte di cammino ha ceduto il passo alla modernità… ed è il cemento che vuole raccontarmi quello che il cuore già sa… ma ancora non sono pronta a lasciarlo parlare e non perdo tempo a constatare il mutamento del paesaggio che può solo deludermi e rattristare, non perdo tempo a rimpiangere il verde dei boschi, dei campi o dei prati lasciando che prenda il sopravvento lo scoraggiamento che il nuovo scenario mi dà… lo sguardo s’allunga e spazia oltre per contemplare le nuvole che disegnano il cielo con grigie sfumature ovattate mentre nel contempo tendo l’orecchio all’abbaiare dei cani nei giardini e al cinguettio degli uccelli sugli alberi che, gioiosi, salutano il nuovo giorno e il nostro passare…
Mentalmente rivolgo un grazie al firmamento perché, in questo spazio di tempo, nessun aereo è decollato o atterrato nel vicino aeroporto permettendomi così di poter passare oltre ignorandolo completamente e… via con passi stanchi che tradiscono quella fatica che l’ansia di arrivare vuol negare e… ancora avanti… e avanti…

L’alto di Labacolla col rio omonimo dove gli antichi pellegrini usavano lavare corpo e vestiti quasi a mondarsi e purificarsi prima di presentarsi davanti alla tomba dell’apostolo… e poi su… inizia la salita al Monte del Gozo… il monte della gioia… qui, anticamente, i pellegrini ringraziavano Dio e forse, suppongo, lo ringraziavano cantando e piangendo, appunto, di gioia …ma questa marea di prefabbricati, questa serie di costruzioni a schiera che sono il nuovo rifugio completo di bar, ristorante, banca e ipermercato… fa venir voglia di piangere si ma …solo di rabbia.
A questa collina, così rovinata, perdono solamente l’omaggio che hanno fatto a Giovanni Paolo II, una costruzione (imponente ma non proprio bella) a ricordo della giornata mondiale della gioventù.
Questo grande Papa, pellegrino per eccellenza, proprio qui, nel 1992, ha riunito milioni di ragazzi da tutto il mondo e da qui è riuscito a rilanciare, recuperando il vigore del Medioevo, questo significativo pellegrinaggio che, dopo aver raggiunto il culmine nel XIII secolo, successive epidemie di peste, divisioni religiose e altre cause avevano fatto decadere.
Mancano ormai solo pochi chilometri alla meta… cinque o sei non di più… ci fermiamo per fare colazione… ci fermiamo per ritardare, almeno un po’, l’inevitabile conclusione… ma il vero motivo per cui mi fermo io è per assicurami che, al passo con i miei piedi, ci sia anche la mia anima…
Non c’è fretta ora… il Cammino è ultimato… la paura di non farcela è svanita… e inoltre non  piove più.. ma basta indugiare è ora di riprendere la via… giù dal monte incontro alla città fredda e rumorosa come lo sono tutte le città ma … il cartello con la scritta “SANTIAGO” fa si che le si perdoni tutto, il cartello SANTIAGO ci fa urlare di gioia, ce l’abbiamo fatta davvero… complimenti a tutti …e baci e abbracci sciolgono tensioni, muscoli ma soprattutto cuori.
Ora l’ultimo obiettivo è “LA CATTEDRALE” …e mentre avanziamo trionfanti zigzagando tra le macchine il dito, svelto, picchietta sul telefonino per scrivere messaggi di soddisfatta e orgogliosa gioia… “Santiago è nostra”.
A suon di SMS c’è un gran daffare per comunicare con chi, durante tutto il viaggio, è stato nei nostri pensieri per poter condividere con loro l’emozione di questo momento di gloria.
Entriamo nella città dell’apostolo attraversando la sua parte meno ospitale e più moderna dove, praticamente, non esistono né frecce gialle né altri segnali capaci di indicarci la giusta via da seguire… ma all’ingresso della città vecchia, la città di pietra, come viene definita, questo luogo riesce a recuperare tutto il suo fascino, il suo antico splendore… passando attraverso la Puerta del Camino torna la poesia ridestando in me la commozione che, prendendo il sopravvento, riesce a colmarmi di gioia sia la mente che il cuore.
Qui la provvidenza ci fa incontrare Ernesto, uno dei tanti pellegrini conosciuti per via, che si incarica di guidarci fino a “Praza do Obradoiro” e poi subito in rùa do Vilar dove dobbiamo metterci in fila per poter ritirare la Compostela, il sospirato documento ufficiale dell’avvenuto pellegrinaggio “DEVOTIONIS CAUSA” e infine, prima di lasciarci per andare incontro ad altri pellegrini, ancora a consigliarci e a guidarci verso un ostello dove, più tardi, potremo chiedere ospitalità, un convento francescano poco distante da qua.

