Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

OLTRE IL CAMMINO... => Testimonianze dei pellegrini - Diari => Topic aperto da: Francesco Urso - 31 Ottobre 2017, 15:20

Titolo: Nel Cammino nulla accade per caso, di Alberto Rodante
Inserito da: Francesco Urso - 31 Ottobre 2017, 15:20
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Proverò a raccontare le sincronie che a mio modo di vedere si sono verificate durante il mio Cammino Francese verso Santiago de Compostela, nell’agosto del 2015.
Se dovessi dare un titolo alle mie ‘sensazioni sincroniche’, ne sceglierei uno banale, ma significativo: ‘Nel Cammino nulla accade per caso’.
Le sincronie sono state diverse, legate l’una all’altra come un perfetto sistema di ingranaggi con molteplici ruote dentate ben lubrificate e combacianti tra loro.
Ma, come in ogni ingranaggio che si rispetti, c’è una ruota che, appena riceve l’energia dall’albero motore a cui è collegata, fa muovere di conseguenza tutte le altre. Qui però con una differenza rispetto agli ingranaggi meccanici: le sincronie nel Cammino sono infatti un ‘ingranaggio’ che è sempre in movimento e non si ferma mai. Il suo carburante è la magia dei Cammini, che rimane per sempre impressa nel nostro cuore e che non smette mai di far girare questo magnifico motore.
Uscendo finalmente dalla metafora, questa principale ruota dentata che muove tutto il sistema è stata il Cammino della Madonna delle Milizie 2015, organizzato dall’amico libraio ed editore Francesco Urso di Avola (‘Ciccio’ per gli amici).
L’ingranaggio ecco che comincia a prendere forma: ‘Milizie/Ciccio Urso’. Ma da qui al Cammino di Santiago de Compostela, che ho fatto, ancora ne corre. La mia idea infatti era un’altra: fare il Cammino di San Benedetto! A tale scopo, chiedo all’amico Ciccio Urso di fornirmi una guida. In quel momento, però, la guida che a me interessava non era nell’assortimento della sua libreria e Ciccio la ordina proprio per me.
Quando vado a ritirare la guida, Ciccio, malgrado l’avesse ordinata per venderla a me, mi convince a non acquistarla. Il lettore penserà che l’Urso non sia un tipo ‘normale’; e giustamente, aggiungerei io. Se un libraio ordina un libro su richiesta del cliente, perché mai dovrebbe convincerlo a non acquistarlo più? Ma d’altronde, se così avesse sempre fatto, probabilmente si sarebbe verificato un fallimento, e già molti anni prima. Eppure, vi assicuro, le cose sono andate proprio così.
Ciccio mi dice che il mio Cammino avrebbe dovuto essere un altro: quello francese che porta a Santiago de Compostela.
Nel descrivermi la magia di tale Cammino, riesce a convincermi e mi fa cambiare idea: mi vende così due guide del Cammino francese di Santiago, tenendosi in assortimento la guida del Cammino di San Benedetto, che spero tanto qualcuno si rechi da lui ad acquistare. Sarebbe un’ulteriore ruota dentata che si aggiunge all’ingranaggio: una guida che si trova lì per un Cammino non fatto e che per caso viene chiesta da un’altra persona intenzionata a percorrere proprio quel Cammino. Speriamo che accada.
Ricapitolando, a ora le ruote dentate di questo meccanismo sono tre: il Cammino delle Milizie, Ciccio Urso, il Cammino di San Benedetto. Ma, come dicevo, le sincronie sono un continuum. C’è infatti di mezzo anche il Cammino Francese, con la sua magia, la sua spiritualità, ma soprattutto le amicizie fatte lungo il percorso.
Ed è proprio in relazione alle amicizie che si aggiungono nuove ruote dentate all’ingranaggio, collegato a una ruota molto grande: il dolore fisico provato lungo il Cammino. Questa è una delle ruote più grandi, perché dalla sofferenza nascono e si rafforzano tante altre ruote costituite dai molti amici, i quali, per mezzo appunto del dolore, lungo il Cammino si incontrano o si rafforzano.
Comincio col descrivervi l’amicizia che si è rafforzata con Rolando, un caro amico di Palermo conosciuto sul Cammino delle Milizie, che faceva l’ospitalero a Bercianos.
Il giorno in cui stavo per arrivare nel suo albergue, per ragioni sanitarie l’albergue veniva chiuso. Io però non lo sapevo e, malgrado il mio dolore, ho proseguito fino a Bercianos proprio per alloggiare presso il suo albergue. Lui, a seguito della chiusura, prende un taxi e da Bercianos va verso la vicina città di Sahagun; ma accade che sulla strada ci incrociamo e lui mi veda dal taxi avanzare dolorante verso la destinazione in cui era previsto che ci incontrassimo. Il fatto che io, malgrado il dolore, anziché fermarmi mi sia ostinato a procedere pur di rispettare quell’appuntamento, gli è rimasto molto impresso. Ciò ha fatto diventare grande la nostra amicizia, che tuttora si alimenta giornalmente con contatti e scambi di idee sui Cammini. Rolando, un’altra preziosa ruota che si aggiunge all’ingranaggio.
Dalla sofferenza sono nate altre amicizie belle e toccanti, come quella creata dalla staffetta dei bastoncini da trekking. Mentre mi recavo a Leon, mi vede in lontananza una pellegrina di Milano, Tiziana, che avevo conosciuto giorni prima. Mi sorpassa. Poi la sera a Leon la incontro e mi dice: ‘Stamane, vedendoti camminare, ho notato che zoppicavi un pochino. Avrei potuto darti i miei bastoncini, ma c’ho riflettuto molto dopo, quand’ero avanti e ti avevo perso di vista. In ogni caso questi bastoncini non mi servono più, perché il mio Cammino si conclude qui a Leon. Visto che ti potrebbero essere utili e visto che io non posso arrivare a Santiago, faresti toccare tu ai miei bastoncini il suolo di Compostela?’. 
