Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

CAMMINI SICILIANI => Riflessioni, esperienze, consigli, itinerari... sui "cammini siciliani" => Topic aperto da: Francesco Urso - 01 Ottobre 2011, 14:39

Titolo: I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo, di Roberto Patane'
Inserito da: Francesco Urso - 01 Ottobre 2011, 14:39
(http://www.libreriaeditriceurso.com/images/patane.jpg)
I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo
Le influenze cabalistiche nell'isola dei Normanni

in LA VOCE DELL'ISOLA 27 Settembre 2008

Nelle immagini. Qui sopra e qui vicino raffigurazione di San Giacomo.
In basso, la scalinata e la chiesa del santo a Caltagirone
(http://www.libreriaeditriceurso.com/images/patane1.jpg)
Il culto del Santo Giacomo si diffuse in Sicilia dopo la conquista normanna, come si evince dalle chiese nei secoli XII e XIII ubicate ad Agrigento, Partinico, Acquedolci, Messina, Licata, Comiso, Capizzi e Castronovo di Sicilia. Altre chiese dedicate a S. Giacomo degli inizi del XIV secolo le troviamo a Palermo, Caccamo, Enna, Piazza Armerina, Siracusa, Ferla, Ragusa, Gela, Caltagirone, Vizzini, Mineo e Augusta e molti altri centri minori .
Ruggero il Gran Conte investito Re a Palermo, entra a Caltagirone con le sue truppe e la libera dai Saraceni il 25 luglio 1090; la leggenda dice che nella notte ha sognato San Giacomo, non in veste di pellegrino, ma in veste di "Matamoros", impugnando la spada croce che verrà chiamata appunto "di San Giacomo" e che diverrà insegna dell'Ordine Militare di Santiago. A Caltagirone viene edificata una chiesa e San Giacomo ne diventa il Patrono e da cui si dirameranno sette chiese a simboleggiare altrettanti raggi di luce; Capizzi, Itala Marina e Messina che diventerà snodo d'imbarco verso la Puglia per i pellegrini diretti a Compostella o diretti in Terrasanta. Molte chiese erano munite di hospitalia (gestiti da quanti vengono adesso chiamati hospitaleros), strutture di accoglienza dei pellegrini, dei quali S. Giacomo da sempre è stato il protettore; dislocati lungo le principali strade medievali posti a circa 30 chilometri l'uno dall'altro, ad una distanza tale da poter essere coperti in una giornata di cammino, di accoglienza alla fine di ogni giornata per rifocillare i pellegrini; ricevere cure prima di rimettersi in cammino all'alba.
Gli hospitalia, costruiti e gestiti da Ordini cavallereschi quali i Templari, i Teutonici e gli Ospitalieri, meglio noti come Cavalieri di Malta; all'inizio del Trecento i Cavalieri di S. Giacomo d'Altopascio fondato in Toscana nella seconda metà del sec. XI furono presenti a Enna, a Vizzini e Mineo dove furono edificati alcune strutture di ospitalità sotto il titolo di S. Giacomo de Altopassu; le principali strade siciliane percorse dai pellegrini, nel Medioevo furono chiamate vie Francigene.
(http://www.libreriaeditriceurso.com/images/patane2.jpg)
Il ponte tra la Sicilia e Santiago di Compostella inizia nel XII secolo, come è scritto nel Liber Sancti Jacobi, il più antico testo del pellegrinaggio compostellano; Dante nel Paradiso spiega che "i pellegrini" si chiamavano così solo quando andavano a "Santiago".
L'Homo Viator, non è legato soltanto al mondo del Cristianesimo; il pellegrino è ogni uomo alla ricerca del proprio mondo interiore; gli antichi Greci si recavano in pellegrinaggio a Delfi, gli islamici in pellegrinaggio alla Mecca (hagi), gli Indiani si recano a Tirtha, gli Indù a Varanasi (Benares), i Giapponesi a Nara; infine Hermann Hesse nel "Siddharta" del pellegrino traccia simbolicamente il percorso. Il cristiano dal Medio Evo come quello moderno ha tre mete di pellegrinaggio: Roma, la Terrasanta, Compostella.
Non tutti potevano recarsi in terra di Galizia sui percorsi del campo di stelle che per 805 chilometri attraversa in lungo la penisola iberica direzione ovest seguendo per magia lo stesso allineamento de "la via Lattea", la Cattedrale di Chartres e la Piramide di Giza; credenze e motivazioni del pellegrino vengono fatte salve dal Re Alfonso che fa giungere la reliquia della giuntura, istituisce la processione del vessillo aragonese e le "Confraternite Jacopee".
Le confraternite intorno al ‘500 erano divise per sesso: quelle maschili erano costituite dai flagellanti, e quelle femminili erano denominate "san Jacobi de li fimini"; Un pellegrinaggio si compiva alla chiesa quattrocentesca di S. Giacomo nel Priorato di S. Giacomo ubicata nel territorio dell'odierna Zafferana Etnea, espressione del monachesimo feudale di espressione Basiliana . Nel 1664 il Papa Alessandro VII per la città di Messina concesse l'indulgenza plenaria a tutti coloro che avrebbero visitato la "Ecclesiam Confraternitatis S. Jacobi Apostoli Messanensis" nel giorno dedicato al Santo.
