Paola Liotta per ''La relazione'' di Corrado Calvo
10-12-2010 inserito da ciccio; categoria .
Logo News Paola LiottaCorrado Calvo''La relazione. Romanzo'':
INTERVISTA a CORRADO CALVO

Sicilia, fine anni Sessanta. La storia di un adulterio si dispiega in un romanzo corale, ''La relazione'' (2008), che e' anche romanzo di formazione e rappresentazione realistica di tutta una societa' in rapida evoluzione, dove ogni parvenza sembra animarsi e rivestirsi del suo contrario: cosi' accadimenti reali misti ad altri d'invenzione, personaggi ben riconoscibili o travestiti dall'espediente della finzione letteraria si ritrovano e disperdono di capitolo in capitolo, tessendo un microcosmo originale e intrigante di aspirazioni, rapporti, angoscia e ideali, quelli di ''mondi nuovi, di giustizia uguale per tutti...''.
Abbiamo chiesto all'autore, il rosolinese Corrado Calvo, che e' docente di Filosofia e Storia presso il Liceo Scientifico 'Archimede' di Rosolini ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra racconti, saggi critici, prefazioni e reportages, di rispondere ad alcune domande su questa sua ultima fatica letteraria.


– Quanto di autobiografico si puo' rinvenire in questo romanzo?

Ritengo che ogni opera letteraria sia in qualche modo autobiografica, nel senso che ogni autore mette a disposizione della sua creazione il proprio bagaglio culturale, il patrimonio di esperienze dirette e indirette maturate, le letture e i propri innamoramenti, letterari e non, le reminiscenze, tutto il proprio mondo, insomma. Se mi identifico con qualcuno dei miei personaggi? La risposta e' che in quasi tutti i personaggi del romanzo, anche i meno gradevoli, c'e' un parte di me, grande o piccola, rivestita o trasfigurata dall'espediente letterario. Tanto che potrei dire, come Gustave Flaubert, ''madame Bovary c'est moi!''; In tale caso, ''la relazione sono io''.

copertina libro– Quali i significati sottesi al titolo 'La Relazione'?

Il titolo e' stato l'unico elemento del mio romanzo che non ha mai subito cambiamenti. Esso e' germinato spontaneo, perché racchiudeva tutto quello che sentivo urgere dentro di me, prestandosi a piu' livelli di significato: dal resoconto di una storia e di fatti politici e sociali, cosi' come incidono sull'esistenze individuale e collettiva, al versante sentimentale e a quello dei consueti rapporti interpersonali. Quando apparve ''Una relazione'' di Carlo Cassola, ma il mio romanzo non era ancora terminato, in qualche modo me ne adombrai; poi, mi dissi che, mentre quella di Cassola era 'una relazione', la mia era 'la relazione', la volevo onnicomprensiva dei miei anni, delle mie conoscenze ma pure delle speranze e delle attese di tutta una generazione.

– In quale contesto storico–culturale sono calati i personaggi?

e' stato per me naturale collocare la vicenda nel territorio che meglio conosco, la Sicilia sud–orientale, per dispiegarla in un lasso di tempo ben determinato, la fine degli anni Sessanta, quando nel nostro Paese si verificavano fermenti socioculturali e politici significativi, destinati a cambiare il volto della societa' italiana, oltre che a quella isolana. Mi riferisco in particolare ai Fatti di Avola, alla Contestazione, alla Strage di Piazza Fontana, ai moti di Reggio. E, piu' avanti, nella narrazione, ci saranno riferimenti al rapimento di Aldo Moro e agli Anni di piombo. Dunque, attraverso le maglie della ''Relazione'' si dispiega la storia italiana di quegli anni, tirando in ballo la vita reale dei protagonisti, nelle sue conseguenze, negli effetti concreti.

– Nel risvolto di copertina si legge che 'l'unica, vera scelta e' la non scelta'. Cosa si intende per 'non scelta'?

Scelta vuol dire impegno. Il suo contrario e' non scegliere ovvero passivita'. Ma e' poi vero? Lo capiremo leggendo il libro e seguendo la storia di Antonio, il protagonista, perché la 'non scelta' e' il risultato a cui perviene il personaggio principale alla fine del suo percorso di formazione. Un percorso disseminato di episodi, i piu' vari, che ci fara' sorridere e soffrire con lui, tribolare e crescere. In questo c'e' una lezione di vita, oserei dire una lezione filosofica appresa, rimasticata, piegata al particolare individuale che, di volta in volta, sembra mettere insieme il buon senso di cartesiana memoria e l'aut-aut di Kierkegaard, la nausea di Sartre e l'etica della responsabilita' di Levinas, assieme a tanti altri elementi compositi e non di rado contrastanti. E, silenziosa, a percorrere il romanzo, a scorrere nelle vene del nostro Antonio, l'ambizione, la sua ambizione, che ci dara' il risultato, in ultimo, dopo aver tanto lavorato quasi a sua ( e nostra) insaputa.

Nel ringraziare il professore Calvo per questa intervista, ricordando inoltre la sua intensa attivita' di promozione culturale e l'ideazione e organizzazione delle quattro edizioni del premio letterario ''Il Racconto'', ci ripromettiamo presto di poter gustare e commentare, perché no, insieme, qualche pagina della ''Relazione'' o di uno dei suoi innumerevoli racconti.

Corrado Calvo, La relazione, 2008, 8°, pp. 304, Euro 12,00acquista

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