Ora, finalmente soli e con il nostro prezioso documento stretto nella mano, è giunto il momento di fare il passo più importante… quello dell’ingresso in cattedrale per andare, finalmente, a ringraziare S.Giacomo, l’apostolo che, sull’esempio di Gesù, primo pellegrino della storia, si spinse fin qui, fino ai confini della terra perché la Parola di Dio arrivasse al cuore di ogni uomo… al mio cuore… è giunto il momento di andare a rendere grazie perché, nonostante la fatica, le vesciche e i dolori sono riuscita ad arrivare qua, punto d’arrivo di vera partenza, il giusto traguardo dal quale vorrei saper iniziare il nuovo cammino della mia vita che vuole e deve essere rinnovato nella speranza, nella pace e nell’amore che solo la fede dà.
Praza do Obradoiro…in questa piazza il cui nome significa “opera d’oro” un sentimento di timore e di inquietudine mi blocca… mi guardo intorno… il Palacio de Gelmirez, l’Hotel de los Reyes Catòlicos, il Palacio de Rajoy e il Collegio de san Jerònimo… e non so se stare o… andare …guardo la grande scalinata, del XVII  secolo, formata da due rampe con in mezzo la porta della cripta, osservo con stupore le due torri che, maestose sentinelle, si innalzano verso il cielo e, attente, vigilano e sorvegliano la città… il mio sguardo poi si posa sulla statua di Santiago che, dall’arco centrale, par che guardi proprio me… e …a quello sguardo riprendo a camminare.
Non so entrare dall’ingresso principale… ho bisogno di cercare una porta più piccola e un po’ più anonima… mentre dal cuore, timido, ma supplice, un canto risale…

“…tra le mani non ho niente spero che mi accoglierai… chiedo solo di restare accanto a te…”

I miei passi mi guidano verso piazza de la Platerias… ancora un attimo di esitazione e poi, finalmente, mi decido ad entrare… eccomi …sudata, stanca ed acciaccata…

“…sono ricca solamente dell’amore che mi dai… è per quelli che non l’hanno avuto mai…”

Il santuario è gremito di gente che attende l’inizio della S.Messa, di gente che, naso all’insù, si è lasciata rapire da si tanta bellezza, di gente che, pazientemente, attende di poter salire ad abbracciare il busto del santo o di scendere nella cripta a rendere omaggio alle sue reliquie custodite in una urna d’argento.
Mi guardo intorno intimorita e spaesata poi, facendomi coraggio, inizio ad avanzare anch’io, tra la folla, guardando e ammirando tutto con avidità.
Mi muovo a fatica per via della ressa e dello zaino ingombrante ed è un continuo chiedere scusa a quanti incontro sui miei passi mentre avanzo in cerca di un posto dove poter sostare per assistere alla celebrazione eucaristica del pellegrino che sta per iniziare e che sarà (per mia e nostra grande gioia) in lingua italiana.
A presiederla sarà il vescovo di Biella giunto qui in pellegrinaggio con alcuni fedeli della sua diocesi e la sua presenza, per un attimo, mi fa sperare che sì, vedremo il “botafumero” oscillare sopra le nostre teste per incensare odori e umori… speranza subito naufragata dalla notizia che è fermo per restauri…
Al termine della celebrazione torno fuori sulla piazza… c’è troppa gente e non mi va di andare ad abbracciare Santiago spinta dalla fretta di chi incalza alle mie spalle e poi ancora non ho raccolto tutti i miei pensieri… insomma… non sono del tutto pronta… ho bisogno di prendermi tuttora un po’ di tempo…
Eccomi quindi a ciondolare per via perché gambe, mente e cuore sono incapaci di fermarsi… dopo tanto camminare è davvero una gran fatica tenere i piedi fermi e dar tregua al mio pensare…

