Voglio proprio urlarla, oggi, la mia opinione - di Sonia Alia
08-06-2007 inserito da ciccio; categoria Urla la tua opinione. Urla la tua opinione
urlaEbbene, sÏ.
Voglio proprio urlarla, oggi, la mia opinione.
SÏ, urlare Ë il verbo adatto.
PerchÈ non cíË modo migliore dellíurlare per riuscire a tirare fuori la propria interiorit‡ repressa.
Il galateo aborrisce líutilizzo di tale azione.
Le convenzioni sociali occidentali la considerano una forma espressiva rozza ed impulsiva.
Eppure Ë con un vagito-urlo che líessere umano, appena uscito dal grembo materno, si appropria della vita.

Azione fisiologica, si potrebbe obiettare.
Che nulla centra con la capacit‡ razionale dellíautocontrollo che ogni adulto deve possedere.
Ma la capacit‡ razionale dellíautocontrollo Ë, in fondo, cosa unica con il comune senso del pudore.
Lo stesso comune senso del pudore che ci fa recare nel mondo, tra gli altri, i monti, i ricordi, gli oceani, i volti, gli spazi, i crucci, le pene, i disagi, la rabbia che il corpo ed il ritegno, a guisa di barriera, non fanno trapelare.
E allora ben venga líurlare, se qualcuno o qualcosa, come questo spazio, non solo d‡ il permesso di farlo ma anzi invita a farlo, facendo intendere di sapere quanto esso possa essere terapeutico e liberatorio.(Grazie Francesco per questa opportunit‡).
Ma cosa voglio urlare?
E contro chi voglio urlare?
Voglio urlare che non voglio considerare normale líindifferenza verso chi non Ë ritenuto ìimportanteî per ruolo sociale o economico, tanto da non meritare attenzione e considerazione.
Voglio urlare che voglio restare ìpiccola di menteî, ìpiccola díanimoî, che non voglio crescere per pensare (in maniera ìadulta e ìmaturaînonostante la mia grande et‡) che líindifferenza sia un fenomeno normale.
Voglio urlare il mio sgomento quando mi trovo a dover fare i conti sempre pi? spesso con líindifferenza della gente.
Voglio urlare che desidero sorrisi e risposte al ì Buongiornoî nel posto di lavoro.
Voglio urlare che desidero cordialit‡ nel saluto dei conoscenti che incontro per strada.
Voglio urlare che desidero, quando parlo con qualcuno, guardare il mio interlocutore negli occhi.
Voglio urlare che desidero gentilezza ed attenzione agli sportelli degli uffici a cui mi rivolgo.
Voglio urlare che desidero avvertire sentimenti di pietas negli ospedali e nei laboratori díanalisi mediche.
Voglio urlare che desidero cortesia e rispetto verso gli extracomunitari, i mendicanti, i ragazzini che chiedono la carit‡, gli anziani soli e disagiati, le persone bisognose, gli ammalati non ìimportantiî.
Voglio urlare che desidero che síinsegni ai bambini e ai preadolescenti che la cortesia nel salutare, nel parlare, nel chiedere, nellíinteressarsi ai coetanei e agli adulti non Ë una questione opzionale ma un comportamento doveroso.
PerchÈ Ë solo tramite líabitudine alla cortesia che possono svilupparsi sentimenti quali líempatia, líamicizia, la solidariet‡ : sentimenti opposti allíindifferenza, sinonimo di egoismo ed individualismo.
E, per ultimo, voglio urlare contro gli indifferenti affinchÈ considerino quanto líindifferenza che trapela dai loro sguardi, gesti, mutismi, villanie, possa essere causa, per molti, di vera, silente agonia dellíanimo.
SONIA ALIA

A proposito di Voglio proprio urlarla, oggi, la mia opinione di Sonia Alia

Condivido anch'io pienamente gli urli di Sonia che ha trovato le parole giuste per dire quello che sentiamo tutti quelli che, come lei, si scontrano con l'indifferenza, l'arroganza e la maleducazione, frutto della cultura della sopraffazione dei propri pari.
Grazie per questo messaggio, ciao e buon lavoro,

Gabriella Tiralongo

Urla pure cara Sonia,
potrebbe essere utile, ma non certo terapeutico. Liberatorio, ma non risolutorio. I mali della nostra societa' sono errori dei nostri padri, che ci hanno concesso la possibilit‡ di calpestare e spesso sovvertire "princÏpi" morali, sociali, culturali.
Errori che anche noi oggi in quanto padri, e pur non accorgendocene, facciamo e lasciamo in eredit‡ ai nostri figli.
Si, urliamo, proviamo a cambiare, ma...
"non c'Ë pi? sordo di chi non vuol sentire".
Tonino Masini




Alla mia maestra Sonia...

