PER ANTONI0 CALDARELLA
SPAZIO A CURA DELLA

LIBRERIA EDITRICE URSO
CORSO GARIBALDI 41 96012 AVOLA

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targa

Domenica 23 marzo 2014 - Nel video di Lorenzo Caldarella, padre del poeta scomparso Antonio Caldarella, l'inaugurazione della targa in memoria di Antonio Caldarella, in presenza di poeti di molteplici regioni d'Italia e di parenti del poeta. La targa è allocata nel cancello di ingresso dell'abitazione di Antonio, di fronte al mare, in Via Aldo Moro.
Un modo onorevole e duraturo nel tempo di distribuire poesia nel territorio e di mantenere vivo un poeta. d
Sono importanti in ogni comunità i poeti, gli scrittori, gli artisti, gli intellettuali che lì vivono ed elaborano una loro opera creativa; costoro intrecciano le loro storie e i loro sogni con le case, le strade, i monumenti e le opere d'arte che fanno da coreografia a quanti lì vivono con o senza questa consapevolezza.
Quasi sempre queste preziose risorse umane non vengono considerate come meriterebbero in tutte le comunità di questo pianeta chiamato Terra... Così accade generalmente in ogni nostra città... Quel che tutti possiamo fare, è esaltare quanto nei fatti comunque esiste nonostante tutto - pur attraverso mille difficoltà - e che in ogni caso non può essere disconosciuto.
Il Qrcode, che vedete in basso a sinistra nell'immagine, e che i poeti di "Libri di-versi in diversi libri" sanno già essere nella quarta di copertina di ogni loro nostro libro di versi, inquadrato dai Smartphone e da altri strumenti di comunicazione, indirizza in questo caso automaticamente alla pagina internet di Antonio Caldarella all'interno del sito della Libreria Editrice Urso:

http://youtu.be/mNJ-bGzdTx8

 

ASSIEME PER LA POESIA
ANCHE IN RICORDO DI UN POETA AMICO SCOMPARSO...


Donatella Liotta legge una poesia di Antonio Caldarella (tratta dal libro ''La luna sfogliata dal vento")
all'undicesima edizione della manifestazione avolese per la pace e la poesia "Dalle otto alle otto"
il 23 marzo 2013 in Corso Garibaldi 41, rinominato nella circostanza "Via dei Poeti".
(Video di Nina Coletta)

copertinaLA MANIFESTAZIONE
CONCLUSIVA DEL CONCORSO
ANTOLOGIA INCHIOSTRO E ANIMA 2010/2011
In memoria di Antonio Caldarella

si è svolta DOMENICA 6 FEBBRAIO 2011 ore 17

A MARZAMEMI NELLA SALA CONFERENZE
del Palmento Di Rudinì - Museo enologico

Palmento


Il Palmento Di Rudinì - Museo enologico di Marzamemi costituisce uno dei massimi esempi di archeologia industriale nel settore vitivinicolo in tutta la Sicilia. Venne fatta costruire dal marchese Di Rudinì nella seconda metà del XIX secolo. Il marchese, nativo di Palermo ma proprietario del feudo della zona, era uno dei personaggi più influenti della sua epoca. Antonio Di Rudinì fu più volte ministro, arrivando ad essere Presidente del Consiglio per ben due volte tra il 1891 ed il 1896. Era anche uno dei più ricchi proprietari terrieri dell’intera Sicilia. L’architettura del palmento, a forma di basilica a navata singola, ne fa un esempio unico. L’imponenza della struttura, che si estende per 8.000 metri quadri (3.000 relativi alle cantine e 5.000 al piano terra), era direttamente proporzionale alla grande quantità di uva da lavorare. Erano anni in cui stavano comparendo macchine artigianali che permettevano una lavorazione più veloce e più razionale del prodotto; ma necessitavano di spazio. Si deve quindi alla lungimiranza del marchese la costruzione di questa struttura. Dopo decenni di produzione a pieno regime, considerato uno di tre stabilimenti enologici industriali più grandi dell’isola (si trovano eguali solo a Trapani e Marsala), ha conosciuto un rapido declino nel secondo dopoguerra. Tanto da essere completamente abbandonato. In anni recenti si è provveduto al restauro ed al recupero del palmento, per riportarlo agli antichi fasti. Non più come stabilimento enologico ma come testimonianza di archeologia industriale assai notevole splendidamente recuperata e restaurata dal Comune di Pachino, che nella figura del Sindaco Paolo Bonaiuto concede per la manifestazione del 6 febbraio in memoria di Antonio Caldarella.