“…io lo so Signore che vengo da lontano
prima nel pensiero e poi nella Tua mano
io mi rendo conto che Tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così…”

Cammino per le vie di Santiago perché altra fame ci porta a cercare altro santuario… Casa Manolo è quello che Ernesto (ora di nuovo con noi) ci suggerisce e mentre lo raggiungiamo mi perdo nello sfavillio della vetrine che, numerose, offrono ai miei occhi un’infinita varietà di oggetti ricordo tra i quali, nelle prossime ore, mi perderò sicuramente per cercare tanti piccoli souvenirs da donare a quanti sono nel mio cuore.
Cammino per le vie di Santiago perché una strana inquietudine serpeggia in me… è come se una parte di me ancora non fosse arrivata… come se una parte di me si fosse persa … e non so dov’è…

“…quando busserò alla Tua porta
avrò fatto tanta strada.
Avrò piedi stanchi e nudi…”

“…se m’accogli mio Signore altro non Ti chiederò e per sempre la Tua strada la mia strada resterà… con la mano nella Tua camminerò…”

Ma…
Troppo… qui tutto è troppo… ed è in questo troppo che una parte di me si è smarrita… troppo solenne la liturgia… troppa la folla che intorno a me si stringe… troppo grande il tempio in cui ho cercato il senso del mio peregrinare… troppo ricco di fascino, di storia, di arte e di significato… troppo lunga la coda per raggiungere il santo e troppo grande e troppo fermo il botafumero che su me non ha effuso né aroma di pace né profumo di devozione… troppi i souvenirs che i negozi offrono e troppo abbondanti le porzioni al ristorante che ora appesantiscono il mio andare… e il troppo, aimè, come niente può confondere e disorientare… ma eccoci nella casa di san Francesco e spero, grazie a lui e al suo amore per sorella povertà, di poter fare un po’ d’ordine nel mio cuore turbato da dubbi e perplessità.

Appena varcato il portone, nel piccolo cortile che attraversiamo, la statua del Santo poverello e una bianca colomba posata sulla sua spalla, sembra mi dicano: -“benvenuta…” l’affabilità e la semplicità con cui veniamo accolti mi donano conforto, mi fanno sentire di casa e l’anima, finalmente a suo agio, sollevata e timida fra sé, e solo per sé, un canto francescano intona…

“…dolce è sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore.
Dolce capire che non son più sola
Ma che son parte di un’immensa vita,
che generosa risplende intorno a me…”

non siamo, ancora del tutto accomodati che subito riceviamo un dono…
Siamo invitati a nozze.

Nella cappella di questo ostello, alle ore 19, Michela e Francesco, due giovani di Grosseto, concluderanno il loro pellegrinaggio unendosi in matrimonio.
Il celebrante, don Claudio, con sapienza divina e sensibilità umana squisita parla ai neo sposi (ma anche a tutti gli sposi presenti) dell’amore di Dio nonché del dono dell’amore umano che solo in Lui può trovare pienezza, facendo capire come, tutti i gesti così buoni, belli e carichi di sentimento di cui l’uomo è capace, possano essere sublimati e trasformati in sacra realtà, se vissuti nella sequela di cristo.
A questo regalo inatteso trovato al nostro arrivo qui ne segue un secondo.
Alle ore 22 dopo che il rifugio ha chiuso i battenti dietro noi che siamo gli accolti, veniamo guidati nuovamente nella cappellina dove ci viene consegnato un piccolo sasso sul quale è dipinta una, a noi ben nota, freccia gialla.
Mi guardo intorno incuriosita, una dolce musica riempie la penombra del luogo rischiarato solo dalla debole luce del lume che indica la presenza del SS. Sacramento e tutto ci invita al silenzio…
Frate Paco accende una lampada votiva… tre fiammelle che vogliono rappresentare la Fede, la Speranza e la Carità… una lampada che vengo invitata a tenere fra le mani qualche istante prima di posarla nelle mani di chi mi sta vicino… una lampada che passerà tra le mani di tutti prima di ritornare sull’altare… e prego…
“Dio luce del mondo, guida al mio cammino, possa anch’io divenire luce di vita testimoniandoti a chi mi sta vicino”.

