JANO ROSSITTO
Jano Rossitto nato ad Avola il 30 maggío 1969, vive ed opera in via Napoleone,191 -
tel. 3387614014 - studio 3899767506.
Scultore. Fin da giovane scalpellino poi intagliatore di pietra, affina la sua arte presso il maestro Nunzio Bruno.
Una delle esigenze fondamentali avvertite da uno scultore è quella di comporre uno spazio dinamicamente misurato ed architettato, utilizzando gli elementi umani ed oggettuali delle rappresentazioni come nuclei in cui il rapporto è già di per sé carico di tensione spaziale e plastica. E' una sorta di processo di mitizzazione della materia che si pone come ragione di un discorso più autentico sul filo di un espressionismo profondamente avvertito in un operazione che investe materia e forma, sicché l'una e l'altra, permeate e improntate totalmente dalla ragione significante, raggiungono quasi la pregnanza di un simbolo.
Questa é la costante basilare che non viene mai a mancare nell'articolazione della ricerca e della produzione di Jano Rossitto, ora approfondita attraverso un lessico di plastica dove l'effetto luministico si esalta nella contrapposizione di finito e non finito, ora volto a sintesi in cui la forma conchiusa ritrova certi ritmi e certe raffinatezze di idolo e si dissolve in parvenze evocatrici, quasi strappate alla massa materia inglobante.


 
Giacinta Patorno

Nelle meridiane di Rossitto
il tempo non ha più fretta


Testimone e custode del tempo, nella sua collina che lentamente digrada verso l'esagono, a due passi da dove, si dice, sia passato Demostene. Iano Rossitto scolpisce nel tempo, come una macchina fotografica immortala i costumi dell'antica Grecia, di Roma, ma soprattutto il mondo rurale.
Nel suo giardino, un villaggio si muove ancora, assumendo pose plastiche, che modellano e si lasciano modellare dalla luce.
Le meridiane, scalfite dall'incedere dei secoli, tengono il cronometro in movimento per registrare ciò che accade a Montagnavecchia. Sono uguali a quelle che si costruivano tremila anni fa. Ma non sono false, tutt'altro.
Iano è rimasto lì e quando ne incide il segno che reggerà lo gnomone, non pensa a creare una fotocopia perché lui è rimasto immerso nella storia. Una di esse campeggia in Corso Umberto, a Taormina, mostrando il percorso del sole ai turisti che la ammirano.
Rossitto nasce scalpellino, per «devozione alla pietra», ma ciò che lo ha proiettato in una dimensione artistica è l'essere riuscito a creare forme, sfuggendo all'alea della ripetizione di una colonna, di un capitello o di un porticato.
Al tramonto, quando la luce non c'è più a dettare i suoi ritmi e a dar vita alle forme in pietra, Iano si ritira nel suo eremo in compagnia dei familiari e dei libri che parlano delle battaglie sul letto dell'Erineo, della spedizione ateniese contro Siracusa nel 413, che raccontano gli usi ed i costumi degli antichi avolesi, di Gisini, ma anche degli arabi in Sicilia, pragmatici e tolleranti latori della civiltà con le loro opere di ingegno tecnico, le senie, le gebbie e i raffinati calcoli matematici necessari per progettarle, la loro immaginifica fantasia, ancora prima, per concepirle.
Al risveglio non è detto che il suo spirito sia rimasto ancora in Grecia, nel laboratorio di Fidia, a modellare «kouroi». Il passaggio di un agricoltore, col suo asino e le sporte piene di olive o di limoni, lo condiziona a immergersi in tempi più vicini a noi, precisamente la sera dell' 8 gennaio 1693, quando gli avolesi del quartiere Troncello - oggi chiamato Tronchetto - tiravano su, faticosamente l'acqua e le donne erano chine sulle pile a battere i panni per renderli lindi.
La mente gli si popola di quella gente operosa, ignara della sorte che li stava per colpire, e lui sente il bisogno di prendere in mano l'ascia, lo stesso strumento usato allora, per scolpire un piccolo lavatoio ed offrirlo alle donne che ancora sono rimaste a popolare quei luoghi dell'immaginario.
Poi il boato, terribile, e la frattura della montagna, ancora adesso visibile, le grida, le urla della gente rimasta pietrificata dinanzi alla natura.
Ne percepisce ancora l'eco, nel contare i suoi pesanti passi lungo gli impervi declivi della Montagna, che adesso nasconde, in ogni piccolo anfratto, un coccio, un chiodo, una pietra, uno «sciffo», oggetti di ogni giorno per raccontare una vita pulsante sotto l'erba verde che ricopre quegli avvenimenti.
Incline a raffigurare le sensazioni impresse nella natura, il personaggio oggi è l'ultimo dei custodi della vallata, attento a preservare l'immagine che migliaia di anni fa ne ebbero i popoli che la considerarono a lungo come la loro casa.
Roberto Rubino
( dal quotidiano LA SICILIA del 27/2/2004)


Camino
alto cm 110
largo cm 130
Spesso cm 31x16


Camino
largo cm 120
alto cm 100
Spesso cm 30x16

 


Frontale Camino
Alto cm 100
Largo cm 120
Larghezza mensola cm 30
Spesso cm 16


Vasca per fontana con frutta
Larga Cm 45x55x35

€ 500,00 (con rosone)


Coppia Leoni (destra e sinistra)
Alti cm 40
Lunghi cm 90
Spessi cm 32

 


Mensola
Alta cm 30x16
Lunga cm 40 + cm 30 incastro


Fontana
Alta cm 160
Larga cm 60
Spessa cm 50


Rosone a vortice per fontana
cm 20x9

€ 100,00


Scena di caccia
Alta cm 30
Spessa cm 5
Lunga cm 70

 


Mascherone
Alto cm 40
Spesso cm 22
Largo cm 35


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