L'ingegniere GIUSEPPE PICCIONE personaggio autorevole del secondo Ottocento avolese (visto dal prof. Corrado Piccione)
01-05-2006 inserito da ciccio; categoria AVOLESI. AVOLESI
Corrado PiccioneLa seconda met‡ del secolo scorso fu per la cittadina avolese un periodo di crescita economica, demografica e anche culturale. La popolazione nel 1864 raggiungeva le 11536 anime; gli elettori politici iscritti nelle liste elettorali erano 117. Proprio in questo periodo ci fu un intenso fiorire di uomini illustri che lasciarono profonde impronte nella vita culturale, sociale e politica di allora.


Giuseppe PiccionePossiamo ricordare Pompeo Interlandi, principe di Bellaprima, filosofo, naturalista e letterato, autore di circa 60 opere, deputato di Avola al parlamento siciliano nel 1848; Canonico Giuseppe Di Maria, benemerito filantropo; Giuseppe Bianca, noto al mondo intero non solo come botanico ma anche come letterato; Vincenzo Perez, autore di poesie (ricordato per líelogio funebre in occasione della morte di Giuseppe Bianca); Alfredo Perez, studioso, amante dei classici, medico (ricordiamo le ricerche effettuate su uníepidemia di meningite cerebro spinale che allora infierÏ ad Avola), cultore delle scienze, di modi e pensieri nobilmente elevati e tanti altri che dovrebbero essere giustamente ricordati.

Giuseppe Piccione nacque ad Avola il primo Ottobre 1866 da una famiglia benestante, intellettuale impegnato, il cui nome deve figurare fra i cittadini avolesi degni di essere ricordati. Dopo aver frequentato líistituto tecnico di Modica, proseguÏ gli studi a Catania dove, ventiquattrenne, nel 1890 conseguÏ il ´diploma di laureaª, avendo frequentato presso quellíuniversit‡ la facolt‡ di ´Scienze matematiche e fisicheª. CompletÚ la formazione professionale a Napoli, dove frequentÚ la ´Scuola di applicazione degli ingegneriª e si laureÚ il 21 Dicembre 1893 ingegnere civile. A Catania conobbe uomini di impegno culturale e politico della levatura di Luigi Macchi, Di Stefano, PaternÚ, Forno e Francesco Rizzardi. Insieme a tali illustri personalit‡ del mondo della cultura e della politica, fondÚ a Catania il ´Circolo Democratico Aurelio Saffiª. In questo circolo si propugnavano i principi del movimento radicale che qualche secolo prima, nella vecchia Inghilterra, aveva proposto il suffragio universale e che, invece, in questo contesto si riprometteva di migliorare le condizioni di vita della classe operaia.