Nascono così in Sicilia riti "Arcaici": consuetudine nella notte tra il 24 e il 25 luglio fare un pellegrinaggio verso la chiesa più vicina dedicata a San Giacomo con in mano un bastone con quattordici nodi, non voltandosi mai indietro; oppure a ginocchia nude si poteva attraversare la navata all'altare maggiore; o ancora percorrere tutta la navata, fino all'altare maggiore, con la lingua sul pavimento; riti tutt'oggi si riscontrano nei paesi dell'America del sud a dominazione spagnola. A Caltagirone sui 142 scalini della scalinata di Santa Maria Del Monte vengono poste 4000 lanterne accesi da fuscelli secchi di piante selvatiche "buceddi". la vara portata in processione veniva poi scagliata a mo' di ariete contro il muro di una ipotetica moschea.
A Capizzi veniva praticato il rito dei galletti, rimasto in auge fino agli anni 30; prendeva spunto da un miracolo del Santo che aveva salvato dal cappio del boia un ladro di galletti. Il muro principale della chiesa era "imbandierato" con galletti vivi, che venivano lapidati dai festeggiamenti; i galletti rimasti vivi avrebbero fatto loro bella mostra sui tavoli della frazione vincente del paese.
Capizzi già nel ‘400 vantava la più antica reliquia del Santo, "la giuntura di un dito" oggetto nei secoli successivi di diatribe con Messina causa lo spostamento della stessa a favore di quest'ultima. Un rito che compivano le donne gravide aveva inizio allo scoccare dell'avemaria del 24 luglio; versavano l'acqua di cottura dei maccheroni in un orinale, ci si sedevano sopra nude a mezzo busto e consumavano i maccheroni senza mai rivolgere lo sguardo fuori dalla finestra; consumati i maccheroni andavano a dormire in attesa dello scoccare della mezzanotte alzandosi, eseguivano un certo numero di abluzioni, si rivestivano con un lenzuolo fresco di bucato, (simboleggia il sudario per la sepoltura) ed iniziavano il loro pellegrinaggio verso la chiesa più vicina, rigorosamente accompagnate da un'altra donna.
Giunte alla porta della chiesa, rigorosamente sprangata bussavano 3 volte alla porta per 3 volte usando le mani, i piedi ed il capo; entrate, iniziavano prostrate le preghiere: 9 pater, 9 avemarie, 9 gloria, per terminare con 3 pater per la passione del cristo. Finivano questa sequela, che ricorda i numeri della cabala, e rientravano in casa recitando il Rosario. Così avevano atteso "al pellegrinaggio", il loro progetto di salvezza era compiuto.
Grande impulso, al Cammino di Santiago certamente è da ascrivere a sua Santità Giovanni Paolo II, Papa compostelliano che ne rilancia il carattere salvifico tanto che nel "Giubileo compostelliano del 2004" concesse a quanti, impossibilitati per gravi motivi di recarsi a Santiago, il pellegrinaggio compiuto in Italia la stessa valenza; significativa certamente l'opera dello scrittore brasiliano Paolo Coelho che dopo l'esperienza fatta del cammino ha scritto il best-seller "Il Cammino di Santiago", risvegliando in tutto il mondo seppur in chiave new age curiosità, misteri e attrazione al camino. Lo stemma di Papa Benedetto XVI presenta due elementi quali la conchiglia e l'orso con un bagaglio sulla schiena .
Ancora vivo nei siciliani i temi dei cantastorie, delle marionette , delle epiche battaglie di Orlando Furioso sui Pirenei a Ronsisvalle contro i mori, oggi prima tappa in terra di Francia del cammino verso Santiago de Compostela.
In Italia la Confraternita di Perugia intraprende studi di antichi documenti; Messina insieme a Caltagirone rilanciano con delle giornate compostelliane, il risveglio spirituale e culturale della Sicilia Jacopea. Vengono riscoperte ben 40 confraternite ancora attive di cui la piu' antica di "Camaro Superiore" (Messina) custodisce la più antica reliquia del Santo, importante riferimento per la devozione all'Apostolo S. Giacomo.
Di molti dei riti arcaici, oggi si hanno solo pallidi ricordi; San Giacomo nel terzo millennio con il "bordone" e non più "matadoros"; per l'uomo della comunicazione globale, dei viaggi sulla luna, ne diventa simbolo di ricerca interiore, fede e speranza; giungere al suo "Finisterre galiziano" .
Il peregrino siciliano accomunato con il popolo iberico dal giallo dei fiori di ginestra e dal rosso dell'animo caliente troverà la sua "Roncisvalle" nel vulcano Etna e nel suo fuoco; le aride mesetas nella Piana di Catania; il Cebreiro nelle tante chiesette isolate di montagna; la cattedrale di Santiago di Compostella nelle tante cattedrali barocche sparse per l'isola; nell'acqua del mare che circonda tutta l'isola giungere al suo Finisterre per raccoglierne la conchiglia da riportare a casa.

