Ingrid: Libera di demolire tab?, di Giorgio Trucchi
09-07-2008 inserito da ciccio; categoria Latinoamericana.
fotoIl mondo intero si era commosso di fronte alla tragica situazione dei sequestrati delle FARC nella selva colombiana. Il mondo intero ha applaudito entusiasta la liberazione di Ingrid Betancourt e di 14 dei suoi compagni ad opera dellíesercito colombiano lo scorso 2 luglio, non solo per la sostanza dellíevento, ma per la maniera in cui si Ë prodotto: non una goccia di sangue, non un colpo di arma da fuoco, non un morto, non un ferito, solo un occhio pesto a un guerrigliero, ma tutto sommatoÖ magari finissero con un saldo cosÏ le pi? tranquille manifestazioni politiche del pi? tranquillo dei paesi in pace.
Un geniale inganno non-violento, pi? che una ìoperazione militareî.

La popolarit‡ del presidente Uribe Ë schizzata alle stelle, i sondaggi sono impazziti, si sono moltiplicate le voci invocano la sua terza rielezione: sorrisi, abbracci e strette di mano.
Ma Ë davvero tutto cosÏ tranquillo e cosÏ lineare sotto il cielo colombiano? Sono finiti i sequestri? » terminato il conflitto armato? Sono stati risarciti i ìdesplazadosî? Sono cessate le violenze, gli assassinii, le persecuzioni politiche? Hanno cessato le loro tristi attivit‡ gli squadroni della morte? Si Ë smobilitata la guerriglia? Eí terminata líimpunit‡? E cosa ne Ë stato del narcotraffico?
Bisogna assumere il successo dellíoperazione ìJaqueî (scacco in italiano) in maniera critica. Guai a sottovalutarla: Ë un sintomo della crisi irreversibile dellíultima guerriglia latinoamericana e una spinta formidabile sul cammino della pace. Ma guai anche a sopravvalutarla.
E non sono i soliti guastafeste delle "oenneggi" di Diritti Umani a dirlo, che peraltro stando a un sondaggio del quotidiano ìEl Espectadorî del mese di maggio, sono le uniche organizzazioni che in Colombia godono di una fiducia paragonabile a quella del Presidente: in una intervista del 7 di luglio a Radio France in spagnolo, la stessa ex-candidata presidenziale demolisce impietosamente alcuni dei pregiudizi pi? radicati nellíopinione pubblica colombiana e mondiale. A seguire il dettaglio della rottura di almeno sei delle convinzioni irrazionali e, contemporaneamente, pi? diffuse.
Ma prima di rivelare alcuni retroscena e chiarire alcuni punti importanti delle sue convinzioni rispetto alla situazione del conflitto e della vita politica del paese, mette le cose in chiaro rispetto a ciÚ che pensa della guerriglia: ìLe FARC devono rendersi conti che hanno perso la battagliaÖ si diceva che il fatto di tenere un gruppo di sequestrati pi? visibili degli altri, i tre americani o il caso mio, dava loro la possibilit‡ di essere costantemente presenti nello scenario internazionaleÖ Ë finita! Oggigiorno quello che hanno ottenuto Ë la vergogna che devono sopportare perchÈ il mondo li sta additando come torturatori, come violatori dei diritti umani, come narcotrafficanti travestiti da guerriglieriî. Agli osservatori esterni al paese puÚ apparire assolutamente ridicolo che una persona che ha passato gli ultimi sei anni sequestrata dalle FARC debba precisare di non amarle, ma in Colombia ogni volta che si critica il governo, per quanto in maniera lieve, Ë opportuno, praticamente obbligatorio, fare questa premessa (e a volte risulta persino insufficiente), per non correre il rischio di essere immediatamente accusati di complicit‡ con la guerriglia.