Ancora un attimo di silenzio prima di una breve lettura del Vangelo che ci presenta Gesù luce del mondo e, a seguire, frate Paco ci dice…

PAROLE PER IL CAMMINO

Pace e bene:

In questa notte magica, nel cuore della città di Santiago de Compostela, che per molti giorni fu un sogno e una meta nella tua anima, ti do il benvenuto, camminante della vita. E voglio che tu sappia che noi santiaghesi siamo un po’ bugiardi perché diciamo che c’è un cammino che viene a noi però, in realtà, il segreto si radica nel fatto che non si conclude qui il tuo cammino, ma che adesso comincia. La tua vita è il tuo cammino.
Hai nella tua mano una pietra. Quella pietra è la tua vita: sei tu. Con la tua vita, come con una pietra, puoi fare due cose: buttarla nel cammino, e una pietra buttata al bordo del cammino non serve a niente. O, al contrario,  prenderla tra le mani affinché sia il cimento fermo e solido della tua nuova vita dopo aver peregrinato a Santiago. Sulla tua pietra c’è dipinta una freccia gialla, che tanto familiare ti risulta. La freccia indica sempre il cammino, la buona direzione verso la meta anelata. Il cammino è l’amore, così e come lo intuì circa duemila anni fa una persona eccezionale: Gesù di Nazareth, “cammino, verità e vita”. Se ami, starai camminando verso l’ansiata felicità alla quale aspiri. E alla fine del cammino sempre c’è una meta; la meta e la felicità piena, e quella felicità io la chiamo DIO.
Sei nella casa di san Francesco d’Assisi, un pellegrino come te, seguitore fedele di Gesù di Nazareth, anch’egli pellegrino. Questo è un focolare di pace e speranza. Oggi, in questa notte, sta con noi l’umanità intera. Ti invito affinché oggi nasca di nuovo, al meglio di te. A ritrovare il sentiero della semplicità che conduce alle radici del tuo essere (la vita si sostiene nelle radici). Domani andrai percorrendo nuovi sentieri, nuovi cammini. Ricorda che in tutte le circostanze della vita devi proseguire avendo attitudine di umile pellegrino che sa che tutta la scienza della vita consiste nel camminare verso un orizzonte di speranza.
Da qui, dal convento di san Francesco, nella città dell’apostolo, ti invitiamo a essere testimone della pace, della speranza e dell’amore.
L’amore è una rivoluzione ancora da fare, quella rivoluzione che può essere che stia iniziando nel tuo cuore. Ama e vincerai, come Gesù di Nazarerth amò fino ad aprirci le porte della felicità, una felicità che consiste nell’amare ed essere solidali. E quando ritornerai alla tua terra ricorda che un giorno sei stato con noi condividendo il meglio dell’umanità, la nostra capacità di amare. Ti benedico: cammina e ama. L’amore è il cammino. E DIO è amore.


Concludiamo questo momento di preghiera con il Padre Nostro recitato tenendoci per mano e il recitarlo ognuno nella propria lingua gli conferisce una musicalità nuova e solenne capace di farci sentire veramente parte dell’universo tanto che, l’abbraccio fraterno e vigoroso che a questo punto veniamo invitati a scambiarci, ha il potere di unirci non solo tra noi ma, anche, con tutto il mondo che noi rappresentiamo.

