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Fulvio Maiello  |
Città: Trento |
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 sabato, 24 luglio 2010 07:25
Le campane di Noto
Dalla nebbia grigia dei ricordi
improvviso un bagliore
come un lampo di luce nel buio.
Accompagna un suono
che si diffonde nell’aria insonnolita
di un’alba estiva a Noto.
Riconosco le campane di un tempo,
quando c’erano ancora i sogni,
la rugiada sui fiori e la speranza nel cuore.
Oggi, come allora, le campane
si rincorrono sui tetti
ognuna con il proprio suono.
Le campane piccole dalla voce argentina,
come fanciulle danzanti sui prati,
vezzose e discinte.
Quelle più grandi
che annunciano eventi e liturgie
e chiamano a raccolta i fedeli.
Infine e solo raramente
I rintocchi compassati e profondi
che arrivano dai campanili più alti.
Sono le grandi campane di bronzo fino
che solo i campanari più bravi
riescono a suonare.
C’ero quasi cascato, quando,
mi ha colpito, quasi uno schiaffo,
il loro suono meccanico e freddo.
Sono le campane moderne,
ingessate e immobili sui campanili.
Al suono ci pensano ci pensano i dischi e i diffusori.
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