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copertinain stampaCettina Lascia Cirinnà
Poesi
e d'estate
2011, 8°, pp. 5
6, 9,00
Collana Opera prima, n. 23

ISBN 978-88-96071-38-0

PRENOTA IL LIBRO

Nasce a Noto (SR) il 29 gennaio 1959, si diploma al Liceo Scientifico E. Majorana di Noto e si iscrive alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Catania. Per motivi personali e di lavoro si trasferisce in Lombardia dove si occupa principalmente della famiglia e lavora nella Pubblica Amministrazione.Ha iniziato a scrivere le proprie emozioni da due anni circa, dopo aver assistito in prima persona alla trasformazione dei tratti del viso di una madre a causa di un evento doloroso.
foto Cettina scrive i suoi versi senza rispettare la metrica perché vede, quest’ultima, come un bavaglio alle sue emozioni, sente il bisogno di comunicarle a chi vuole avvicinarsi a quella forma d’espressione che traduce le emozioni, cioè la Poesia. Le sue poesie nascono da un velo di tristezza che lascia subito il posto alla speranza e coglie l’attimo fuggente della felicità che ognuno di noi deve inseguire e perseguire a tutti i costi.
La consapevolezza di ricorrere alla meraviglia dello spettacolo della natura per descrivere le emozioni, si fa strada pian piano dentro la sua anima, tesa come le corde di un violino che aspetta con ansia una mano abile, capace di tradurre il suo suono celestiale in parole vibranti diretti al cuore, con l’obiettivo di arrivare ad una vera osmosi con il lettore che non ha paura di mostrare la vulnerabilità dell’essere, certo di possedere la fantasia per superare qualsiasi ostacolo alla felicità.

copertinain stampaGiulia Tiralongo
La corsa sul mare
201
1, 8°, pp. 240
9,00

Collana
OPERA PRIMA
n. 24
ISBN 978-88-96071-
39-7

PRENOTA IL LIBRO

Che cos’è la vita se non un’eterna corsa verso qualcosa o qualcuno?
Lo sanno bene i personaggi di questo romanzo, che sembrano non poter fare a meno di precipitarsi al mare ogni qualvolta sentono il bisogno di ritrovare se stessi.
Lo sanno bene Katia e Lara che apparentemente non hanno niente in comune, se non la loro tenera e ingenua amicizia. Purtroppo il tempo passa e le cose cambiano e il loro legame è costantemente messo alla prova dalle convenzioni sociali. Di fronte a questo mondo che solo ora gli si mostra per quello che è, così lontano dalle fiabe su cui loro spesso fantasticavano giocando da piccole, reagiscono però in modi diversi: Katia rincorre la massa per adeguarsi alla società e Lara fugge da essa. Anche se correndo in direzioni diverse non si rassegnano però a separarsi, sapendo di non poter continuare quella corsa se non insieme.
Lo sa bene anche Raffaele, che vive la sua esistenza cercando di realizzare i suoi sogni, che ai suoi occhi di bambino appaiono chiari, mentre con il tempo diventano sempre più confusi, al punto che la vita gli scivola via e con essa la speranza. I destini di questi tre personaggi si incrociano irrimediabilmente e alla fine troveranno quello che avevano cercato sin dall’inizio: la loro “essenza”.

Giulia Tiralongo
è nata ad Avola nel 1996. Ha frequentato le scuole primarie e secondarie ad Avola e adesso frequenta il primo anno del liceo classico a Noto. Questo è il suo primo romanzo.

