Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

OLTRE IL CAMMINO... => Testimonianze dei pellegrini - Diari => Topic aperto da: Francesco Urso - 11 Ottobre 2017, 18:49

Titolo: Tra San Miniato e Gambassi, di Marco Boscarato
Inserito da: Francesco Urso - 11 Ottobre 2017, 18:49
(http://www.libreriaeditriceurso.com/escursioni/urso-cammino-san-francesco.jpg)

L’episodio che più di tutti ha determinato il mio cammino lungo la via Francigena, è accaduto tra San Miniato e Gambassi, quando ho vissuto il momento più difficile del viaggio pensando seriamente all’ipotesi di abbandonare.
È successo questo: nella tappa con arrivo a Lucca ho sbagliato strada e ciò mi ha costretto a percorrere quel giorno oltre quaranta chilometri in saliscendi. A causa dello sforzo e della fatica, il ginocchio destro si era gonfiato notevolmente.
Il giorno seguente riesco a raggiungere Altopascio, ma la situazione del ginocchio peggiora. Decido di fermarmi qualche tempo e di affrontare il problema, usando medicine, creme disinfiammanti e ginocchiera. La guardia medica del posto, dopo una visita, mi consiglia vivamente di abbandonare: ‘Non ce la farai mai ad arrivare’. Io non lo ascolto, ma solo aggiungo ai tentativi di rimedio qualche medicina.
Passano un paio di giorni, durante i quali riesco ad apprezzare il tempo dell’attesa e l’accoglienza del paese di Altopascio e, dal momento che il ginocchio rispondeva, mi rimetto in cammino, con una certa attenzione. Arrivato a San Miniato Alto, dopo la ripida salita che porta al paese, mi rendo conto però che il problema non è affatto risolto. Cerco ancora qualche rimedio, con dell’argilla verde per impacchi acquistata in farmacia. Mi sono di un certo conforto la doccia calda e l’impacco notturno, che riesco a fare nell’alloggio trovato presso il convento dei Cappuccini; ma il mattino dopo, quando provo a scendere le scale del convento, il ginocchio praticamente non si piega e devo far leva sull’unica gamba che funziona trascinando l’altra. Già scendere le scale è un’impresa.
Vado avanti piano, sperando che, scaldandosi il muscolo, qualcosa possa migliorare. Dopo circa quattro ore di cammino avevo però percorso solo cinque chilometri, che è la misura normalmente percorribile in un’ora di buon passo. Lo zaino non era mai stato così pesante e lo sconforto e la fatica mi avevano preso fino al pianto... Da solo, lungo una strada deserta. L’unico rimedio che mi era rimasto, verificata la scarsa efficacia di quelli medici, era quello della preghiera, che almeno mi facesse compagnia nel Cammino. Pensare alla Madonna, che incontravo talvolta nei capitelli e che avevo deciso all’inizio del Cammino di omaggiare dello sforzo che stavo facendo, mi faceva sentire meno solo. Un’idea nata così, senza un intento particolare e senza essere spinto da fervore religioso, io che di Chiesa non sono mai stato, proprio per la necessità intima che sentivo di affrontare il Cammino con una forma di ‘devozione’: rivolgendomi alla Madonna chiedevo che, almeno lei, mi stesse vicino.
Non ce la facevo più.
Preso dallo sconforto, avevo deciso di fermarmi a metà strada presso un agriturismo segnalato dalla mia guida in località Coiano, convinto che non sarei riuscito a concludere la tappa fino a Gambassi Terme. Da Coiano, se le cose non si fossero risolte, avrei potuto, nei giorni successivi, scendere a Castelfiorentino e prendere un treno per il ritorno, abbandonando la via Francigena. Avevo il cuore dolente e colmo di tristezza.
Proseguo ancora un po’ lentamente e, arrivato a Coiano, incontro due persone che tagliano legna: ‘Salve, dove stai andando?’. ‘Dovrei arrivare  a Roma’ – rispondo – ‘e per stasera a Gambassi. Ma mi fa male un ginocchio, non so proprio se ce la faccio’. Racconto che pensavo di fermarmi presso l’agriturismo ubicato poco oltre. Uno di loro mi risponde che, sì, c’era un agriturismo, ma gli sembrava che fosse chiuso: probabilmente mi toccava arrivare a Gambassi e farmi lì degli impacchi perché, mi dice, ‘... il ginocchio te lo devi curare, altrimenti non arrivi’.
Rinfrancato da quell’incontro bizzarro e da quella strana comunicazione, continuo a camminare e arrivo nei pressi di un ponticello stretto, prima di una breve salita. Sta giungendo dalla direzione opposta un’auto, la lascio passare. Io proseguo e l’auto si ferma vicino a una casa poco distante. Dopo qualche minuto, mentre affronto la salita zoppicando, la stessa auto mi raggiunge alle spalle e si ferma: c’è una signora alla guida che abbassa il finestrino e mi chiede: ‘Ciao, dove stai andando?’. La mia risposta è la stessa: ‘A Roma e Gambassi, se ci arrivo’. ‘Allora hai ancora molta strada da fare, tieni!’. E mi porge una fetta di pizza. Poi saluta e se ne va. Io rimango con la pizza in mano, sorridendo inebetito, a guardare l’auto che si allontana. Mai mi era capitato che qualcuno in auto si fermasse per domandarmi che cosa stavo facendo. Era proprio ora di pranzo e io non avevo niente con me da mangiare, perché speravo di poter raggiungere molto prima un paese dove poter acquistare qualcosa.
Raggiungo una muretta sopra la salita, mi siedo, mangio la pizza e bevo acqua in religioso silenzio, come se fossero pane e vino da messa. Per scrupolo provo a telefonare all’agriturismo in cui volevo fermarmi, sperando che non mi risponda nessuno. Il telefono suona a vuoto, lascio squillare fino a che casca la linea. Lo spengo, mi sistemo e riprendo il viaggio, zaino in spalla, attento ad appoggiare il peso sulle gambe, con un coraggio fiero da animale ferito, con una forza insperata che quegli incontri e quel cibo mi avevano fatto ritrovare.
Mi abituo a un passo discreto, insisto, non penso a niente, solo mi sento di ringraziare.
Verso sera giungo di fronte alla chiesa di Santa Maria a Chianni, ventesima tappa del cammino di Sigerico, alle porte del paese di Gambassi Terme.
Il mio ginocchio non dava apparentemente più alcun dolore e si era decisamente sgonfiato. Non capisco come mai sia successo; neppure me lo domando.
Rendo omaggio al capitello della Madonna, che è uno dei punti di riferimento del Cammino, le lascio un oggetto del viaggio e un’offerta... mi scopro capace di devozione. Nei giorni successivi ancora avrei curato il ginocchio, che non mi avrebbe comunque dato mai più i problemi di quel giorno, neppure affrontando le tappe più dure.
In ogni caso, arrivato a Gambassi Terme, avevo capito che il mio viaggio fino a Roma era già giunto a destinazione.