Il 3 febbraio 2009 ci lasciava il poeta, scrittore, attore, regista, artista Antonio Caldarella.
Era nato a Siracusa il 5 aprile 1959, risiedeva ad Avola, nella sua casa-finestra sul mare, nel lungomare di Avola.
Per noi ricordare un amico e' vederlo vivo tra noi, con i suoi interessi, i suoi gusti, le sue debolezze, i suoi suggerimenti,
le sue azioni, le sue scelte, i suoi scritti, le sue parole, il suo sorriso...
e veicolare nel tempo e nel territorio i messaggi che ancora da lui continuano ad arrivarci.
Il concorso di questo biennio, indetto nel febbraio 2010 a un anno dalla morte di Antonio
e concluso il 6 febbraio 2011 con la suddetta manifestazione
ha voluto esaltare i temi della poesia, del teatro e del cinema tanto cari all'amico Antonio.

A PROPOSITO DEL CONCORSO ''ANTOLOGIA INCHIOSTRO E ANIMA 2010-2011 - IN MEMORIA DI ANTONIO CALDARELLA''
E A PROPOSITO DELLA POSSIBILITA' CHE IN QUEL CONCORSO C'ERA, DI PARTECIPARE CON
UNO ''Scritto teatrale a tema libero in lingua italiana''
OPPURE CON UNA ''Sceneggiatura di un cortometraggio a tema libero''
CI FA PIACERE RIPROPORRE UNO SCRITTO di Antonio Caldarella del 1997

Il ''Caso Gallo'', da cui prende spunto Antonio Caldarella per questa rappresentazione teatrale, nasce nell'ottobre 1954, in contrada ''Cappellani'', nella montagna d'Avola, nell'abitazione rurale dei fratelli Salvatore e Paolo Gallo e con la scomparsa di uno dei due, Paolo, a seguito di una violenta lite tra i due. Il fratello Salvatore fu accusato di omicidio e di averne nascosto il corpo, cosa che risulto' non vera qualche anno dopo.
''Avola in Laboratorio'' organizzo' una conferenza su questo caso ad Avola il 16 dicembre del 1995, con la relazione dell'avv.
Piero Filliley, che era stato a suo tempo difensore di Salvatore Gallo, ingiustamente condannato all'ergastolo per avere assassinato il fratello Paolo.
Fu un gravissimo errore giudiziario! Dopo qualche anno, infatti, fu individuato vivo e vegeto in territorio ragusano il Paolo Gallo e il fratello Salvatore pote' riconquistare la liberta', dopo quasi otto anni di reclusione a Ventotene.
Antonio Caldarella partecipo' al dibattito di quella conferenza di ''Avola in laboratorio'' e ci consegno' questa scrittura, che pubblicammo nel n. 1 dei ''Quaderni dell'Orso'' della Libreria Editrice Urso.

UN'IPOTESI DI MESSINSCENA DEL ''CASO GALLO''

