Paolo CalabrÚ, intellettuale avolese
22-09-2006 inserito da ciccio; categoria AVOLESI. AVOLESI
CalabròPaolo CalabrÚ nasce ad Avola il 14.07.1895 nella casa paterna sita in via Lincoln C.le CalabrÚ (gi‡ c.le Piccione), da una modesta famiglia (da Salvatore CalabrÚ che inizialmente svolgeva líattivit‡ di barbiere, e da Antonia Guarino), secondogenito di sei figli.
Paolo CalabrÚ nasce ad Avola il 14.07.1895 nella casa paterna sita in via Lincoln C.le CalabrÚ (gi‡ c.le Piccione), da una modesta famiglia (da Salvatore CalabrÚ che inizialmente svolgeva líattivit‡ di barbiere, e da Antonia Guarino), secondogenito di sei figli.

Sin da giovanissimo si preoccupa di aiutare economicamente la famiglia anche nelle incombenze pi? faticose e pesanti.

I primi studi li compie al liceo classico governativo ìDi RudinÏî a Noto dove consegue il diploma.

A ventíanni (1915) esordisce da Ufficiale combattente nella prima guerra mondiale sul San Michele del Carso dove, a seguito di una rischiosa azione, viene gravemente ferito nei pressi del fiume Isonzo; quivi si guadagna ben tre decorazioni al valor militare: una croce al merito di guerra, una croce di guerra al Valor militare e una medaglia díargento per una coraggiosissima, quanto rischiosa impresa di attacco ad una postazione tedesca, la motivazione fu la seguente: ìsebbene febbricitante eseguiva una ricognizione verso le linee nemiche in situazione particolarmente difficile; fatto segno a fucilate da pattuglie nemiche, continuava nella sua missione con fermezza e valore e riusciva a sfuggire con la pattuglia al suo comando e ritornava nelle nostre linee recando utilissime informazioniî.

Fatto poi prigioniero líotto giugno 1916 sullíAltopiano di Asiago a Stemple, viene internato in vari campi di concentramento per Ufficiali prima vicino Vienna e poi in Ungheria ( a CsÚt, a Dunaszerdahely e successivamente ad Haim‡skËr, a Kom‡ron uníisola del Danubio). Durante la prigionia tenta per ben due volte la fuga la seconda volta, indossando una divisa da caporale austriaco, poichÈ parlava correttamente il tedesco (successivamente diventer‡ ottimo conoscitore anche della lingua francese e dellíungherese), riesce a raggiungere Bucarest a piedi ma, pensando ai familiari che lo aspettavano ad Avola, ai quali inviava mensilmente anche parte della sua paga, ed al rischio che avrebbe corso, si consegna e viene deferito al Tribunale di Guerra Tedesco e condannato a morte. Innanzi al Tribunale di Presburgo, dove si svolse il processo, ebbe addirittura il coraggio di dichiarare di essere fuggito dal campo di concentramento per tornare a combattere contro i tedeschi che avevano invaso parte del Veneto.

Fu grazie poi alla sua confessione di essere Ufficiale dellíesercito italiano fuggito dal campo di concentramento, che la pena gli viene commutata in durissima detenzione come si evince dalle lettere che spediva ai familiari ad Avola che testimoniano la scarsit‡ di cibo, líincertezza sulla sopravvivenza insieme ai momenti di grande solitudine e sconforto, scriveva infatti ai familiari come nessuno possa immaginare le sofferenze del prigioniero assicurando, peraltro, il padre di avere fatto il proprio dovere fino in fondo prima della cattura; il CalabrÚ comunque si fa forza e trova la voglia di iniziare gli studi universitari letterari facendosi spedire i libri da Avola. In uno dei lager dove venne internato il CalabrÚ ritrova anche due avolesi, i soldati Sebastiano Midolo e Salvatore Scibilia, che prontamente li conforta dicendo loro che ì..dopo giorni burrascosi, dopo nebbia fitta, verranno orizzonti nitidi e sereni..î

Durante la permanenza in uno dei campi di concentramento il CalabrÚ scampa miracolosamente pure ad un incendio che di notte divampa sulle baracche dei prigionieri causando morti e distruzione.