Successivamente cade il primo tab? colombiano -la malvagit‡ di Hugo Chavez-: ìper poter realizzare líaccordo umanitario bisogna uscire dai binari delle condizioni non negoziabili, ognuno tira acqua al suo mulino e non vuole concedere spazio, [Ö] parliamo della necessit‡ di uno spazio, di una zona di distensione che Uribe non vuole concedere e che le FARC pongono come condizione pregiudiziale per qualsiasi inizio di conversazione, allora, semplicemente [Ö] cerchiamo altre soluzioni che hanno funzionato, a me sembra che quella di Chavez sia magnifica [Ö] se posso aiutare in qualcosa, io voglio farlo, per aiutare a ristabilire líamicizia, la fiducia fra Chavez e Uribe, perchÈ Chavez ha una chiave che non ha nessuníaltro possiede, lui ha la possibilit‡ di dire alle FARC cose che le FARC ascoltano. Alle FARC non Ë piaciuto per niente quando Chavez ha detto che la lotta armata in America Latina Ë una cosa obsoleta[Ö]. Chavez Ë quello che Ë riuscito a farli pensare in maniera differente. » riuscito a fargli liberare sette persone prima di noi e probabilmente possa farne liberare ancora, io credo che Chavez sia per noi un alleato straordinarioî, e qui rompe il secondo tab? ?-la malvagit‡ di Rafael Correa-: ìE credo che Rafael Correa invece anche! Voglio dire, a me questa storia che Rafael Correa stava prendendo contatto, quando uccisero Raul ReyesÖ la crisi fra Colombia ed Ecuador, tutto questo non ha nessuna importanzaî, e cade il terzo tab? -le verit‡ bibliche contenute nel computer del defunto n. 2 delle FARC-: ìquello che dice il computer di Raul Reyes a me personalmente non interessa! Líunica cosa che voglio Ë ascoltare Rafel Correa che dica ´Si, continueremo a lavorareª [Ö] Magari le FARC consegnano a Rafael Correa, come hanno fatto con Chavez, fratelli nostri del sequestro. [Ö] La priorit‡ Ë la vita della gente che sta nella selvaî.
Ma i tre pregiudizi pi? importanti cadono per ultimi, alla fine dellíintervista quando la giornalista le chiede ìSecondo lei, la sparizione delle FARC che sembra oramai essere prossima equivale alla pace in Colombia?î, Ingrid risponde: ìQui sta la differenza fra me e Uribe, ve la metto direttamente sul tavolo: [Ö] secondo Uribe la crisi colombiana Ë una crisi di sicurezza nazionale, cioË di conflitto che produce ingiustizia sociale o conflitto sociale, per me invece Ë un conflitto sociale che produce insicurezza [Ö] nel suo diagnostico la soluzione Ë sicurezza, nel mio Ë giustizia [Ö] la giovent? in Colombia sta cercando uníopportunit‡ di vita [Ö] di poter guadagnare il loro denaro senza essere dei delinquenti, questa possibilit‡ ai colombiani non líabbiamo mai data. O son giovani con i soldi e sono banditi o son giovani che chiedono líelemosina nei semafori. [Ö] Ë una giovent? che ha líet‡ dei miei figli Ë si Ë convertita in mostri, in esseri umani mostruosiî. In un colpo solo cadono il numero quattro -la responsabilit‡ esclusiva delle FARC per tutti i mali del paese-, il numero cinque -líinfallibilit‡ messianica del presidente (forse il pi? duro di tutti i tab?)-, il numero sei -la certezza matematica che la strada intrapresa dal governo porti inesorabilmente la Colombia sulla via dello sviluppo, del progresso, della prosperit‡.
Interessante notare come il giorno stesso del rilascio dellíintervista ed il giorno successivo sia iniziato un corposo fuoco di fila da parte dei mezzi di comunicazione filogovernativi contro la famiglia di Ingrid Betancourt e contro lei stessa, ricordando le dimostrazioni di sfiducia da parte di Yolanda Pulesio nei confronti di ¡lvaro Uribe, la sua presunta irriconoscenza e le vecchie accuse di corruzione da parte di Ingrid allíattuale presidente.
Per scaricare líintervista integrale: http://www.rfi.fr/actues/pages/001/accueil.asp
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