A Napoli affiancÚ allo studio líimpegno politico, avendo modo di guadagnare la stima e líamicizia di uomini come Arturo Labriola, Giovanni Bovio ed Enrico Ferri; con questíultimo intrattenne anche una corrispondenza epistolare. La passione per la sua terra e líattaccamento alla famiglia lo indussero, ancora giovane, a ritornare ad Avola. Anche quÏ avvertÏ líesigenza di impegnarsi fattivamente per il miglioramento delle condizioni economiche e per líaffermazione dei pi? elementari diritti dei lavoratori: Ë bene ricordare che a quei tempi il compenso per la mano díopera era non di rado un piatto di minestra, non esisteva forma di assistenza previdenziale e la disoccupazione si pagava con la fame. Ad Avola fondÚ nel 1907 la lega dei lavoratori ´G. Garibaldiª e la lega ´E. Ferriª. PortÚ avanti anche il circolo ´G. Dolfiª, di cui il padre Girolamo era stato presidente e fondatore. La sua formazione cuturale lo fece aderire, insieme ad altri illustri concittadini dellíepoca come líavv. Giovanni Romano, il dott. Salvatore Tiralongo, líingegnere agrimensore Corrado Suma, il farmacista Salvatore Mazzonello, il professore poeta Alessandro Caia, al ´partito giovaneª il cui logos riprendeva il trinomio della rivoluzione francese: libert‡, uguaglianza e fratellanza. A proposito dobbiamo aprire una breve parentesi sui partiti avolesi di allora. Essi potevano essere paragonati alle antiche fazioni di un tempo, quali ad esempio quelle dei guelfi e dei ghibellini, degli angioini e degli aragonesi, dei chiaramonti e dei rossi. Ad Avola erano presenti líuno contro líaltro il partito vecchio e il partito giovane (questíultimo era il partito progressista dellíepoca, al quale si opponeva il partito vecchio) continuazioni delle suddette vecchie fazioni. Villa MimmaDi esse avevano sicuramente mantenuto la ferocia; intenso era líodio e líastio venutisi a creare fra le due parti; tali sentimenti spesso sfociavano in veri e propri duelli. Un memorabile episodio che movimentÚ la vita politica Ë quello riferito dal settimanale politico amministrativo il ´Risveglioª che si stampava e si pubblicava ad Avola. Il 29 Giugno 1898 su questo settimanale apparve un articolo dal titolo ´Le spacconate del medico condottoª, che chiaramente si riferiva al dott. Salvatore Tiralongo, firmato ´Tuttiª. Il 3 Luglio successivo sulla ´Svegliaª, altro periodico avolese, il Tiralongo sfida a duello il presunto, ma anonimo, autore. Il duello non avr‡ ovviamente luogo e i padrini dello sfidante, i poeti Alessandro Caia e Nino Martoglio, dichiarano di non avere ragione di insistere oltre nella sfida e dichiarano chiusa la vertenza. Il Piccione fu uno dei pi? importanti benefattori dellíospedale di Avola e ancora oggi tutto ciÚ Ë ricordato da una lapide allíinterno dellíantica struttura sita in piazza Francesco Crispi. Fece parte pi? volte dellíamministrazione comunale di Avola. Il 2 Agosto del 1908 líing. Piccione pubblicÚ su ´La Vedettaª, giornale quindicinale, organo del partito popolare, un articolo: ´Líavvenire dei partiti in Avolaª. In questo numero metteva in risalto che sia il Partito Vecchio che quello Nuovo non avevano pi? nulla da dire, per cui auspicava una maggiore democrazia sociale con pari diritti e doveri. Il titolo era ´Líavvenire dei partiti ad Avolaª. Uno dei primi grandi statisti del secolo passato, il Gladstone, ebbe a dire - questo Ë il secolo degli operai - e disse bene! - Da Cristo a Marx, il principio di uguaglianza, chíË il fondamento del principio di libert‡, ha sollevato e solleva sempre pi? la coscienza proletaria.

Dalla Internazionale ai Fasci dei lavoratori, ed alle odierne camere di lavoro Ë uníattivit‡ continua, intensa, poderosa delle classi operaie, intese a liberare il lavoro dallíoppressione del capitale, líoperaio dalla tirannide borghese: - in questa mirabile attivit‡ il sentimento delle masse si eleva ed insorge nelle forme letterarie del Rapisardi, del Tolstoj, del Gorki!Ö il pensiero si sistema, e dalle idee estreme della Lassalle e del Proudon, va sino al programma minimo del socialismo del Bovio, Cavallotti, ed al riformismo turatiano!Ö la volont‡ sociale si esplica nelle sue mille manifestazioni, che vanno dalle semplici forme associative (fasci, leghe, camere di lavoro, consorzi, ecc.) ai colossali scioperi, interessanti la vita nazionale, e qualche volta anche a sanguinose rivolte!Ö

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Questa coscienza, pi? evoluta nei centri pi? civili, gi‡ comincia ad espandersi in Avola. Qui, in questa bella cittadina, incantevole nel suo bianco aspetto, ove si muove una popolazione virtuosa ed operosa; quÏ in queste belle contrade, ove fiorisce il mandorlo, il limone, líarancio e sempre ride il verde dei campi, campi ubertosi e fonte di lavoro e di ricchezza, quÏÖquÏÖ la coscienza del lavoratore, asservita colla forza dei vecchi pregiudizi sociali e religiosi al padrone, Ë rimasta gran tempo tetragona al movimento civile mondiale, e, come torre, che mai non crolla, ha resistito al vento di libert‡ che di fuori ha spiratoÖ e spira tuttodÏ!Ö

Due ordini di effetti ne son derivati:

a) una scoraggiante inconsapevolezza, un indifferentismo colpevole nel lavoratore per la vita pubblica; e perciÚ si Ë visto il grande elettore barattare, per un compenso egoistico, la sorte delle urne,

b) uno scetticismo incosciente, che, accoppiato ad ignoranza fece apparire come utopia la nuova idea di progresso e di miglioramento sociale, e rese pi? misionista o pi? odiante il nuovo: la coscienza operaia!

