Nicaragua: Pi? lavoro, ma senza dignit‡
19-11-2006 inserito da ciccio; categoria Latinoamericana.
nicaraguaNicaragua; Storie di maquilas, panacea del neoliberismo
Gonzalo CarriÛn del CENIDH impegnato nella difesa dei diritti umani nelle maquilas
La realt‡ che si vive nell'impresa Chapri-Mil Colores S.A. Ë solo uno dei tanti esempi di violazione dei diritti umani, lavorativi e sindacali che vivono i lavoratori e le lavoratrici delle maquilas, imprese che operano in Nicaragua in regime di Zona Franca.

Gonzalo CarriÛn Ë coordinatore del Programma di Difesa e Denuncia del Centro Nicaraguense de Derechos Humanos (Cenidh), e ha dialogato con la Lista Informativa "Nicaragua y m·s" sulla situazione di questa impresa paradigmatica del settore.

Nel caso specifico, il proprietario, lo statunitense Gregg Miller, ha lasciato che l'impresa fallisse violando le pi? elementari norme di diritto che esistono nel paese, e ha contribuito a che tre donne abortissero per il fatto di non avere accesso all'assistenza sanitaria. Altre due lavoratrici hanno denunciato che stanno per partorire, ma che non viene riconosciuto loro il diritto a tale assistenza nelle cliniche convenzionate con il Ministero della Sanit‡, in quanto sono mesi che l'impresa non versa i contributi alla Previdenza sociale (INSS) e questo nonostante li stia trattenendo dalla loro busta paga.

Un caso in pi? di violazione ai diritti dei lavoratori e lavoratrici, in cui lo Stato Ë complice di quanto accade.

In una breve intervista a El Nuevo Diario, MarÌa Auxiliadora Mercado, di 29 anni, una delle donne colpite da queste politiche dell'impresa, ha raccontato il suo caso.
Lo scorso 10 ottobre, mentre lavorava, ha avuto una forte emorragia. Per mezzo del sindacato aziendale ha chiesto che la portassero in una clinica, ma la responsabile del personale le disse che non aveva denaro per affrontare le spese.

"Mi hanno portato ad un ospedale pubblico, dove mi hanno detto che dovevo fare urgentemente degli esami specifici (ultrasuoni). Anche in questo caso la responsabile del personale mi ha negato il denaro necessario.
Quando sono riuscita a racimolare la cifra che mi chiedevano era gi‡ troppo tardi. Avevo perso la gravidanza.
Gi‡ in passato avevo chiesto alla responsabile del personale che mi desse alcuni giorni di ferie per poter riposare, come mi aveva raccomandato il medico, ma mi disse che non poteva in quanto c'erano gi‡ molte operaie in quelle condizioniÖ Ora ho perso mio figlio".

Il Programma di Difesa e Denuncia del Cenidh sta ora accompagnando alcune lavoratrici della Chapri-Mil Colores S.A, le quali hanno deciso di denunciare l'impresa.

- Che cosa sta accadendo in questa impresa maquiladora?
- La situazione in questa maquila rasenta ormai l'inaudito ed Ë una cosa inaccettabile.
Esiste una situazione generale nel paese in cui a queste imprese maquiladoras non Ë gi‡ pi? sufficiente avere privilegi e forti guadagni, ma abusano di una buona parte dei diritti lavorativi, umani ed ambientali dei lavoratori e delle lavoratrici.
Ci sono seri problemi nella maggioranza delle imprese maquiladoras, ma ci sono anche casi, come questo, nei quali l'abuso dei diritti umani Ë molto pi? pronunciato.
Stiamo parlando di abusi ai diritti fondamentali come, per esempio, il pagamento del salario, degli straordinari, delle differenti prestazioni, del riconoscimento degli scatti d'anzianit‡. Molto spesso ti licenziano e non ti danno la liquidazione, oppure non pagano in tempo secondo quanto previsto dal contratto.

