La profezia di Gandhi, di Giovanni Stella
23-08-2008 inserito da ciccio; categoria Urla la tua opinione. Urla la tua opinione
Gandhi

''Voglio lasciarvi con il pensiero che l'Asia debba conquistare l'Occidente... se unite i vostri cuori, non solo le vostre menti, e capite il segreto dei messaggi che i saggi uomini d'Oriente ci hanno lasciato... allora capirete facilmente che la conquista dell'Occidente sara' completata e che questa conquista sara' amata anche dall'Occidente stesso''.



Pronunciare queste parole nellíambito di un discorso tenuto nel 1947 †(esattamente a met‡ del secolo andato), ora ritrovato e portato a conoscenza del grande pubblico, in quel contesto storico, politico, sociale, significava essere un folle o un profeta.
Mahatma Gandhi fu, era, Ë stato, Ë un profeta e pi?.

LíOccidente a quel tempo disponeva della bomba atomica e ñ ahinoi ñ líaveva usata in Giappone, durante la grande guerra, con conseguenze in termini di vite umane distrutte e dilaniate, catastrofiche, e rappresentava oltre al potere militare anche quello economico tout-court, anche questo incontrastato.



LíIndia era quella descritta nei libri inglesi attraverso gli storici inglesi, ma era anche quella amata, visitata, vivisezionata in lungo e in largo da Gandhi: i mucchi di letame che erano villaggi laddove bisognava raschiare per trovare in profondit‡, cioË nelle viscere e nelle radici, gli umili Bhangis cioˆ <>.



Follia, ancora follia? No, perchÈ quellíuomo minuto, avvolto in un lenzuolo bianco, provvisto di calzari, occhiali su un viso scarno con la testa rasata e pochi denti, che si nutriva solo del latte di una capretta, fedele sua compagna, e del rigore morale dei suoi princÏpi cui mai venne meno, che si dimostrarono i pilastri portanti del suo viatico, di quella vita unica e irripetibile, con gli occhi della mente si dimostrÚ essere profeta, sognatore, ma anche anticipatore di un secolo di ciÚ che sarebbe accaduto nel pianeta allíinizio del terzo Millennio.



E gi‡ allora da sopra quei mucchi di letame, qualíerano per suo stesso dire i villaggi indiani, invitava i connazionali ad inviare allíOccidente un semplice messaggio di ëamoreí e di ëverit‡í. E lo diceva al suo popolo, molto diversificato allí interno, che viveva in quelle condizioni economiche e storiche note, ma che ora dispone di una identit‡ nazionale, grazie a lui che ne ha previsto e disegnato i contorni.



Rivoluzionario, fu tuttavia líideatore della non-violenza, cui líONU ha dichiarato la ufficialit‡ il 2 ottobre, data di nascita di Gandhi.



Era persuaso che la paura porta alla violenza, paura nel senso pi? lato. E dunque si puÚ sconfiggere la violenza attraverso líeliminazione della paura.



PerciÚ la necessit‡ di istituire, quale elemento essenziale nella vita dellíuomo, la non-violenza, metodo di lotta forte, determinata, irrevocabile, per conseguire la pace non soltanto con le parole ma con le azioni.



Questí uomo rispettoso della natura e di ogni essere vivente che gli stava accanto, aveva il coraggio di non aver paura e viveva nel modo pi? spartano che si possa immaginare, proprio ai limiti della sopravvivenza. Divertente coi bambini ai quali dispensava sorrisi augurali, austero e inflessibile col potere, fu il padre della indipendenza dellíIndia alla cui causa dedicÚ la sua intera vita. Apostolo e simbolo stesso della non-violenza, e tuttavia assassinato nel 1948 da un fanatico ind?, parlava sessantíanni fa un linguaggio di una attualit‡ sorprendente.



Questíessere umano delle cui fattezze ne nascono pochi nei secoli (fece tremare gli inglesi, procurandosi líammirazione smisurata delle masse, oltre che dei grandi), predisse allora che líAsia avrebbe potuto conquistare líOccidente, che a sua volta ne sarebbe rimasto grato. E lo disse allora, quando dirlo o solo pensarlo, era non solo utopia ma follia.



E per dar conforto alle sue parole non esitÚ a ricordare che, contrariamente a quanto si diceva, e cioË che líOccidente fosse stato portatore di saggezza in Oriente, la realt‡ dimostrava il contrario.



MenzionÚ Zoroastro, Buddha, Ges?, MosË, MohammadÖ, tralasciandone altri, per riaffermare che erano tutti uomini díAsia, non riuscendo ad individuare uomini díOccidente di analogo spessore.



Ma la profezia, col tempo, lento e inesorabile, si Ë trasformata in cronaca perciÚ in storia.



Cina e India, da sole, rappresentano oltre un terzo degli abitanti del pianeta. Un tempo sopravvivevanoÖ Ma ora? Oggi ñ Ë vita quotidiana ñ líOccidente Ë incalzato ed Ë costretto a confrontarsi in costanza con i due giganti suddetti. Prima colonie o popoli in grave degrado e sottosviluppo economico, oggi agguerriti colossi provvisti innanzitutto di forti, intelligenti, risorse umane, in grado di mettere in ginocchio aspetti notevoli e importanti di quellíOccidente che in termini di globalizzazione e di sviluppo sociale collettivo forse deve anche ringraziare.



CosÏ ci Ë dato di capire a distanza di sessantíanni quanta cultura, essenza, previdenza, fosse portata nelle or ritrovate parole di quellíUomo, Gandhi, che merita, non solo líiniziale maiuscola, ma anche líappellativo di Mahatma, Grande Anima.††††††††††††††††††††

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