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Fulvio Maiello  |
Città: Trento |
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 sabato, 8 agosto 2009 16:14
Sicilia
Avvinto con funi tenaci
ad una terra aspra e antica,
vado, errante per il mondo,
schiavo di una malia.
Sassi bruciati dal sole
che nascondono fresche sorgive
dove, lontano da occhi indiscreti,
esplodono piante e fiori.
Distese sterminate di piccole viti
che attraversano in file ordinate
valli e colline e solo qualche fico
si erge, qua e l?, a guida della verde armata.
E? una terra che non ha bisogno degli uomini.
Essa vive, parla e respira con gli dei
dalle rive spumeggianti del mare
alle nere pendici dei monti fumanti,
Tutto d? senza nulla chiedere
come i contadini silenziosi ben sanno
quando tornano al vespro alle case.
cullati dallo stridio delle ruote dei carri
So di appartenerti
come il gregge al pastore
e vorrei trovare parole alate
per cantare di te, Sicilia mia.
Fulvio Maiello- 8 agosto 2009
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