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Francesco Sarra Minichello
Storia di Capizzi e dei suoi Santi
2008, 8°, pp. 176, ill. - Euro 15,00
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DALLA “PREMESSA” DI FRANCESCO SARRA MINICHELLO
L’obiettivo che mi sono preposto con la stesura di questo testo, è stato quello di realizzare un desiderio che coltivo da oltre tre anni e che mira a far apprezzare agli stessi Capitini la storia della nostra città, da sempre custode di una fede autentica e di un vivo culto e devozione verso i Santi ed in particolare San Giacomo Apostolo e San Nicolò di Bari, veri testimoni della passione di Cristo e della nostra religione Cattolica. Sono riportati in questo volume le storie delle nostre chiese esistenti e non, ponendo particolare rilievo sulla storia dei Santi più amati e venerati dai Capitini. In appendice ritroviamo, dopo ben quattro secoli di oblio, la vita del Venerabile Frate Bonaventura Battaglia da Capizzi, un "Santo" ancora sconosciuto dalla stessa cittadina e da tutta la Sicilia. Voglio considerare le fatiche affrontate nella realizzazione di quest'opera un omaggio al popolo capitino e, confidando nell'attaccamento dei miei compaesani alle proprie radici, auguro una piacevole lettura. (S.M.F.)
San Giacomo e la Via Lattea
A Capizzi si crede ancora che l'anima del defunto prima di giungere nell'aldilà, debba fare un viaggio attraverso la "Via Lattea" soprannominata la "scala di San Japicu". La scala di San Giacomo, fino a qualche decennio fa esistente sulla navata dell'altare principale, può essere vista ancora oggi in cielo, nelle notti dei giorni in cui ricorre la festa di San Giacomo: alcune costellazioni proprio in estate, nel mese di Luglio, formano una vera e propria scala, intesa a simboleggiare il percorso che ogni defunto deve portare a termine.
Tale passaggio o viaggio che il defunto deve compiere avviene nell'oscurità della notte, questo è il motivo per cui la salma deve essere trattenuta in casa per una notte intera. San Giacomo che né è la guida, sceglie come momento opportuno, quello in cui il corpo inizia la sua agonia, il respiro diviene irregolare e l'ansimare ed il sudore della fronte fanno sì che l'uomo sembri vivo agli occhi della gente, mentre in realtà è già morto e l'anima inizia a compiere il suo viaggio. Il percorso è esile; compierlo diventa difficile e pericoloso poiché irto di spine, con un'immensa sequela di spade dal taglio affilato come lame di rasoio: ed è proprio sul taglio di quelle spade che l'anima, nuda e a piedi scalzi, dovrà concludere il proprio viaggio. Si tratta di un viaggio che tutti devono compiere, anche i neonati.
Le anime morte in grazia di Dio riescono ad attraversarla facilmente; tutte le altre, invece, precipitano nel baratro sottostante. Allorché il trapasso non avviene a causa del protrarsi dell'agonia, qualche familiare si reca in chiesa a prendere il cappello di San Giacomo. Il cappello viene dunque posto sul capo dell'agonizzante perché l'agonia abbia presto a finire.
L'idea del viaggio è diventata nel tempo un percorso simbolico che si può decidere liberamente di intraprendere. Molte donne usano, infatti, compiere la pia pratica, nel mese di S. Giacomo, vale a dire dal 24 giugno al 24 luglio, in sostituzione e secondo l'intenzione dell'anima defunta di un familiare o di qualche altra persona cara. Il viaggio inizia la sera alle ore 20:30 e termina ogni notte alle 22:30. Così avviene per tutto il mese.
Nessuno potrà mai mettere in dubbio, nella mente dei Capitini, la reale esistenza di tale scala e la necessità di doverla percorrere dopo la morte.
A questo proposito, occorre ricordare che non bisogna mai scherzare su Dio, sui Santi e quindi su San Giacomo, deridendo anche chi ha questo tipo di credo. Chi ha osato fare dell'ironia è andato incontro ad emblematiche vicissitudini. Si racconta che una ragazza nicosiana, fidanzata con un capitino si trovò ad entrare per la prima volta nel Santuario di San Giacomo e vista la statua del Santo ebbe da ridire in merito al colore della pelle. Infatti, essendo di origine palestinese il Santo viene raffigurato con un colorito olivastro e quindi più scuro ed inusuale rispetto alle rappresentazioni degli altri Santi. Mentre la ragazza stava ancora facendo commenti fuori luogo, ecco che le iniziano ad arrivare una serie di ceffoni così forti da far tremare dalla paura la stessa ragazza e quanti la circondavano. Da quel giorno la ragazza, imparata la lezione, divenne una fervente devota del Santo protettore dei Capitini.**********************************
LIBRI SUI CAMMINI EUROPEI DEL PELLEGRINO
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