Al termine della guerra viene liberato (1918) e il 27.01.1920, si laurea a pieni voti in lettere e filosofia a Palermo. Supera poi il concorso per líinsegnamento di storia e filosofia.

Tra il 1920 e il 1924 insegna presso i licei di Palermo, Perugia, ìDi RudinÏî a Noto (1921-1922), ìCutelliî e ìSpedalieriî a Catania (1923-1924), e Taranto (1924-1925).

Nel 1923 conclude positivamente il primo anno del corso di laurea in Giurisprudenza a Parma e si iscrive al secondo anno ma, i molteplici impegni non gli consentiranno di completarne gli studi.

In seguito vince il concorso bandito dal Ministero degli Affari Esteri e viene destinato come Lettore allíUniversit‡ di PÈcs in Ungheria e poi a Budapest.

Il 5.09.1928 sposa a Roma la professoressa Wanda Onesti di Anzio, autrice di numerosi scritti (diari di viaggio e novelle ambientate in Sicilia ed anche ad Avola) apprezzati per il suo stile fine e ricercato; la moglie morir‡ qualche anno dopo nel 1934 per tifo lasciando una figlia di soli quattro anni.

In Ungheria si svolge la prevalente opera del CalabrÚ dove rimane dal 1925 al 1940 prima come Presidente del Comitato della ìDante Alighieriî di Budapest (costituito da soci ungheresi) che poi trasforma ed organizza, anche a seguito della convenzione tra i due Stati sottoscritta a Roma nel febbraio del 1935, nellíIstituto Superiore Italiano di Cultura con le sue sezioni nelle citt‡ universitarie di PÈcs, Szeged, Debrecem, Cassovia e negli altri centri di cultura dellíUngheria (Miskolc, Kaposv‡r, Baja, Nyiregyh‡za e Ujpest); il CalabrÚ, che a Budapest accolse con cordiale e aperta disponibilit‡ i connazionali e conterranei, compie con disinvoltura uníopera di cui la cultura italiana moderna potÈ andare fiera e a cui tutte le organizzazioni del genere poterono ispirarsi.

Palazzo Clotilde, sede dell'Istituto a Budapest

LíIstituto creato con una modestissima somma iniziale a Budapest, aveva lo scopo di promuovere lo sviluppo delle relazioni italo-ungheresi nel campo della scienza, della letteratura e dellíarte; líattivit‡ era cosÏ suddivisa:

?††††† un corso superiore di alta cultura,
?††††† corsi di lingua e letteratura per adulti,
?††††† un servizio di biblioteca,
?††††† un centro di smistamento del libro italiano,
?††††† un centro di informazione bibliografica,
?††††† uno schedario dei libri italiani esistenti in Ungheria,
?††††† cicli di conferenze, concerti, radiotrasmissioni, proiezioni di diapositive e di films italiani, contatti con gli Enti culturali prevalenti e pubblicazioni.

A Budapest líIstituto, dopo solo tre anni vantava circa diecimila iscritti su ben 221 corsi. Al corso di alta cultura organizzato dallíIstituto, il CalabrÚ riceve i migliori rappresentanti della cultura italiana del tempo come Francesco Orestano, Francesco Ercole, Luigi Russo (critico letterario, Rettore dellíUniversit‡ di Pisa e Direttore della Scuola Normale di Pisa, nonchÈ amico fraterno del CalabrÚ), Pietro Silva, Luigi Pirandello, Giovanni Papini, Ettore Romagnoli, Padre Agostino Gemelli (Rettore Universit‡ Cattolica di Milano), Balbino Giuliano, Giulio Bertoni, Fermi, Vittorio De Sica (Attore), Arturo Toscanini, i musicisti Casella, Carlo Zecchi, Margherita Cossa, Janigro, líorchestra diretta da Sergio Failoni, il Quartetto di Roma ed altri.

