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Pellegrinaggio
Tutto cominciò parecchi anni fa, quando mio fratello si ammalò di colite. Sembrava una cosa grave e io, molto preoccupato, feci un voto: sarei andato a piedi, in pellegrinaggio, da Noto al Santuario della Madonna della Scala, ogni qualvolta da Milano mi fossi recato a Noto, cosa che succedeva di solito nelle vacanze estive.
Mia moglie e le mie figlie erano al corrente di questo mio voto.
Continuai per molto tempo a recarmi al Santuario a piedi, ma negli ultimi anni dovetti ricorrere a mezzi di locomozione perché Noto dista circa dodici chilometri dalla Madonna della Scala.
Nel 2015 ho fatto il viaggio a Noto in compagnia di mia moglie, mia sorella e suo marito Sergio. Il mattino in cui decisi di recarmi in pellegrinaggio alla Madonna della Scala, mio cognato Sergio espresse il desiderio di accompagnarmi. Prendemmo l’automobile e ci avviammo verso il Santuario.
Durante il tragitto egli volle che raccontassi dei miei pellegrinaggi precedenti. Accettai volentieri e descrissi il luogo e le sue caratteristiche: si lascia la strada provinciale; ci si inoltra sul viale ove ogni cento metri sono raffigurate le stazioni della via crucis; arrivati sul piazzale ci si reca subito a dissetarsi alla sorgente ove sgorga l’acqua fresca e limpida; dopo di che, percorrendo il sentiero, si arriva ai ruderi di un’antica chiesa. “La cosa più sorprendente, misteriosa e affascinante – spiegai – è però il dipinto su roccia, il quale raffigura una Madonna bellissima, un viso meraviglioso, capelli biondi con indosso un manto azzurro su sfondo di un cielo celeste, con in braccio il Bambino Gesù sorridente e sulla destra una piccola scala.”
Ho raccontato a Sergio anche un fatto strano che mi capitò una di quelle volte in cui ammiravo il dipinto su roccia e pensavo con rammarico: “Come mai una reliquia così preziosa è lasciata esposta alle intemperie?” Accadde che un signore alto e distinto, che si trovava alle mie spalle, come se avesse letto il mio pensiero disse: “Non si rammarichi, la leggenda dice che questo dipinto sia opera di alcuni angeli i quali notte tempo, circa 400 anni fa, lo dipinsero talché il mattino seguente i viandanti rimasero stupefatti e felici per il prodigio che si presentò alla loro vista. Come può constatare, il dipinto in questi ultimi 400 anni non è stato scalfito per nulla dal tempo”.
Finito il racconto, io e Sergio arrivammo sul piazzale antistante al Santuario e ci dirigemmo alla sorgente per dissetarci. Incuriosito dal mio racconto, Sergio volle che si andasse subito a vedere la Madonna dipinta su roccia. Ci avviammo per il sentiero che conduce ai ruderi, ma purtroppo il cancelletto di accesso era chiuso e, con nostra somma delusione, tornammo indietro verso il Santuario.
Mentre recitavamo le nostre preghiere sentimmo delle voci provenire dalla sagrestia; ci dirigemmo lì e vi trovammo un sacerdote che conversava con delle persone. Chiesi allora al sacerdote se si potesse vedere l’immagine della Madonna dipinta su roccia. Il sacerdote, stupito per la mia richiesta, rispose che nei ruderi della chiesa abbandonata non c’era nessuna Madonna dipinta su roccia; che, sì, vi era stata, ma frate Bartolomeo, circa 400 anni prima, la fece staccare e la fece collocare nel santuario e oggi è li sull’altare che la Madonna è ancora esposta.
A questa affermazione io rimasi scioccato. “Non è possibile – continuavo a ripetere – io l’ho vista dipinta sulla roccia.”
E lui continuava a dire: “L’avrà sognata.”
Ma io insistevo: “L’ho vista! L’ho vista!”
In quell’istante affiorò nella mia mente il ricordo della Madonna da me vista, così come l’avevo descritta a mio cognato Sergio, il quale anche lui ripeteva: “L’ha proprio vista, mi è stata descritta così bene che non può averla sognata!”
Il sacerdote scuoteva la testa: “L’avrà vista in sogno...”
Io, con occhi increduli e scioccato, non sapevo a cosa credere, se alla mia verità o alle affermazioni del sacerdote.
Sono sicuro di non aver sognato ciò che mi è accaduto: ma non posso certo ignorare la realtà dei fatti esposti dal sacerdote.
Dopo lunga riflessione sono giunto alla conclusione che ci sono dei fenomeni percepibili e per noi inspiegabili, collocabili ai confini della realtà.
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Questa scrittura si trova contenuta da pag. 49 a pag. 52 del volume:
(http://www.libreriaeditriceurso.com/album/sincronicita_copertina_D.jpg)AUTORI VARI
(Forum dei pellegrini)
Quando il cammino trascende
Sincronicità vissute da Camminanti e Pellegrini
(A cura di Fiorenzo Zerbetto)
Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 10
ISBN 978-88-6954-110-0
2016, 16°, 2016, € 12,00 (http://www.libreriaeditriceurso.com/immagini_1/carrellino.gif) (http://www.libreriaeditriceurso.com/barra_sotto/compra.html)
Il Progetto del Forum dei pellegrini, che sembrava un sogno al Convegno di pellegrini e poeti di Chivasso di dicembre del 2015, dopo un anno è diventato realtà. Sono in tutto ventotto le testimonianze incredibili raccontate per la prima volta tutte assieme con la meraviglia, la sorpresa di persone il più delle volte non allineate ortodossamente con la fede tradizionale, o che hanno fatto fatica – non solo ad accettare l’eccezionalità di ciascuna di queste esperienze, ma anche a parlarne –, e che tuttavia hanno sentito l’urgenza di doverlo fare, non appena sono venuti a conoscenza della nostra iniziativa.
28 testimonianze di situazioni vissute da Camminanti e Pellegrini. Pur con caratteristiche diverse, esse si collocano al di fuori di ogni logica probabilistica e aprono riflessioni su dimensioni, stati d’animo e accadimenti oltre l’ordinario.
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