Questo doppio ordine di effetti, intanto, mentre ci ha messo fuori dal movimento intellettuale e civile contemporaneoÖ ci ha disonorato!Ö Mentre ovunque la democrazia porta alla somma delle cose Municipali i Nathan, qui si adora ancora líidolo di cinquanta anni addietro, don ciccioÖ e gli stessi nostri eletti, ci hanno bollato díinfamia, di corruzione, e peggioÖ ci han detto, che noi, come cittadini del regno, a nulla abbiamo diritto dai nostri rappresentanti nazionaliÖ perchÈÖ - perchÈ siamo stati pagati!Ö líon. Carlo Di RudinÏ informi!Ö Questo insulto non meritato, ma provocato dalla corruzione dei grandi elettori, nostri padroni, ci sferza a sangue! - Operai svegliatevi, il giorno della riscossa Ë arrivato!Ö

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MaÖ tutto nel mondo Ë soggetto alla universale legge di evoluzione ed i corpi siano fisici, siano organici, siano sociali pi? resistenti finiscono col cedere: cosÏ avviene in Avola. Le nuove idee ambienti gi‡ filtrano nella sua coscienza, e la democrazia saleÖ saleÖ e, mentre si organizza nelle sue varie societ‡ operaie, scuote le vecchie combriccole cointeressate e rende difficile, anzi impossibile, il ripullulamento delle abbattute.

Si Ë voluto, ad esempio, ricostituire sulla base delle vecchie idee e cogli antichi elementi, il cosÏ detto partito nuovo, sbaragliato per effetto dellíultima elezione amministrativa; maÖ per effetto della nuova coscienza democratica, si sono avuti i fenomeni di un cadavere galvanizzato: si Ë mosso, ma di vita fittizzia - imponente, invero, a sostenere la lotta nelle recenti elezioni parziali, si compiacque a far comprendere nella lista avversaria, (mediante un concordato senza alcun significato amministrativo) alcuni propri nomi, che privi di vitalit‡ propria, sono stati assorbiti, anima e corpo, dalla maggioranza imperante. PerchÈ? Il partito, cosÏ detto, giovane, non risponde pi? ai nuovi tempi: non ha programma, non ha forma nÈ idealit‡ propria: fondato suí vecchi sistemi, gi‡ decaduti nella coscienza sociale, non trova in sË le forze per ricostituirsi - e si appoggia al partito vecchio, e tende a brillare di luce riflesa. Il partito vecchio, a sua volta, anche esso Ë acefalo, quantunque abbia alla testa Don Ciccio, perchÈ non ha programma, Ë fondato sulle antiche coalizioni díistruzione e sui vecchi pregiudizi amministrativi, trova la sua vitalit‡ nel potere sociale ed economico che ha in mano: municipio, banca, esattoria, ecc. ecc. Vive dunque il vecchio partito, e, puÚ dirsi di vita propriaÖ ma questa non Ë vita naturale, che trova la sua ragione díessere nel pensiero, nel sentimento e nella volont‡ del popolo. Son torrenti di vita fittizia, che potranno venir meno ed esser vinti al primo urto díuna forza cosciente! Questi, il vecchio e il nuovo, sono i due partiti che in Avola rappresentano la vecchia coscienza sociale, in cui il padrone comanda e líoperaio, asservito obbedisce.

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Come liberarcene? - Ecco, anche in Avola, al soffio delle idee nuove, la democrazia saleÖ saleÖ e si organizza in varie societ‡ operaie (la Marconi, la Enrico Ferri, la Lega dei Carrettieri, ecc. ecc.) ed intanto mira alla conquista del potere amministrativo: imporre alla maggioranza prima un consigliere, poi due, poi tre e cosÏ di seguito. E. cosÏÖ, quando il giorno parr‡ pericoloso al partito del potere, e quando il partito popolare acquister‡ coscienza delle proprie forzeÖ la rottura avverr‡ e i due contrari si delineeranno líuno contro líaltro: - dallíuna parte avremo la coalizione dei partiti vecchi (che gi‡ si accenna col recente concordato) coi loro pregiudizi, coi loro favoritismi, colle loro malversazioni amministrative; e dallíaltra la unione dei partiti popolari, colle loro idealit‡, perfezionate dai nuovi portatori della scienza e dellíeconomia politica. I due contrari, cosÏ, entreranno sul campo della lotta: scenderanno nellíarena del combattimento elettorale, ciascuno con uomini e programmi propri. Allora - forte del proprio diritto, cosciente delle proprie forze - la democrazia organizzata lotter‡: lotter‡ per un avvenire pi? equo e belloÖ lotter‡ per vincere o cadere, sempre gloriosa, avvolta nella sua bandiera, al raggio splendente del suo ideale!