Con Agostino Gemelli

Il 28.05.1938 visita líIstituto anche Mons. Angelo Calabretta, Vescovo di Noto.
Interrogata direttamente dal CalabrÚ allíIstituto di Budapest, supera líesame di italiano líArciduchessa Anna DíAsburgo consorte dellíArciduca Giuseppe Francesco.

In Ungheria il CalabrÚ riesce ad introdurre lo studio della lingua italiana, in forma obbligatoria, in tutte le scuole medie tanto che Benito Mussolini ebbe a complimentarsi personalmente con lui per ìaver italianizzatoî líUngheria e, successivamente, líex Ministro della Pubblica Istruzione Salvatore Valitutti ricordava ìle vive tracce della diffusione della cultura italiana lasciate dal CalabrÚ in Ungheriaî. Anche il Ministro dellíepoca, il Conte Vinci, elogiÚ pubblicamente il CalabrÚ per il modo eccellente in cui svolse líopera di diffusione della cultura italiana in Ungheria, le lodi furono espresse pure sulle pagine del Corriere della Sera ( del 15 e del 16.11.36) dal Ministro Galeazzo Ciano.

Le due maggiori riviste letterarie ungheresi dellíepoca, Napkelet e UjKor, scrivevano di vedere nellíIstituto Italiano una vera e propria Universit‡. L'Istituto Italiano di Cultura verr‡ ricordato successivamente anche dall'eroe Giorgio Perlasca quando ci riferisce che dopo l'8 settembre 1943, la sede venne difesa addirittura dalla polizia ungherese da un attacco dei fascisti italiani, essendosi i dirigenti schierati contro la neonata Repubblica di SalÚ, e riferisce anche che nel 1945 la stessa sede venne utilizzata come infermeria per i militari italiani reduci dai campi di prigionia tedeschi.

Con il Maresciallo Badoglio

A Budapest il CalabrÚ insegna la lingua e la letteratura italiana anche al Collegio Eotvos che, come la Scuola Normale di Pisa raccoglieva i migliori studenti laureati, e allíAccademia di Belle Arti.

Durante il periodo estivo (dal 1928 al 1940), il CalabrÚ riceve líincarico di docenza di letteratura e lingua italiana per gli iscritti di lingua ungherese, dal Rettore Astorre Lupattelli, presso líUniversit‡ italiana per stranieri di Perugia.

A Perugia, il CalabrÚ fa istituire corsi di italiano e alloggi gratuiti per gli ungheresi che si trasferivano in Italia per studiare.

Dopo líUngheria, il CalabrÚ viene nominato addetto culturale a Berlino, in Germania, presso líAmbasciata Italiana con líincarico di docenza presso líIstituto di lingua italiana e il compito di sovrintendere su tutti gli istituti italiani del Reich (Berlino, Amburgo, Bonn, Breslavia, Colonia, Danzica, Dresda, Francoforte, Friburgo, Giessen, Gottinga, Lipsia, Monaco, Graz etc.) con esclusione dellíAustria, ed inoltre con il compito di stimolare e sorvegliare ogni attivit‡ dei comitati della ìDante Alighieriî ivi istituiti.. Nel 1941, a Berlino, invita il famoso complesso del Teatro Reale dellíOpera di Roma per una serie di opere liriche con i migliori artisti dellíepoca come Beniamino Gigli e Gino Bechi; fu in quel periodo che il CalabrÚ conobbe personalmente anche Hithler.

Vittorio De Sica dedica la sua foto al CalabrÚ

In Germania, il CalabrÚ denunzia subito per iscritto al Ministero la subordinazione dei direttori dei corsi di lingua e letteratura italiana nei vari centri ai rispettivi Segretari dei Fasci ed inoltre, la devoluzione dei proventi dei corsi non a beneficio del miglioramento e del potenziamento degli stessi, bensÏ a beneficio di altre attivit‡ dei Fasci.