- Ci sono anche abusi relazionati all'assistenza medicaÖ
- Questa impresa Ë gi‡ fallita. Il proprietario Ë un irresponsabile ed Ë un investitore che lo Stato non ha saputo fermare in tempo. L'aveva gi‡ fatto precedentemente quando l'impresa si chiamava "Mil Colores S.A". Chiuse tutto, trasferÏ la gente e riprese a produrre sotto il nuovo nome di "Chapri".
Si scoprirono abusi reiterati ai diritti umani e lavorativi dei lavoratori e lo Stato non intervenne mai.
Adesso si scopre che ha un debito milionario con l'INSS, in quanto trattiene la quota dalla busta paga, ma non la versa all'istituzione. In questo caso, le donne sono quelle che soffrono le maggiori conseguenze, soprattutto le lavoratrici incinta, dato che, non ricevendo una assistenza medica costante rischiano di perdere i loro figli.
Ogni gravidanza ha i suoi rischi e se non ci si sottopone ai controlli periodici, il rischio aumenta.
Non pagando l'INSS, l'impresa ha cercato un'alternativa per le lavoratrici.
L'Associazione IXCHEN ha dato il proprio apporto e l'impresa ha anche contrattato un dottore che effettuava visite una volta alla settimana. Alla fine se ne Ë andato perchÈ non lo pagavano.
Non ricevendo l'assistenza medica adeguata, varie lavoratrici hanno abortito.

- Quante sono le donne che hanno presentato la denuncia al Cenidh?
- Abbiamo ricevuto le denunce di tre lavoratrici che avevano abortito e anche quelle di alcune donne incinta che avevano paura che gli succedesse la stessa cosa.
Attualmente queste donne stanno per partorire, ma sono molto preoccupate per quello che potrebbe succedergli prima e dopo il parto, perchÈ non hanno diritto all'assistenza medica.
Non vengono rispettati i diritti acquisiti dai lavoratori e dalle lavoratrici e la situazione diventa pi? grave quando si tratta di una gravidanza. C'Ë il caso di una ragazza con varie settimane di gravidanza che si era accorta di essere a rischio di aborto. L'impresa non ha preso nessun tipo di precauzione e se ne Ë disinteressata. Alla fine ha abortito.

- L'impresa Ë l'unica responsabile di quanto Ë successo?
- Esiste un insieme di fattori e di responsabilit‡ condivise tra un'impresa irresponsabile ed uno Stato compiacente e complice.
In Nicaragua, per attrarre nuove imprese con capitale, viene permesso loro di fare ciÚ che vogliono.
Queste imprese, nonostante i grandi privilegi che vengono concessi loro, all'entrare nel nostro paese devono sottomettersi al nostro ordinamento giuridico, ma nel caso delle maquilas, i proprietari si dimostrano irrispettosi delle nostre leggi e le violano costantemente.

- In che modo il Cenidh sta dando sostegno a queste lavoratrici?
- Ci hanno chiesto un aiuto affinchÈ le accompagnassimo durante l'iter dell'azione legale contro l'impresa e contro lo Stato. Sono loro che decidono che tipo di azione intraprendere, e come organismo di difesa dei diritti umani, le accompagneremo fino alla fine.
Non si tratta solo dell'impresa, perchÈ lo Stato Ë complice, in quanto ha la responsabilit‡ di controllare e proteggere il rispetto dei diritti umani dei lavoratori e delle lavoratrici. CiÚ che Ë successo Ë una chiara violazione di questi diritti.
Lo Stato promuove tutta una serie di agevolazioni ed esenzioni per queste imprese straniere e permette anche che si commettano queste assurdit‡ contro le lavoratrici. Esiste una totale incoerenza nel comportamento dello Stato.
In pratica, sono le lavoratrici che stanno pagando le conseguenze del comportamento del proprietario dell'impresa. Dovrebbero invece ricevere l'assistenza medica a cui hanno diritto e dovrebbe essere l'INSS a denunciare l'imprenditore che non paga i contributi per tale assistenza.

