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giuseppe |
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 martedì, 5 aprile 2016 20:11
Dietro la saracinesca girevole che i clienti urtano
Degli alti manichini vestono di nero
fissando con lo sguardo pigro le frenesie dei viaggiatori
fino ai loro ginocchi non accade nulla
se non che vorrebbero essere disattenti
voltarsi a sinistra e a destra
rabbrividire e sdraiarsi
abbracciare almeno un istante con le braccia che non si chiudono
fingendo di amare o di essere coperti una volta per tutte
Vi è poi uno spazio dove gli astri rotolano tra le borse e il lattice
Qui c’è Lei che comincia sempre troppo presto a vedere tutto
con gli occhi che scoppiano
intravede le parole, i desideri che avanzano, che si estinguono,
pestando le distanze
è pronta in fondo a mendicare un sorriso
a sfilacciare un tessuto che metta in moto la vita
l’amore incappucciato, quei baci ai nuovi venuti in what’s up
che la fanno arrossire
il sangue brilla troppo dei suoi ricordi
vale la pena far respirare i piedi come tulipani che si sollevano
dal proprio carico d’ombra
è già buio
il cuore è stanco e i muscoli inarcati
l’odore del giorno nuovo non porta nulla dentro
lei non riesce a guardare indietro
rimane sulla soglia
Brillante com’è ad attendere che si apra
una via d’uscita
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