Forum dei pellegrini - Libreria Editrice Urso
CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA => Riflessioni, esperienze, consigli, itinerari... di Santiago => Topic aperto da: antoniodonatelli - 25 Maggio 2010, 17:13
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Mercoledì scorso sono rientrato dal secondo cammino. O meglio da una parte del secondo.San Jean PP a Fromista. Come dopo ogni cammino ho bisogno di alcuni giorni per rimettere in ordine cuore e mente. Non trovo spiegazioni a questa necessità temporale, quasi un prolungamento dei passi su quel sentiero. Pure le parole faticano a imprimersi sul foglio.
Non è stato come la prima volta, ma molto di più. Quando entri nella dimensione del pellegrino, la tua vita, fa una curva ampia, ma interiormente cambia direzione.
Buon cammino sempre, Antonio
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Forse comprendo,Antonio.
Anche a me è capitato qualcosa di simile ,credo.
Descrivere diventa complicato perché è un sentimento che tocca la nostalgia,
il desiderio di non perdere il"sentirsi" come durante il cammino, la necessità di vivere come si vorrebbe,e forse la paura di non interpretare bene il significato che l'ultima esperienza fatta cerca di comunicarci.
Credo che sia necessario canalizzare tutto ciò in un sentimento di paziente comprensione ,amore e condivisione nei confronti di ciò che ci circonda e dedicarci tutto il tempo necessario .
Il cammino può fare strane cose fortunatamente.
Tutto ciò che scombussola e toglie dal torpore è positivo.
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Ciao interessante il vostro confronto..... Il 2 luglio parto per il mio 2° cammino non senza problemi soffro un pò della spina calcanearia , però questo non riesce a frenare la mia voglia e la necessità di riprendere lo status di pellegrino e di godermi ogni attimo ogni centimetro della strada, così pure le numerose conoscenze che si fanno e le innumerevoli esperienze che si condividono, e tutto con il giusto e l'essenziale vivendo mettendo da parte il superfluo e alienandosi dalla solita vita e dalle solite discussioni.
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E' vero il cammino scombussola, ma ti porta a una presa di coscienza che senza quei silenzi, quei passi a volte sofferti, quei sorrisi, quegli sguardi di condivisione forse non si sarebbe raggiunta.
E' per questo che scopro continuamente il cammino, nella vita quotidiana, nel rapporto con tutte le persone che incontro, nell'incontro con me stesso.
Il cammino è come un'arcobaleno che filtra i suoi colori dalle grigie nubi, sta a noi coglierne la gradazione.
Buon cammino sempre, Antonio
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Certo Davide, credo proprio che sarà un buon cammino perché con gli accorgimenti dati dalla
prima esperienza lo affronterai con il cuore.
Ritornando a bomba sul discorso precedente , si, il cammino può cambiare molte cose, posso confermarmi, a me è cambiata notevolmente la vita e gliene sarò sempre riconoscente ( o meglio,sarò riconoscente a me pellegrino) però è difficile mantenere smpre l'attenzione e accorgersi degli istanti, degli degli incontri e a volte persino di Essere, durante il quotidiano così frenetico e circondato dalla frenesia dell'immagine e del possesso. Per questo motivo, forse, quando si rientra dal secondo cammino è più dura la realtà che si ritorna a vivere. Non voglio essere frainteso , è un esperienza sempre unica e che vale sempre la pena vivere. Infatti spero di partire per la 4a volta.. Hi hi hi
quindi Antonio , coraggio e prenditi tutto il tempo per metabolizzare e se può aiutarti raccontaci ciò che ritieni che a noi malati di cammino fa solo piacere.
Un abbraccio ad entrambi