In questo lavoro l'opera di Giovanni Verga viene esaminata in tutto il corso del suo svolgimento, nella prospettiva dei suoi esiti concreti, che portarono al rinnovamento della nostra narrativa dopo la conclusione di due fondamentali esperienze convergenti: quella romantica, propriamente letteraria, e quella risorgimentale, istituzionalmente politica. Il carattere di «sintesi e documentazione », cui si ispira questa Collana, ha favorito i risultati dell'indagine. Infatti il materiale epistolare qui usufruito (in gran parte inedito), le ricerche dei precedenti storico-letterari nelle aree verghiane (Catania, Firenze, Milano) e del commercio culturale fra Sud e Nord nel periodo postunitario, nonché i tentativi di differenziazione del verismo italiano da altre correnti consimili europee, hanno consentito di giustificare ed evidenziare gli esiti delle conseguenti proposizioni critiche. Tra i risultati di questo studio sono da rilevare soprattutto una coerente elaborazione dell'attività narrativa verghiana finalizzata a un verismo originale e impersonale, l'improbabilità di una intenzione socio-politica da parte dello scrittore, una profonda consapevolezza dei valori e dei mezzi stilistici e poetici, l'emergente figura di un Verga critico, finora quasi ignorato. Del tutto nuova è l'indagine sull'apparente mancanza di «eredità novecentesca» del Catanese, cui si è tentato di dare una giustificazione affermando che l'impossibile esistenza di imitatori, per una prosa così fortemente caratterizzata, non deve escludere i profondi legami tra il verismo verghiano e le più importanti correnti poetiche del Novecento.
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