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ALESSANDRO CANCIAN |
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 martedì, 21 novembre 2006 22:55
L'APPRENDISTA
S'increspa il mio dispetto
tale e quale a questo mare
che in faccia mi schiaffa
la vastit?, sua, invincibile
ed il buonsenso di primigeni abissi
Potessi, candido apprendista
comprenderne l'imperturbabile inquietudine;
giungere al midollo del suo oceanico distacco
e dal filone d'aureo abisso
estirparne ci? che basta per forgiare
una corazza d'inespugnabile difesa.
Nulla t'inquieta
Istigatore di maree.
n? del tuo respiro, il flusso, muta;
neppure gli spasimi del mondo, che al tuo orizzonte accorre
per versare le sue affannose lacrime.
Credulo della tua quiete
gli occhi velo
il pensiero infiacchisco
e le membra,
sulla zattera salmastra,
sciolgo.
Ed ? allora che ti sollevi, impostore!
in giogaie spumeggianti ed assassine;
vertiginose rupi di cupe azzurrit?
che crollano, su di me, con sapida crudelt?
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