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Fulvio Maiello  |
Città: Trento |
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 lunedì, 27 luglio 2009 18:31
Il mendicante
La prima volta che lo vidi,
in un piovoso giorno d?aprile
mi fu subito simpatico.
Stava seduto per terra
nel sottopasso ferroviario
che conduce in centro citt?.
Sembrava un trentenne,
dai tratti regolari, castano
e aveva dei baffetti ben curati.
Era afflitto da difficolt? motorie
con la testa e il braccio destro
in preda ad un tremolio continuo.
Cercava di vincere la sorte infelice
con un sorriso dolcissimo
che dispensava ai passanti frettolosi.
Dopo qualche euro che, quasi sempre,
lasciavo cadere nella ciotolina di latta
mi avvistava da lontano e si rianimava.
Ciao, come stai oggi?
Tutto bene in famiglia?
Passa una buona giornata.
Mi ero abituato alla cerimonia
diventata ben presto necessaria
per affrontare la gente e le vie del centro.
Uomini e donne che corrono
anzich? passeggiare guardando il mondo
e pochi bambini per le strade.
Nessuno sembra conoscersi
ma tutti sono attaccati al telefonino:
le donne, giovani e vecchie, con la cicca in mano.
Questo ? il mio paese
Dove mi ? sempre pi? difficile vivere
e il mendicante rimane l?unica nota positiva
Un giorno, percorrendo in auto,
una larga strada di periferia
osservo distratto i marciapiedi.
E? lui e cammina spedito,
sta parlando al telefonino
ed ? scomparso il tremolio.
La mia sorpresa fu amara e dolorosa
e pensai:buon per lui
per? da allora non passai pi? dal sottopasso.
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