

NOVITA' di MAGGIO 2008 della Libreria Editrice Urso
Cetty Stella
Dalla citta' reale alla citta' ideale - La citta' di Avola dopo il terremoto del 1693, 2008, pp. 48, Collana MNEME n. 26, Euro 8,00
Inutilmente, magnanimo Kublai, tentero' di descriverti la citta' di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so gia' che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo e' fatta la citta', ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato: la distanza dal suolo d'un lampione e i piedi penzolanti d'un usurpatore impiccato; il filo teso dal lampione alla ringhiera di fronte e i festoni che impavesano il percorso del corteo nuziale della regina; l'altezza di quella ringhiera e il salto dellíadultero che la scavalca allíalba; l'inclinazione díuna grondaia e l'incedervi d'un gatto che s'infila nella stessa finestra; la linea di tiro della nave cannoniera apparsa all'improvviso dietro il capo e la bomba che distrugge la grondaia; gli strappi delle reti da pesca e i tre vecchi che seduti sul molo a rammendare le reti si raccontano per la centesima volta la storia della cannoniera dell'usurpatore, che si dice fosse un figlio adulterino della regina, abbandonato in fasce li' sul molo.
Di quest'onda che rifluisce dai ricordi la citta' s'imbeve come una spugna e si dilata. Una descrizione di Zaira quale e' oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la citta' non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgoleª1.
Non avrei potuto trovare parole piu' adatte di quelle utilizzate da Calvino per spiegare la motivazione per la quale ho deciso di occuparmi della mia citta' in questo lavoro; da questo brano si evince lo stretto legame che si crea tra una persona e la propria citta' natale e credo che chi non appartenga ad un determinato luogo non sia in grado di coglierne le relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato. Solo se facciamo parte del suo passato, se siamo nati dalle sue viscere, se siamo cresciuti ascoltando i racconti dei nostri nonni, strettamente legati alla sua storia, potremo carpire la vera essenza di un luogo e, quindi, presentarlo ai lettori cogliendone quelle sfumature che altri non riuscirebbero a cogliere.
Per quanto riguarda il titolo, durante la mia ricerca ho appreso che Padre Italia, líarchitetto che si occupo' della progettazione dellíesagono, si era ispirato ai modelli delle citta' ideali; a questo proposito mi ha colpito molto il titolo utilizzato da Liliane Dufour e Henri Raymond: Dalla citt‡ ideale alla citta' reale. La ricostruzione di Avola 1693-1695. La prima cosa che mi e' venuta in mente era che io stavo percorrendo il tragitto inverso, partendo dalla citta' reale, nella quale vivo, e procedendo a ritroso nella mia ricerca fino a risalire al progetto dell'Italia; da questa mia riflessione deriva il titolo del lavoro.