Il CalabrÚ evidenziava chiaramente la mancanza di cultura e di preparazione dei Segretari dei Fasci, peraltro distratti dalle molteplici attivit‡ politiche, per potere dirigere con buoni risultati un rilevante organismo didattico.

Le conseguenze di quanto detto furono che nel luglio del 1941, a seguito di un rapporto negativo dellíIspettore dei fasci, il CalabrÚ Ë costretto a tornare in Italia e viene destinato alla Presidenza dellíIstituto magistrale di Firenze.

Il 15.05.1942 il CalabrÚ Ë nominato Provveditore agli Studi di Pesaro, quivi il suo desiderio di giustizia e legalit‡, nellíintrapresa opera di moralizzazione nelle istituzioni scolastiche, si scontra ben presto con le imposizioni e le pressioni dei rappresentanti locali del regime tanto che, viene fermato dal Comando militare tedesco con líaccusa di ìsobillare contro i tedeschi tutti gli intellettuali della provincia di Pesaroî, per miracolo riesce a salvarsi dalla sicura fucilazione o comunque dalla deportazione in Germania.

Vi Ë anche il Ministro della Pubblica Istruzione dellíepoca che gli impone di provvedere al trasferimento di sede di uníinsegnante al di fuori di una legittima graduatoria ma, il CalabrÚ si rifiuta fermamente rinviando tale ìpotereî al medesimo Ministro.

Palazzo Gallenga, sede dell'Universit‡
Italiana per stranieri di Perugia

Viene quindi, sottoposto ad indagine amministrativo-politica dal Ministero (1944) e, poichÈ il CalabrÚ non possedeva alcun merito fascista da far valere, si decide di destituirlo dallíincarico di Provveditore (dopo si apprender‡ che tale decisione proveniva direttamente dal segretario del partito fascista Ministro Pavolini) e di assegnarlo alla Presidenza del Liceo ìMinghettiî di Bologna (1945) ed inoltre viene spiccato nei suoi confronti un mandato di cattura dal tribunale straordinario di Pesaro con la minaccia di dispensa dal servizio; il CalabrÚ riesce a fuggire di notte, perchÈ avvertito in tempo, e si rende irreperibile per diversi mesi.

La persecuzione continua perchÈ a Bologna si rifiuta di impartire lezioni di lingua italiana al Comandante militare tedesco del luogo e anche per questo riceve una nota di addebito dalla Commissione di Epurazione per il personale dellíAmministrazione del Ministero della Pubblica Istruzione dove gli si contesta di avere perseguitato i fascisti (dipendenti dellíamministrazione scolastica) ed in particolare quelli che rivestivano una carica politica ed inoltre di svolgere opera di ostruzionismo allíOpera balilla alla quale non inviava le tasse di educazione fisica versate dagli alunni; anche in questa occasione il CalabrÚ riesce a discolparsi probabilmente perchÈ il regime volgeva al termine, gli si commina comunque una pena disciplinare lieve (censura) che verr‡ annullata in sede di appello al Consiglio di Stato.

Ritratto di Luigi Russo, con dedica

Caduto il regime, Ë nuovamente nominato Provveditore agli Studi ed occupa la sede di Ragusa (1946-1947). Dal 1948 al 1949 Ë Provveditore agli Studi a Siracusa quivi, intraprende líopera di impulso al funzionamento dei corsi delle scuole popolari, finalizzate a contrastare il diffuso analfabetismo tra le persone adulte (per questo ricever‡ un encomio dal Governo Regionale) ma, in particolare, provvede al riordino dellíattivit‡ assistenziale in favore dellíinfanzia bisognosa svolta dai patronati scolastici, (istituiti con legge del gennaio del 1947), i quali provvedevano alla refezione scolastica, alle cure sanitarie, alle colonie estive, allíacquisto di libri e cancelleria ma anche di indumenti, il tutto con contributi di soci, di amministrazioni pubbliche, di offerte benefiche ed anche grazie ai contributi degli Stati Uniti díAmerica tramite líUfficio provinciale degli aiuti internazionali. In tal modo, il CalabrÚ istituisce nel Siracusano la refezione scolastica giornaliera nelle scuole di Siracusa, Floridia, Avola, Pachino e Rosolini.