Chiaramente le dico di sì e con molto piacere. Lei aggiunge inoltre: ‘Ti raccomando, abbi cura di questi bastoncini, perché mi sono stati donati da una pellegrina la quale, a sua volta, ha dovuto interrompere il Cammino per motivi di tempo e mi ha chiesto di fare in modo che arrivino a Santiago de Compostela’.
Quei bastoncini non solo sono arrivati a Santiago, ma li ho portati fino all’oceano a Finisterre.
Dal dolore provato lungo il Cammino è nata anche un’altra grande amicizia, quella con una coppia di francesi: Alain e Muriel.
Alain, vedendo che avevo un problema al tendine, non solo ha cercato di aiutarmi con pomate e massaggi, ma, arrivato con la sua compagna all’albergue di Azofra, ha posato il suo zaino ed è tornato indietro per prendersi il mio zaino, al fine di consentirmi di camminare più leggero alleviando in qualche modo le pene ai piedi.
Non solo: a distanza di tempo, a Cammino concluso, mi ha regalato (e me lo ha inviato) un carrello per camminatori, a dimostrazione della sua infinita amicizia nei miei confronti.
Dal dolore che ho provato lungo il Cammino sono nate infinite sincronie.
Ecco ancora un episodio, avvenuto proprio nell’ultima notte del mio cammino.
La notte tra il 10 e l’11 di settembre è stato uno dei momenti più belli e attesi del Cammino.
La bellezza del Cammino è quella di pensare tanto, riflettere, ricordare emozioni del passato. Mentre mi recavo a Logoso, un paese a 16 chilometri di distanza dall’oceano, pensavo che l’indomani sarebbe stato l’ultimo giorno della stupenda esperienza che è il Cammino di Santiago. E devo confessare che ero un po’ triste, perché a distanza di due giorni sarebbe partito il mio aereo per il rientro a casa.
Nelle varie riflessioni di quel giorno, mi vennero in mente i racconti delle camminate notturne fatti dal mio caro amico Italo Benedetti. Egli non faceva altro che dire che il cammino notturno è intriso di un fascino unico, indescrivibile. Siccome desideravo – anzi, volevo fortemente – che quel Cammino non finisse mai, pensai tra me e me: quale migliore occasione per camminare di notte proprio l’ultima notte del cammino? E così decisi di fare, malgrado il paese successivo a Logoso fosse Cee, a 16 chilometri di distanza.
Giunto a Logoso a ora di cena, mi recai nell’unico albergue che c’era per mangiare qualcosa e poi proseguire il mio cammino notturno. Quando entrai, la proprietaria dell’albergue mi chiese subito i documenti per il pernottamento e io le risposi che mi interessava solo mangiare qualcosa e poi proseguire. Appena capì la mia intenzione, non vi dico quanti pericoli mi descrisse e quanti cattivi presagi mi preannunciò in merito al camminare notturno. Ma io ero deciso a proseguire e quella notte non volevo proprio interrompere. Gli avventori dell’albergue che stavano cenando, sentendo la signora che mi sconsigliava di partire mi guardavano in maniera strana. Un paio di loro diedero anzi manforte alla proprietaria dell’albergue e incrementavano pure loro la lista dei pericoli.
Ma non servì a niente: ero deciso sia a non interrompere il cammino, sia a provare la magia delle emozioni del cammino notturno che l’amico Italo Benedetti mi aveva descritto giusto un paio di mesi prima, durante il Cammino della Madonna delle Milizie. Non vedevo l’ora di uscire da quel posto al punto che decisi di fare una cena rapidissima. Dissi infatti alla signora di prepararmi un toast. Lo mangiai di corsa e andai via da quel luogo pieno di cattivi presagi.
Sperimentai così che il cammino notturno è veramente una bella esperienza. All’inizio mette un po’ di timore, ma poi diventa bello e naturale. Basta accendere la torcia e andare. Così feci. E quando vedevo che la strada era libera da pietre pericolose, spegnevo la torcia e proseguivo al buio guardando le stelle. Che emozione unica e impagabile camminare con lo sguardo in alto verso il cielo! E quant’è bello scorgere di notte l’oceano con le luci cittadine che si riflettono sull’acqua!
 Nel pieno della notte, verso le 3,30, giunsi a Cee. La stanchezza cominciava a farsi sentire e il sonno pure, non vi dico quanto. A quell’ora però non c’era alcun posto in cui andare a dormire. Pensai quindi che l’unica soluzione fosse stendere il sacco a pelo in spiaggia e dormire lì, malgrado la forte umidità. Mentre procedevo con questi pensieri, scorsi un albergue con la scritta: ‘h 24’.
Fino a quel momento, negli oltre 800 chilometri percorsi, non mi era mai capitato di vedere un albergue aperto h 24. Pensavo anzi che non ne esistessero. E invece quand’è che l’ho trovato? Proprio nel momento in cui ne avevo bisogno. Provai a suonare e un signore mi aprì per farmi pernottare in un letto comodo.
Ecco descritto un altro degli episodi inspiegabili che accadono lungo questo magico Cammino, dal quale non si torna mai del tutto... una parte di noi rimane lì per sempre.
Quant’è grande questo ingranaggio, che non smette mai di girare e che si arricchisce sempre di nuove ruote dentate!
Se mi sarà possibile, la prossima estate vorrei andare di nuovo a Santiago de Compostela attraverso il Cammino del Nord. Sono certo che l’ingranaggio continuerà sempre a crescere. Il prossimo anno vi racconterò.