- Com'Ë la situazione all'interno dell'impresa "Chapri-Mil Colores S. A."?
- Sta peggiorando. Ci sono alcuni creditori dell'impresa che hanno gi‡ presentato ai tribunali una domanda di pignoramento, in quanto il proprietario non ha mai consegnato i prodotti che sono gi‡ stati pagati o non ha mai pagato la materia prima acquistata.
Per il momento i lavoratori sono riusciti ad impedire il pignoramento. Hanno occupato l'impresa e non vogliono uscire per paura di rimanere con le mani vuote. L'impresa non si sta assumendo nessuna responsabilit‡ ed il personale amministrativo quasi non viene a lavorare.
La giudice che segue il caso ha dato 15 giorni di tempo al signor Miller per risolvere la situazione e per inviare il denaro necessario per pagare i creditori, ma mancano pochi giorni alla scadenza e nessuno l'ha visto.

- Il Ministero del Lavoro non si Ë pronunciato? Non ha preso qualche misura?
- Non sta facendo niente. Il Ministro del Lavoro ha detto di non avere potere coercitivo, ma quando i lavoratori non hanno permesso l'entrata nell'impresa alla giudice ed alla Polizia, che era arrivata per eseguire il pignoramento, allora sÏ che lo Stato era presente ed aveva potere coercitivo.
LÏ lo Stato c'era e questo vuol dire che lo Stato non ha il potere per intervenire quando si violano i diritti dei lavoratori, ma non perde tempo quando si tratta di difendere gli interessi degli imprenditori.
Con un pignoramento i lavoratori rimarrebbero completamente abbandonati e senza il pagamento di ciÚ che spetta loro di diritto, come la liquidazione, il pagamento per le prestazioni, le ferie non utilizzate. Resterebbero totalmente indifesi.

- I lavoratori e le lavoratrici sono organizzati sindacalmente?
- Si sono attivati per difendere l'impresa dal pignoramento, almeno fino a quando non vengano garantiti i loro diritti.
In qualunque momento potrebbero arrivare i corpi speciali della Polizia per effettuare il pignoramento e per sgomberarli con la forza.
Attualmente, l'impresa che controlla la distribuzione dell'energia elettrica, la multinazionale spagnola UniÛn Fenosa, ha tagliato la luce perchÈ il padrone dell'impresa ha un debito di vari milioni di cordobas e quindi si Ë paralizzata la produzione.
Nell'impresa esistono tre sindacati aziendali. Gli abbiamo consigliato di unirsi per affrontare questa situazione. In questo contesto, abbiamo percepito che esiste una certa unit‡ d'azione, perchÈ il problema sta pregiudicando tutti e tutte e stanno tentando di difendere i loro interessi.

- Il governo continua a dire che la maquila Ë la soluzione alla mancanza di lavoro in Nicaragua. Lei che cosa ne pensa?
- » una forma per "mascherare" la realt‡ del paese. L'apertura di nuove maquilas viene presentata come uno dei grandi successi di questo governo.
Dicono che in questo modo si crea lavoro e si crea mercato. Questi sono lavori precari, con condizioni molto difficili per i lavoratori e le lavoratrici, con salari molto al di sotto della media centroamericana.
La maquila non Ë una soluzione per la disoccupazione. » una soluzione per "abbellire il viso" del Nicaragua e per abbassare gli indici di disoccupazione.
» vero, sono posti di lavoro, ma sono lavori cosÏ precari che le uniche cose che lasciano sono gli oltraggi e le briciole. Gli imprenditori stranieri cercano il massimo guadagno e non contribuiscono allo sviluppo del paese. Credono che solo per il fatto di portare occupazione li si debba anche ringraziare e si debba sopportare qualsiasi tipo di vessazione, come se li si debba supplicare e pregare per il rispetto dei diritti umani e lavorativi.
La maquila offre sola precariet‡ e con questo tipo di investimenti non usciremo mai dalla povert‡.
Se riprendiamo il motto "Lavoro sÏ, ma con dignit‡", ci troviamo invece di fronte a una situazione in cui c'Ë "Pi? lavoro, ma SENZA dignit‡".
In tutta questa situazione, lo Stato continua ad essere complice del silenzio che avvolge queste terribili e costanti violazioni.

© (Testo Giorgio Trucchi - Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org )
© (Foto Giorgio Trucchi ed END)
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