Líesito della lotta, qualunque esso sia, sar‡ sempre, per la democrazia soddisfacente: vittoriosa nella maggioranza, tender‡ allíattuazione del suo programma; vittoriosa nella minoranza, razionalmente combatter‡ per il pubblico bene; vinta nella minoranza, sempre superba della sua nobile missione, agiter‡ fuori - nel paese - il suo vessillo, dove Ë scritto avanti!

Vittoriosa o vinta, sulla piazza od al potere, uno sar‡ il fine: la salute pubblica; ed uno il mezzo: la forza derivante dal proprio diritto!

Pei partiti popolari, quindi, non colpevoli transazioni o vigliacchi tentennamenti: il potere non li ammalia!Ö líonest‡ li sospinge!Ö il bene pubblico li guida!Ö

Il 20 Settembre 1911, per sua iniziativa, venne posta allíingresso del palazzo municipale una lapide commemorativa di Giuseppe Garibaldi; a inaugurarla líing. Piccione volle che fosse il vecchio amico Gigi Macchi, al quale rivolse un caloroso saluto, ricordando, a ventíanni di distanza, il vecchio consocio del circolo ´Aurelio Saffiª, ´ben mutato di pelo ma non díideeª. Altro impegno prodigÚ Giuseppe Piccione nella loggia massonica di ´Avola Ibleaª, della quale fu Venerabile dal 1911 al 1914. OperÚ nel campo dellíedilizia pubblica e privata. Nel 1903 partecipÚ alla revisione dellíacquedotto comunale di Avola, assumendone poi la direzione dei lavori insieme allíingegnere Vaccarisi; nello stesso periodo diresse i lavori dellíacquedotto di Noto e, vista la sua grande esperienza e abilit‡, gli furono affidati, sempre insieme allíingegnere Vaccarisi, i lavori di altri acquedotti della provincia. CollaudÚ i lavori del nuovo mercato progettato dal defunto ingegnere Salvatore Rizza, costruito da Sebastiano Vinci con líassistenza del perito agrimensore Corrado Suma e dallíingegnere Carlo Loreto. Introdusse ad Avola lo stile ´Libertyª. Sebbene in misura ridotta Avola esprime esempi del nuovo stile che venne formandosi in Inghilterra tra la fine del XIX e líinizio del XX secolo e che trovÚ terra fertile anche in altre nazioni e coinvolse tutte le arti inclusa la musica. QuÏ da noi il ´Libertyª trovÚ maestranze che seppero dare una vera interpretazione di questo ´New Styleª. Da non dimenticare la plasticit‡ della materia prima, il calcare ´marnosoª di cui i monti Iblei sono ricchi poichÈ costituiscono la sua formazione geologica. Alcuni esempi di questo stile si devono a lui, come i palazzi Marino in Piazza Umberto I, 23, Grande in via Milano 14, Villa Mimma, strada per Tangi. Il 28 Luglio 1898 la giunta provinciale nominava líing. Piccione direttore dei lavori della strada comunale Avola-Manchisi. Per alcuni anni fu insegnante di matematica e fisica presso la scuola tecnica della citt‡ intitolata a Giuseppe Bianca. Líamministrazione comunale lo incaricÚ di redigere un progetto tecnico per un edificio scolastico, qualche anno prima della sua improvvisa e prematura morte. Si sa che il progetto fu attuato, ma i disegni sono andati perduti. Líamministrazione comunale alla morte del Piccione ritenne opportuno affidare il progetto ad altri e per cautelarsi da eventuali richieste di indennizzo da parte degli eredi diffidÚ questíultimi a presentare entro il termine improrogabile del 31 Marzo 1928 il progetto, pena scadenza dellíincarico.

Líintimazione porta la data del 20 Febbraio 1920.

Morto nel 1918, in sua memoria, la sorella Giovanna, stimata e non dimenticata insegnante elementare in Avola, istituÏ una borsa di studio intitolata ´Ingegnere Giuseppe Piccioneª che ancora oggi premia gli studenti pi? meritevoli dellíistituto ´L. Capuanaª di Avola.
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