Urli pure la sua opinione, la gente Ë sorda! Vive stordita da
una realt‡ che Ë sempre troppo diversa.... che cambia come cambia il sole durante la giornata...
Urli pure ciÚ che sente dentro... il suo urlo scuoter‡ da questo stato comatoso le amebe che popolano la terra.... mi includo anche io.,.. purtroppo vivendo in una grande citt‡ come Torino mi accorgo giorno dopo giorno che l'unica cosa che accomuna grandi e bambini, vecchi e giovani Ë la noncuranza, indifferenza! di questa stupida malattia che colpisce l'uomo moderno ne abbiamo a quintali, e il rimedio, la pozione magica che la faccia scomparire o ci faccia guarire non Ë stata ancora trovata.
Urli pure che desidera un mondo migliore.
Urli pure che desidera affermare ciÚ che fa e rendere partecipe del suo lavoro gli altri.

Al mattino quando entrer‡ nel suo ufficio, urli pure a gran voce e scandendo sillaba dopo sillaba (come faceva fare a me quando lei era la mia maestra di prima elementare), il suo buongiorno! magari il primo giorno nessuno si degner‡ di rispondere, ma dopo le persone che lavorano con lei inizieranno a rispondere anche solo per il fatto di non sentirla urlare!

Continui ad urlare la sua opinione sar‡ ascoltata sempre da qualcuno, e anche se cosÏ non fosse ci sar‡ qualcuno che si ricorder‡ di lei perchÈ combatteva l'indifferenza. urli pure e affidi il suo urlo al vento affinchÈ lo porti lontano come con l'eco di una dolce melodia...


la abbraccio forte....

Samantha


Ciao Samantha.
Non so come fare per risponderti e sono costretta ad utilizzare questo spazio.
Ho chiesto a Francesco il tuo indirizzo e-mail ma probabilmente non ha ricevuto il mio messaggio.
Non Ë bello utilizzare il sito per comunicazioni personali ma per una volta me lo concedo (nel ''Giardino di Zen'' che mi sembra la sezione pi? adatta).
Puoi immaginarti líeffetto che mi ha fatto leggere ciÚ che mi ha scritto.
Ci siamo persi di vista che eri solo una bimbetta, intelligentissima e molto matura, e ritrovo una giovanissima donna alle prese con gli ostacoli e le delusioni che ognuno di noi incontra, a lungo andare, in ogni settore della vita in cui attuiamo il nostro divenire storico.
Grazie per ciÚ che hai detto e per líaffetto con cui líhai detto.
Quando mi capita di contattare o rivedere miei ex alunni divenuti giovani immersi nella vita ìdei grandiî mi capita di pensare, automaticamente, allíenorme fortuna che ho avuto di poter svolgere un lavoro come il mio.
Un lavoro che mi mette a contatto con anime in evoluzione, integre, innocenti, naturalmente speranzose, ignari dei complessi e assai difficoltosi processi relazionali propri degli individui adulti.
Sono convinta, comunque, che queste prerogative perdurino fino a quando si resti adolescenti e che líadolescenza non sia solo una fase di crescita corporea.
Voglio dire che líadolescenza non Ë per me solo il periodo della vita che va dai 12 ai 18 anni circa. Secondo me líadolescenza Ë uno stato di grazia mentale in cui líindividuo si trova fino a quando riesce a credere che tutto puÚ diventare possibile, che ogni traguardo puÚ essere raggiungibile nonostante le difficolt‡, che ogni sogno puÚ essere carezzabile, che ogni ideale puÚ essere vagheggiato e che i valori umani non sono chimere stravaganti ma un sistema di idee verosimili e attuabili tramite un sapere e un fare dinamici, capaci di continui e imprevedibili riadattamenti.
Adolescenza come purezza di pensiero e purezza nellíagire, quindi.
E allora capirai come il mio stesso sfogo in ìVoglio urlare la mia opinioneîsia uno sfogo da persona non pi? adolescente.
Ho perduto, infatti, lo stato di grazia mentale che non mi faceva vedere il male negli altri perchÈ esso non era in me.
Noi, infatti, tendiamo a vedere fuori di noi ciÚ che Ë dentro di noi.
Quindi Samantha, ìriprendoî le mie urla cercando di sostituirle ad un agire meno pretenzioso e pi? comprensivo perchÈ gli altri, in fondo, sono lo specchio di ciÚ che siamo noi.
Ti abbraccio forte anchíio augurandoti ogni bene e la fiducia adolescenziale di poterlo avere e dare.
Sonia Alia
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