CopertinaIl teatro ha nel buio il principale complice visivo e nel silenzio il suo principale complice sonoro. Senza questi due complici non si ha il furto teatrale, quel furto, per cui l'arte e l'artista rubano immagini e suoni quotidiani onde restituirli alterati e decodificati ad occhi ed orecchie rese piu' sensibili da tale alterazione.
''Rimetti a noi i nostri buii e i nostri silenzi quotidiani, come noi li rimettiamo ai nostri spettatori''. Queste potrebbero recitare l'evangelizzazione del rito teatrale.
Scomparso, missing, desparecido.
Aggettivi che fanno riaffiorare memorie storiche non ancora sopite, assenze che lasciano, ancora adesso, vuoti incolmabili e sensi di colpa etici, sociali e civili in chiunque di noi, avverta il passaggio dalla societa' borgo al villaggio globale.
In questo buio teatrale, all'aprirsi del sipario ed all'accendersi di una debolissima luce, lo spettatore riconoscera' il palcoscenico divenuto e scenografato quale aula di tribunale, tempio della giustizia, luogo deputato al rito della verita'; ahime' spesso: ''Teatro maggiore di quello vero''.
Scomparso, missing, desparecido.
Non c'e' nessuno in scena, si intravedono sul tavolo della corte, chiaramente riconoscibili quali reperti giudiziari: una coppola, un asciugamani di spugna, una camicia e un pantalone sporchi e lisi.
Tali oggetti sono riconoscibili quali reperti di polizia giudiziaria, dalla loro disposizione sul cellophane che copre il tavolo della corte.
Alzando il tono della luce, sono riconoscibili piccole pozze di liquido rosso sulla plastica.
Una pietra sospesa al graticcio del teatro da un filo a piombo oscilla come un arcaico metronomo.
BUIO TOTALE - un grido di donna ''L'AMMAZZASTIVU!''.
La luce si riaccende svelando, sulla destra-proscenio, una gabbia di detenzione. Dentro di essa un ragazzino ed un uomo immobili guardare nel buio della sala.
BUIO.
Al riaccendersi della luce nella gabbia v'e' solo il ragazzo. Egli esce dalla gabbia, scende dal proscenio in sala, sussurra: l'ammazzastivu come se fosse ossessionato. Porta in mano una ciotolina di latte. In sala prende per mano uno degli spettatori e risalendo al proscenio lo porta a sedere con lui nella gabbia, richiudendola.
BUIO- due voci.
Voce uno: ''SPOGLIATEVI!''.
Voce due: ''PERCHE'?''
Voce uno: ''VOGLIO VEDERE SE AVETE GRAFFI O FERITE''.
Rumore di passi, brusio, voci di folla fino al riaccendersi della luce.
Inizia il processo vero e proprio con attori che recitano le varie fasi del dibattimento. In dei flashes teatrali viene esplicitata la storia e l'iter giudiziario del caso.
Nei bui tecnici che consentono l'avvicendarsi dei personaggi il ragazzo porta, con la stessa operazione, ogni volta un altro spettatore nella gabbia, scambiandolo con il precedente ivi rinchiuso.
BUIO - FINALE.
Lettura della sentenza - luce abbagliante sul pubblico - di condanna di Salvatore e Sebastiano Gallo, riconoscibili ambedue nella gabbia come da inizio pie'ce.
BUIO. Adesso, la scena e' vuota un uomo con una coppola e una torcia in mano svela la scena vuota. Si muove come cercando di nascondersi.
BUIO. Al riaccendersi di una debole luce rossa, sul palcoscenico v'e' soltanto un piccolo albero di Natale. Si spegne la luce rossa e rimane visivamente solo l'intermittenza dell'albero di Natale.
Nell'intermittenza e' riconoscibile l'oscillazione della pietra-metronomo.
In sala tutti i personaggi sussurrano tra il pubblico: ''L'AMMAZZASTIVU!''.
Una voce recitante (registrata) recita:
''Dicono: Tempio della Giustizia: parola fascinosa; pero', non e' vera: questo e' il difetto. Il luogo e' teatro. Ecco: teatro maggiore di quello vero. Si ride e si piange li'. Verita' e menzogne, frode e ingenuita' si mescolano''.
SIPARIO.

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Antonio CaldarellaAntonio Caldarella

(in AVOLA IN LABORATORIO, ''Il caso Gallo - Quarant'anni dopo'', Libreria Editrice Urso, Avola 1997, 3,00 acquista)

LiberoLiberoAscolta In memoria di Antonio Caldarella di Libero D'Agata

Il 25 febbraio 2009, a pochi giorni da quella data fatale, come AVOLA IN LABORATORIO dedicammo l'incontro mensile di quel mercoledì letterario di fine mese all'amico Antonio, mutuando il tema della serata dal titolo di un libro di Jacques Derrida, OGNI VOLTA UNICA LA FINE DEL MONDO.
Fu il primo incontro a cui Antonio non partecipò...
Liliana in quella occasione cantò anche Una ragione in più di Ornella Vanoni, prima del suo intervento.



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