Vittorio De SicaPer la gestione e distribuzione di indumenti e scarpe offerti dagli americani, con la sopra richiamata organizzazione, sorge un conflitto tra il Provveditore e líArcivescovo del luogo, tanto che il Ministero provvede ad inviare un ispettore da Roma per acquisire informazioni sulla condotta del CalabrÚ (i giudizi richiesti ad alcuni ispettori scolastici furono unanimi sulla estrema rettitudine e sullíalto senso del dovere e di giustizia posseduti dal CalabrÚ). Líesito dellíispezione sar‡ poi líimmediato trasferimento a Savona (1950-1951), che il CalabrÚ accetta con fierezza perchÈ convinto di avere operato in modo retto.

Successivamente occupa la sede del Provveditorato di Varese (1952-1958) ed infine ancora Ragusa sino al 1960. La notizia del suo collocamento a riposo fu accolta da numerosissimi messaggi di riconoscenza, devozione e ammirazione pervenuti da tutte le parti díItalia e anche dallíEstero.

Negli anni successivi,tornato ad Avola, continua ad essere incaricato a presiedere Commissioni di esami Stato presso i Licei delle province di Siracusa e Ragusa.

Il CalabrÚ fu autore di alcune pubblicazioni di seguito riportate:

?††††† Grammatica italiana per stranieri, Perugia 1932

?††††† Giovanni Verga e il Verismo nella letteratura italiana, Budapest 1930

?††††† Antologia di prosa e poesia ad uso degli stranieri I e II serie, Budapest 1934 - 1935

?††††† Compendio di storia della letteratura italiana ad uso degli stranieri, Perugia 1939

?††††† Profili di scrittori contemporanei I e II serie, Budapest 1933 - 1935

?††††† Poesie scelte e commentate per gli stranieri, Perugia 1931 - 1933

?††††† Manuale di conversazione italo-magiara, Budapest 1937

CalabrÚ e Astorre Lupattelli (Rettore Universit‡ per stranieri di Perugia)

Alcune delle opere testË elencate furono adottate dalla Colombia University di New York, dallíEastman school of music dellíUniversit‡ di Rochester, dallíUniversit‡ Australiana, dallíEcole Cantonale di Porrentruy in Francia, dai corsi di lingua italiana istituiti dal Ministero in Portogallo, in Germania, in Brasile, in Egitto, in Turchia, in Argentina e in Inghilterra, da un Istituto svizzero di Lugano ed altri furono adottati ufficialmente dallíUniversit‡ per stranieri di Perugia che ne curÚ líedizione, la grammatica fu tradotta anche in tailandese e finlandese per líuso didattico.

Particolare importanza rivestÏ il singolare metodo di cui fu autore per líinsegnamento della grammatica e della lingua italiana agli stranieri, la grammatica infatti fu lodata nei congressi della Dante Alighieri e fu la guida sicura di quanti in Ungheria e in tutte le sedi della ìDanteî nel Mondo, intrapresero la conoscenza della lingua italiana.

In vita ricevette la promozione ad Ufficiale Superiore (colonnello) dellíesercito (fanteria) e le onorificenze di Cavaliere di Vittorio Veneto, di Commendatore al merito della Corona Ungherese, di Commendatore della Corona díItalia e di Commendatore della Repubblica Italiana, ricevette inoltre il Diploma di Benemerenza con medaglia díargento dalla Societ‡ nazionale Dante Alighieri, la medaglia díargento della associazione Nastro Azzurro ed inoltre la comunit‡ israelitica gli conferÏ il 3.10.1955 il relativo diploma iscrivendo il suo nome fra i benemeriti che ìnegli anni 1943-1945 con grave rischio personale soccorsero i correligionari perseguitatiî.