ROBERTO
Titolo: Re:I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo, di Roberto Patane'
Inserito da: robertoetna - 01 Ottobre 2011, 18:34
Leggere del mio articolo nel frontespizio del forum mi coglie piacevolmente sorpreso .
Condivisione di uno spaccato della tradizione jacopea siciliana sia occasione di crescita di conoscenza e di confronto tra i pellegrini e camminatori.
Ultreya
Titolo: Re:I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo, di Roberto Patane'
Inserito da: Lucio - 02 Ottobre 2011, 18:03
Grazie Roberto per quello che hai scritto e per le ricerche che hai fatto sulla Sicilia Jacopea. Alcune notizie le avevo già lette ma tante altre, per me, giungono nuove.
Ciao e a presto.
Titolo: Re:I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo, di Roberto Patane'
Inserito da: robertoetna - 03 Ottobre 2011, 16:48
Ciao Lucio amico pellegrino siciliano.............. Tu hai molto da raccontare e da contribuire alla causa della crescita del matamoros nei cammini spagnoli e quelli di casa nostra.
Di certo non mancherò di leggere tuoi post al forum dei pellegrini.
Sempre viva in me, Arcangelo e Andrea la "cavalcata" di gioia e sudore del camino Palermo Messina.
Titolo: Re:I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo, di Roberto Patane'
Inserito da: Gregorio - 04 Ottobre 2011, 07:04
Ciao, Roberto.
Ho letto con piacere e attenzione il uo articolo.

Gregorio.
Titolo: Re:I riti e il culto jacopeo nella Sicilia del Santo Giacomo, di Roberto Patane'
Inserito da: robertoetna - 05 Ottobre 2011, 22:36
Gregorio amico pellegrino sempre sul campo.................. con piacere intravedo la tua foto con lo sfondo Finisterre e l'atlantico.
In Sicilia sarà importante il tuo prezioso contributo nella definizione dei vecchi percorsi francigeni.