da Facebook

La democrazia tra clochard e benestanti. E un pappagallino nel mezzo

Nuccio, clochard colto
carusoIl suo corpo riverso su un libro. Accanto il pappagallino, unico compagno di vita e di morte. Così è apparso Nuccio Caruso, ad Avola inteso “l’avvocato” per via della laurea in giurisprudenza per pochi esami non conseguita, da altri, soprattutto raga...zzi di quartiere, ingiuriato in vari modi a cagione del suo abbigliamento e del look assai trasandato, a dir poco e bene. L’hanno trovato dopo circa un mese dalla morte per l’allerta lanciata da Ciccio Urso, editore-libraio (geograficamente ultimo uscendo, primo entrando, nell’antico continente), stante la inusuale lunga assenza dalla libreria: Il “covo” come scherzosamente l’ha definita l’altro Urso, Alessandro, avolese trapiantato in Canada, perché lo spazio dedicato all’avventore è così angusto che i tanti frequentatori sostano all’interno in non più di tre, alternandosi con gli altri che attendono il turno sul marciapiede avanti l’ingresso di quella originale bottega libraria che a me ha sempre ricordato la famosa libreria Shakespeare and Company di Parigi. La foto di Nuccio, coperto da maglione e giacca, i soli abiti di cui disponeva, e con lunghi untuosi capelli, campeggia alle spalle di Ciccio, sopra il datato papiro che festeggia il 25° anniversario di apertura della libreria. Sotto quella foto c’è scritto “Il Presidente”, tale designato a larga maggioranza dai frequentatori assidui della libreria, a conferma e conforto di un modo controcorrente e anticonformista di concepire la vita e anche in omaggio alla vasta cultura, umanistica e non solo, di quell’uomo che sotto le spoglie di un clochard, innocuo, era un condensato di conoscenza dei più disparati argomenti, frutto di lettura costante di libri – unici beni che arredavano la sua disordinata, caotica e fatiscente piccola dimora, ubicata nel centro cittadino – che lui saccheggiava e che costituivano il solo alimento di vita. Armani certamente non lo avrebbe mai scelto a modello, né lo avrebbe sperato acquirente dei suoi prodotti, e lui, che non disponeva di televisione (De Chirico vedeva le figure ma chiudeva l’audio) ma solo di una vecchissima radio per ascoltare musica classica, sconosceva l’esistenza dello stilista. Gli era noto tuttavia come il genere umano nel pianeta che ci ospita, solo usufruttuari di beni altrui, era vissuto nei secoli e financo nei dettagli che (probabilmente) Armani ignora. Perduto anni fa un occhio per via di un ramo essiccato, aveva provveduto a coprirlo con un cerotto mentre con l’altro leggeva, la sola cosa che aveva voglia di fare, barricato in casa, concedendosi ogni tanto di uscire solo per acquistare i beni di prima necessità e fare una breve incursione in libreria, dove mi accadeva talvolta di incontralo e così avere conferma del suo spessore culturale. L’anno scorso Ciccio ed io andammo a fargli visita al reparto psichiatrico dell’Ospedale di Avola, dove il giorno prima per una curiosa banalità era stato ricoverato. Lo trovammo fisicamente “restaurato”: vestaglia e pantofole coprivano un corpo che aveva subíto una lunga doccia, mentre i folti capelli, per la prima volta, erano soffici. Ci chiese: “Che ci sto a fare qui, io voglio tornare a casa: i miei libri e il pappagallino mi attendono…” Dopo qualche giorno, anche grazie alla celerità con cui il dottore Nino Cappello, direttore del reparto, prese in gestione il caso, restitutito alla sua dignità umana e alla libertà, fece ritorno a casa, a continuare la sua vita di sempre, la sola che conosceva, la sola che aveva voglia di vivere. La libreria di Ciccio farà gran fatica a sostituire il suo Presidente. Nuccio, secondo la regola alla quale nessun essere umano può sfuggire, se n’è andato. Aveva 76 anni. Anche lui era un uomo.

Giovanni StellaGiovanni Stella

***

Chi era Nuccio Caruso il clochard?
Quanta curiosità "postuma"! In vita, i sorrisetti, più che maliziosi, maligni. Dopo la morte, tutti ne vorrebbero parlare, ostentando "molta" di quell'umanità così scarsa prima.
Che di lui parli Giovanni St...ella, è legittimo. Fa parte, come giustamente egli stesso ha appena ricordato, del "covo". E di questo covo l'avvocato iappi iappi è stato designato "il presidente". E non è stato uno scherzo. Egli ha rappresentato esattamente tutti i membri di un covo di emarginati dalla società dei falsi benestanti e non lettori. Non lettori che però, essendo maggioritari in questa "perversa" società democratica della quantità senza qualità, non vogliono sentirsi dire analfabeti. Anzi, come giustamente avverte mia figlia, esperta di comunicazione, più che di analfabeti, si tratta di "illetterati", in quanto, pur essendo tutti scolarizzati, non hanno dimestichezza, per mancanza di allenamento, con i libri. La sostanza, comunque, non cambia. E questi illetterati (analfabeti di ritorno) fanno uso del loro potere maggioritario per deridere e emarginare i clochard amanti dell'unico prodotto che, a dir loro, non dà alcun benessere, alcun vantaggio, alcuna ricchezza, il libro. Ma questi illetterati non si domandano (non se lo domanderanno mai) se il loro è vero benessere. Stanno bene così. Le loro case sono pulite. Le loro macchine o i loro motorini, nonostante la benzina alle stelle, continuano a passeggiare spocchiosamente al viale Lido o al Lungomare. Prendono pure l'aereo per i Weekend fuori casa (e così credono di aver superato il loro provincialismo). Mandano i loro figli al Cepu anziché all'università, come ha loro raccomandato il capo del governo. Certo, non muoiono in mezzo alla sporcizia, per terra, con la testa riversa su di un libro. Possono, pertanto, domandarsi se il loro è vero benessere? Hanno, però, memoria corta (questo possiamo dirlo senza tema d'essere smentiti). Quando i "sapienti" andarono a cercare Eraclito, trovarono, con grande meraviglia, un uomo trasandato e pieno di fuliggine in un tugurio, dove infornava il pane. Esitarono. Al che, Eraclito disse loro: "Entrate pure. Anche qui dimorano gli dèi".

Orazio ParisiOrazio Parisi

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