Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso

CAMMINI SICILIANI => Riflessioni, esperienze, consigli, itinerari... sui "cammini siciliani" => Topic aperto da: robertoetna - 31 Luglio 2013, 12:02

Titolo: Ricerche storiche cammini jacopei siciliani
Inserito da: robertoetna - 31 Luglio 2013, 12:02

In pellegrinaggio tra Palermo e Castronovo per riscoprire i cammini medievali

31 luglio 2013 ~ robbetto


PALERMO – Sono arrivati a Castronovo di Sicilia nello scorso weekend, dopo un cammino durato sei giorni: Davide Comunale, archeologo messinese e insegnante di Lettere a Roma, e Irene Marraffa, tecnologa alimentare catanese e insegnante di Alimentazione a Fermo, sono tornati in Sicilia d’estate per riscoprire la via di pellegrinaggio dell’Isola normanna tra il capoluogo e Agrigento.
 

Una sosta nel percorso che si inerpica sulle Madonie
 
Percorrendo una delle strade battute già in periodo preellenico dai Sicani, i pellegrini medievali puntavano ad arrivare ai porti per imbarcarsi verso Roma, Santiago e Gerusalemme; l’obiettivo dei pellegrini del 2013 diventa un altro: valorizzare il sistema viario ormai abbandonato e aprire gli occhi alle istituzioni affinché venga preservato.
 
“L’organizzazione – spiegano Comunale e Marraffa – di questo cammino, chiamato ‘degli apripista’ perché sperimentale, di scoperta e verifica sul territorio, è inserita nell’insieme delle attività svolte all’interno dell’associazione non lucrativa Amici dei cammini francigeni Di Sicilia, che vuole rivalorizzare il patrimonio culturale, storico archeologico e architettonico che si ritrova lungo i cammini di pellegrinaggio nella Sicilia normanna”.
 
Quant’è durato il cammino?
 
“Il cammino è durato sei giorni, sei tappe da Palermo a Castronovo di Sicilia, punto di snodo della via Palermo-Agrigento, ed è stato percorso cercando di mantenere più possibile intatto il tracciato antico della via”.
 
Ci sono precedenti recenti?
 
“Precedenti recenti di cammini in Sicilia sono stati organizzati nel 2010 da Palermo a Messina lungo la direttiva più importante, la via Palermo-Messina “per la marina”. 12 camminatori dopo 700 anni da tutta Italia hanno percorso i 300 km che separavano le due capitali normanne della Sicilia del XII secolo. Prima ancora nel 2009, la Confraternita di San Jacopo de Compostela ha collaborato con noi alla realizzazione della tratta Messina-Caltagirone, toccando luoghi particolari del percorso jacopeo di Sicilia”.
 
Fino a quando era un cammino battuto e da chi?
 
“I cammini che stiamo riscoprendo sono stati utilizzati fin dal periodo preellenico, dai Sicani e dai Siculi che abitavano la nostra isola, poi dai Greci e dai Romani sono stati sistemati e messi a regime e in età Bizantina e Araba sono rimaste in vita come sistema viario di comunicazione. In età Normanna sono stati utilizzati per permettere ai pellegrini di spostarsi lungo assi viari nei centri di ospitalità, gli hospitalia, di cui l’isola era disseminata. Con il passare del tempo sono rimasti nell’utilizzo borbonico come regie trazzere e hanno permesso fino ai primi del ‘900 lo spostamento della posta, delle merci e delle transumanze”.
 
Qual era l’obiettivo finale dei pellegrini?

“L’obiettivo del pellegrino medievale era raggiungere i porti per imbarcarsi verso i luoghi santi, Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme, e dalla Sicilia il punto di partenza migliore era Messina, sede delle principali commende degli ordini militari monastici come i Templari, i Teutonici e Ospidalieri di San Giovanni. In età spagnola, dal XV al XVII secolo, i pellegrini optavano per percorsi meno lunghi e ardimentosi e grazie all’arrivo delle reliquie dei santi come San Giacomo Maggiore, presenti a Messina, convergevano lungo precisi itinerari alla città dello Stretto”.
 
Si stanno pianificando altri cammini del genere?

“Stiamo pianificando la mappatura e l’apertura di quattro grandi itinerari, vie di pellegrinaggio che intersecano la Sicilia da ovest a est, da Trapani, da Siracusa, da Mazara del Vallo per le montagne, lungo la dorsale delle Madonie e dei Nebrodi e, in direzione nord sud da Agrigento a Palermo, tratta in questi giorni percorsa”.
 
Avete avuto il supporto delle istituzioni?
 
“Più che il supporto delle istituzioni abbiamo informato della nostra iniziativa tutte le amministrazioni comunali incontrate lungo il percorso che in molti modi ci hanno accolti, ascoltato e dove possibile aiutato. Stiamo lavorando affinché la Regione siciliana possa recepire in tempi brevi la valenza del nostro lavoro tutelando il sistema viario antico”.
 
Perché l’avete fatto e cosa vi ha lasciato?
 
“Abbiamo deciso di percorrere questo cammino nel cuore della Sicilia per molti motivi… È nato come uno studio, è continuato come un progetto, ora è un sogno e ci piace camminarci su. Ci piace pensare al nostro motto come ad uno sprone: ‘Mettici manu’ che potremmo tradurre con ‘man-tenere’, custodire e conservare”.