Ricordare oggi un uomo che si Ë contraddistinto sia per il nobile senso della Patria, che tenne alto allíEstero e in Italia in momenti tanto difficili, sia per la sua intransigente equit‡ e sia per la severa imparzialit‡ sempre nellíalto ed esclusivo interesse delle istituzioni scolastiche, dellíinsegnamento libero e dellíeducazione dei giovani, un uomo che pagÚ in prima persona le conseguenze di tale atteggiamento, sembra doveroso soprattutto da parte della citt‡ di Avola che il CalabrÚ ha sempre avuto nel cuore tanto da desiderare di trasferirsi quivi stabilmente per concludere gli ultimi anni della sua movimentata esistenza.

Con LupattelliInfatti durante il periodo ungherese il CalabrÚ, grazie agli introiti derivatigli dai diritti díautore delle sue pubblicazioni, inizia la costruzione di un fabbricato (il primo in cemento armato nella cittadina) nei pressi del mare di Avola, nonostante líiniziale contrariet‡ del Podest‡ che riteneva la zona estremamente periferica rispetto alle previsioni di espansione della citt‡; líedificio fu poi requisito e devastato (la biblioteca privata fu completamente distrutta) in occasione del noto sbarco degli alleati avvenuto nel luglio 1943.

Ad Avola, il CalabrÚ decede allíet‡ di novanta anni il 6.02.1986.

Qualche
breve cenno

sugli albori
dell'Istituto Italiano di Cultura

a Budapest



di Paolo Emilio Russo

(Paolo Emilio Russo Ë nipote di Paolo CalabrÚ, morto ad Avola a novant'anni il 6 febbraio del 1986.
Il nipote ripercorre la storia dell'Istituto Italiano di Budapest, dove svolse un ruolo importante il nonno avolese Paolo CalabrÚ. Dal 1925 al 1940 Paolo CalabrÚ fu Presidente del Comitato della ìDante Alighieriî di Budapest (costituito da soci ungheresi) che poi trasformÚ ed organizzÚ, anche a seguito della convenzione tra i due Stati sottoscritta a Roma nel febbraio del 1935, nellíIstituto Superiore Italiano di Cultura con le sue sezioni nelle citt‡ universitarie di PÈcs, Szeged, Debrecen, Cassovia e negli altri centri di cultura dellíUngheria (Miskolc, Kaposv‡r, Baja, Nyiregyh‡za e Ujpest). Il CalabrÚ, accolse a Budapest con cordiale e aperta disponibilit‡ i connazionali e conterranei e compÏ con disinvoltura uníopera di cui la cultura italiana moderna potÈ andare fiera e a cui tutte le organizzazioni del genere poterono ispirarsi).

Palazzo ClotildePalazzo Clotilde
sede dell'Istituto a Budapest


Dopo la prima guerra mondiale, gli storici e antichi rapporti italo-ungheresi, riprendevano vigore. Eí del 1927 il Patto díamicizia Italo Ungherese, cui nel 1935 seguiva il Patto di Roma.