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Questa scrittura si trova contenuta da pag. 38 a pag. 43 del volume:

(http://www.libreriaeditriceurso.com/album/sincronicita_copertina_D.jpg)
AUTORI VARI
(Forum dei pellegrini)
Quando il cammino trascende
Sincronicità vissute da Camminanti e Pellegrini

(A cura di Fiorenzo Zerbetto)
Libreria Editrice Urso, Collana "Cammini" n. 10
ISBN 978-88-6954-110-0
2016, 16°, 2016, € 12,00  (http://www.libreriaeditriceurso.com/immagini_1/carrellino.gif) (http://www.libreriaeditriceurso.com/barra_sotto/compra.html)
Il Progetto del Forum dei pellegrini, che sembrava un sogno al Convegno di pellegrini e poeti di Chivasso di dicembre del 2015, dopo un anno è diventato realtà. Sono in tutto ventotto le testimonianze incredibili raccontate per la prima volta tutte assieme con la meraviglia, la sorpresa di persone il più delle volte non allineate ortodossamente con la fede tradizionale, o che hanno fatto fatica – non solo ad accettare l’eccezionalità di ciascuna di queste esperienze, ma anche a parlarne –, e che tuttavia hanno sentito l’urgenza di doverlo fare, non appena sono venuti a conoscenza della nostra iniziativa.

28 testimonianze di situazioni vissute da Camminanti e Pellegrini. Pur con caratteristiche diverse, esse si collocano al di fuori di ogni logica probabilistica e aprono riflessioni su dimensioni, stati d’animo e accadimenti oltre l’ordinario.
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