POESIA DELLA SETTIMANA
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679) Fulvio Maiello  Maschio
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Trento
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mercoledì, 2 settembre 2009 16:42

Ai giardini comunali
Scendono le prime ombre della sera
e, come da sempre,
il mio paese si ridesta.

L?attenzione si sposta, passa
dalle chiese e palazzi monumentali
alla fresca verzura dei giardini comunali.

A Noto, nel profondo sud,
paese che da ragazzo amavo e maledivo
sembra che nulla possa cambiare.

Un tempo, nei viali alberati,
tutti portavano le proprie vicende
aspettando poi il giudizio degli altri.

Ancora oggi, la lunga fila di panchine di ferro
? sempre occupata da uomini anziani,
diroccati come case in rovina.

Nei corpi devastati dalle fatiche e dagli anni
solo gli occhi restano vigili
e, come allora, osservano attenti i passanti.

Il resto si aggrappa con mani ossute
alle cure di una badante slava
oppure al fido e antico bastone.

Sotto i loro occhi inquisitori
sfilano le nuove generazioni
con passo di parata pi? che di passeggio.

Sono anch?essi contadini,
malgrado le scarpe lucide e la piega dei pantaloni,
li tradisce la pelle che sembra cuoio vecchio.

Osservo come siano pochi
e mancano del tutto
gli uomini istruiti e addottorati.

Dell?antica nobilt? resta solo il ricordo,
come una ragnatela appesa sul muro
mentre avanza una nuova classe sociale.

Professionisti e uomini d?affari
sono i figli dei vecchi contadini
ma vogliono sostituire i nobili scomparsi.

Cos? non amano mescolarsi al volgo,
anche se trattasi dei loro padri,
e. soprattutto, temono il giudizio degli anziani.

Mi spiego cos? la loro assenza
e la conferma arriva osservando sulle panchine
il velo di tristezza negli occhi dei vecchi.


Giorno verr? in cui i patiti di informatica
e del nuovo tempo fatto di fretta e denaro
si guarderanno le mani bianche curate

e capiranno che a nulla servono le nuove dottrine
senza la forza, la tenacia e la resistenza dei loro padri.
Ecco, solo allora il mio paese avr? un futuro.

Fulvio Maiello- 28 agosto 2009



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