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 mercoledì, 1 giugno 2005 16:53
LADRO DI TRAMPOLI
a Italo,
nonno e maestro
Sei tu che hai devastato il mio silenzio,
le mani ora mute a celare
giovani ferite e balsami dell?oblio,
la maschera distesa nell?ultima resa
fra i cocci delle tue speranze.
Sei tu che hai devastato il mio silenzio,
il respiro fuggito in una pace azzurra
non una rinuncia, ma un?attesa
cullata da fremiti di foglie stormenti
inquiete al vento.
Sei tu che hai devastato il mio silenzio,
scolpendo sul pelo dell?acqua
arabeschi di rondini e scialli infreddoliti
calpestii origliati e brividi di solitudine.
Sei tu che hai devastato il mio silenzio,
le dita robuste di carezze
le braccia morbide prigioni delle mie rivolte
e quella maledetta nebbia che ti proibiva il cielo.
Nell?ombra dei ricordi
evaporate lacrime
ora sono sulle mie guance di pietra.
So dove posare il capo
conosco il nostro sapore di fango
ma sul legno dei trampoli
vorrei, un?ultima volta, arrampicarmi con te.
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