Questi restaurati vincoli non potevano non esercitare grande influenza sulle relazioni culturali tra i due Paesi, che infatti presero un maggiore impulso. La Societ‡ Mattia Corvino, presieduta per ben sedici anni da Alberto Berzeviczy e, successivamente dal prof. Tiberio Gerevich esplicava una vasta e utilissima attivit‡ per rendere pi? intensi i legami culturali tra i due Paesi. Nel 1923 viene fondato a Roma líIstituto Storico Ungherese, trasformato poi, nel 1927 in Accademia. Nel 1933 viene fondata a Budapest una sezione della Societ‡ Nazionale Dante Alighieri, ivi presieduta dal Prof. Paolo CalabrÚ, gi‡ in Ungheria dal 1925 come Lettore allíUniversit‡ di PÈcs e poi di Budapest. Accanto a queste societ‡ di carattere pi? scientifico sono da ricordare le iniziative di altri enti che in Italia e in Ungheria lavorarono per mantenere vivi i rapporti tra i due Stati. Allo scopo di dare maggiore impulso ai rapporti scientifici, letterari ed artistici fra líItalia e líUngheria e per favorire una pi? larga espansione della cultura italiana in Ungheria e di quella ungherese in Italia, il 16 febbraio del 1935 fu firmata a Roma tra il Capo del Governo Italiano, Mussolini e quello del Governo Ungherese, HÚman, una convenzione culturale. In base allíarticolo 1 della Convenzione fu creato a Budapest líIstituto Italiano di Cultura per líUngheria, con lo scopo principale di promuovere lo studio e lo sviluppo delle relazioni italo-ungheresi nel campo della scienza, della letteratura e dellíarte. La sede centrale dellíIstituto era a Budapest presso il Palazzo Clotilde, Usku ut 6. †CosÏ iniziava ufficialmente la cooperazione intellettuale tra i due Paesi ed a tale arduo compito fu chiamato il Prof. Paolo CalabrÚ LíIstituto Italiano di Cultura per líUngheria nasceva dunque con un compito complesso e delicato: mantenere vive e feconde le relazioni di cultura tra i due Stati, approfondirle e ampliarle. Centro organizzatore e coordinatore di tutte le iniziative che rientrano nel grande quadro dellíintesa culturale, facilitando líopera degli studiosi magiari di problemi italiani, fornendo loro materiale, agevolandoli in viaggi di studio e nelle ricerche bibliografiche. Mediante una accurata organizzazione di manifestazioni che vanni dai Corsi di lingua e letteratura italiana per adulti al Corso Superiore e di Alta Cultura, dalle conferenze ai concerti di musica italiana e alla proiezione di films, líIstituto Italiano si propose di diffondere tra il pubblico ungherese la conoscenza delle questioni pi? attuali della vita italiana. Ben presto, sempre ad opera infaticabile e instancabile del CalabrÚ, vennero aperte sedi decentrate dellíIstituto a PËcs, Szeged, Debrecen e Cassa. In realt‡, inizialmente, allíIstituto venne affidata una modestissima somma, per cui i finanziamenti provenivano direttamente dai soci e dagli allievi. Dopo solo tre anni di vita, líIstituto vantava circa diecimila iscritti, distribuiti su 221 corsi. Il CalabrÚ rimase a dirigere líIstituto sino al 1940 quando fu poi inviato a Berlino, quale addetto culturale allíAmbasciata Italiana. Numerosi e famosi esponenti della cultura, della musica, del Governo nonchÈ dellíapparato burocratico amministrativo italiano dellíepoca, †visitarono con estrema ammirazione líIstituto e tra questi ricordiamo: Luigi Russo (critico letterario, Rettore dellíUniversit‡ di Pisa e Direttore della Scuola Normale di Pisa), Pietro Silva (storico), Francesco Ercole, Francesco Orestano (filosofo), Luigi Pirandello, Giovanni Papini, Ettore Romagnoli, Padre Agostino Gemelli (Rettore dellíUniversit‡ cattolica di Milano), Balbino Giuliano, Giulio Bretoni, Enrico Fermi (fisico), Vittorio De Sica (attore e regista), Arturo Toscanini, Casella (musicista), Carlo Zecchi, Margherita Cossa, Il Quartetto di Roma, líOrchestra di Sergio Failoni. I Corsi di lingua Italiana furono frequentati anche dalla Arciduchessa Anna DíAsburgo consorte dellíArciduca Giuseppe Franco.

in Italia & Italy, maggio 2006 (rivista centro europea di cultura italiana edita dall'Istituto di Italiano di Cultura di Budapest)
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