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Questa scrittura si trova contenuta da pag. 114 a pag. 122 del volume:
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AUTORI VARI
(Forum dei pellegrini)
Quando il cammino trascende
Sincronicità vissute da Camminanti e Pellegrini

(A cura di Fiorenzo Zerbetto)
Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 10
ISBN 978-88-6954-110-0
2016, 16°, 2016, € 12,00  (http://www.libreriaeditriceurso.com/immagini_1/carrellino.gif) (http://www.libreriaeditriceurso.com/barra_sotto/compra.html)
Il Progetto del Forum dei pellegrini, che sembrava un sogno al Convegno di pellegrini e poeti di Chivasso di dicembre del 2015, dopo un anno è diventato realtà. Sono in tutto ventotto le testimonianze incredibili raccontate per la prima volta tutte assieme con la meraviglia, la sorpresa di persone il più delle volte non allineate ortodossamente con la fede tradizionale, o che hanno fatto fatica – non solo ad accettare l’eccezionalità di ciascuna di queste esperienze, ma anche a parlarne –, e che tuttavia hanno sentito l’urgenza di doverlo fare, non appena sono venuti a conoscenza della nostra iniziativa.

28 testimonianze di situazioni vissute da Camminanti e Pellegrini. Pur con caratteristiche diverse, esse si collocano al di fuori di ogni logica probabilistica e aprono riflessioni su dimensioni, stati d’animo e accadimenti oltre l’ordinario.
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