Ora mi sento veramente arrivata… ora la mia anima ha finalmente raggiunto la meta che i piedi già stamani avevano guadagnata… ora posso davvero dire…

“SANTIAGO … ECCOMI”

Praticamente ero partita con nello zaino il sasso dei miei peccati (lasciato alla cruz de herro) …ora mi ritrovo nelle mani un altro sasso… quello che mi accompagnerà nel mio futuro.
Ricominciare da Santiago una nuova vita, portando a casa un ciottolo con dipinta sopra una freccia gialla a indicare la via della luce, un sasso da non perdere mai di vista, la pietra scartata divenuta pietra angolare su cui tutto deve poggiare… e dopo tante cose che in questo viaggio ho perduto possa Santiago farmi trovare la forza e la capacità di non perdere mai ciò che veramente conta, la FEDE, la SPERANZA e la CARITA’… o meglio, non che le perda ma che finalmente le possa trovare proprio seguendo la freccia gialla che mi ha portata qui…

Che mi ha portata …ad limina Sancti Jacobi.
Titolo: Re:Pedrouzo – Santiago Km 21 ore di cammino 5,30, Maria Antonietta Nichele
Inserito da: antoniodonatelli - 27 Novembre 2011, 16:43
Grazie Antonietta,
il cammino quello della vita, tra difficoltà e delusioni ma non solo..., ci deve sempre aprire il cuore alla speranza e all'amore verso tutte quelle persone che attraversano il nostro sentiero. La semplicità e il saper accogliere, vissuti  sul cammino di Santiago, sono le braccia del nostro vivere quotidiano.
Buon cammino sempre, antonio 
Titolo: Re:Pedrouzo – Santiago Km 21 ore di cammino 5,30, Maria Antonietta Nichele
Inserito da: antonietta nichele - 08 Dicembre 2011, 19:01
Grazie Antonietta,
il cammino quello della vita, tra difficoltà e delusioni ma non solo..., ci deve sempre aprire il cuore alla speranza e all'amore verso tutte quelle persone che attraversano il nostro sentiero. La semplicità e il saper accogliere, vissuti  sul cammino di Santiago, sono le braccia del nostro vivere quotidiano.
Buon cammino sempre, antonio
Titolo: Re:Pedrouzo – Santiago Km 21 ore di cammino 5,30, Maria Antonietta Nichele
Inserito da: antonietta nichele - 08 Dicembre 2011, 19:22
grazie Antonio per le tue parole, è stato un cammino molto sofferto ma anche molto significativo. Spero di poterlo rivivere un giorno, è un sogno questo che conservo nel cuore, non passa giorno, infatti, che  io non riviva quell'avventura,  grazie anche a quanto posso vedere e leggere su questo forum che mi consente di arricchire i ricordi di quei giorni rinnovandoli con nuove emozioni. Emozioni che mi regalate tutti voi che, pubblicando le vostre esperienze, siete diventati i miei nuovi compagni di viaggio.  ultreia
Titolo: Re:Pedrouzo – Santiago Km 21 ore di cammino 5,30, Maria Antonietta Nichele
Inserito da: cinzia69 - 21 Agosto 2013, 22:17
Ho appena terminato di leggere il racconto del tuo ultimo giorno di cammino e mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi.
Le parole che hai scritto, soprattutto quelle che in modo inaspettato provenivano dal più profondo spazio del tuo cuore, mi hanno commossa.
Grazie M. Antonietta di avermi fatto rivivere quel momento straordinario...
Grazie di cuore
Cinzia
Titolo: Re:Pedrouzo – Santiago Km 21 ore di cammino 5,30, Maria Antonietta Nichele
Inserito da: antonietta nichele - 22 Agosto 2013, 08:36
Grazie a te, anch'io leggendo il tuo blog giorno per giorno ho rivissuto quell'esperienza, quell'appuntamento quotidiano un po' mi manca perché mi rinnovava un sacco di emozioni, emozioni che ora ritrovo nella chat e leggendo diari di altri pellegrini. Il bello di queste "esperienze di penna" è che continuano nel tempo e regalano emozioni a volte uguali a volte meravigliosamente nuove facendoti sentire sempre in cammino e sempre con nuovi amici.