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RITA |
Città: SIRACUSA |
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 giovedì, 8 aprile 2010 11:36
VOLEVI CHE CREDESSI
Volevi
che credessi
alle cose piccole
minute
insignificanti
perché esse
potessero partorire
petali di margherite
sotto frecce di cristalli
e aculei dolenti.
Volevi
che io non fossi
più mestizia
che non generassi
fiele
nel mio sangue
con le dita
inzuppate di grigiore
e le unghie imporporate
per i graffi
sul mio cadavere
ancora caldo
Mi costerna
non darti ascolto
poeta illuso!
Vorrei farti
sentire
questo pugnale
lo strazio
di una piaga dolente
che mi punzecchia
l’anima!
Vorrei
che tu
non stuzzicassi
la mia sete
e lasciassi
la terra
sprofondare
sotto i piedi.
Vorrei non amarti,
ma non posso
perché mi sei dentro
come embrione.
Si sottende il pensiero
al tuo volere,
sento brucare
la razionalità
e il mio ventre
rigonfiarsi d’amore.
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