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Emozioni e ballate della nostalgia di Patrizia Tomba
Libreria Editrice Urso, Avola dicembre 2006, pagine 72, Euro 9,00

» in libreria, edito dalla Libreria Editrice Urso, una pregevole silloge di poesie della poetessa romagnola Patrizia Tomba. Il filo conduttore, il leitmotiv, direi, della raccolta ce lo suggerisce, gi‡ nel titolo, la stessa autrice: le emozioni e la nostalgia. Quelle sue, ovviamente, ma anche quelle del lettore che rimane subito conquistato dalla lettura.

Sono tanti i temi affrontati da queste rime, líamore, innanzitutto, quello per i luoghi, per quelle ìpietre pietoseî che allungano le loro mani su di lei ìcome una carezzaî (Pietre pietose), che Ë poi la carezza non soltanto delle pietre (che pure ci accarezzano), ma anche delle persone care, degli amici che fra quelle pietre hanno con noi vissuto e continuano a vivere, anche quelli che non sono pi? con noi. Ma Ë anche la carezza delle gioie e delle tristezze che fra quelle pietre abbiamo goduto e patito, Ë la carezza della nostra stessa infanzia, chÈ in quelle pietre ci sono tutte queste cose, e cíˆ anche un poí, o forse molto, di noi. Ma cíË, in alcune liriche, anche líaltro amore, líamore tout court, quello che magari ci far‡ soffrire ma che tuttavia, dice la poetessa, ìmi ha insegnato una gioiaî tale che, al peggio, non puÚ lasciare che un ìdelizioso sfaceloî (Delizioso sfacelo). E persino soltanto nel ricordarlo, un amore ìin voli gli affanni del cuore / dissolve di uccelli migranti / (Ricordo díamore).

» come una dolce amica la malinconia che alla Nostra va incontro con il volto dellíautunno, accompagnato dalla mesta serenit‡ dei suoi colori, dallíimmenso silenzio dei viali rotto soltanto dai ìtonfi sordi sul cavo suolo della stradaî dei ìduri frutti degli ippocastaniî (Autunno).

Non trascura, la Nostra, i temi sociali, vedi per tutti, Entropia, fra scienze sociali e filosofia dove scolpisce in due versi di forte denuncia la condizione dellíanziano che, in questa societ‡ arida egoista distratta ìÖ vede il suo ordine sacro saltare / in lapilli e detriti, cíË solo da dire che preferisce morireî. CíË altro da dire sulla condizione dellíanziano? Cosa si puÚ aggiungere ancora, oggi, in questa nostra societ‡ che si dibatte fra ipocriti riconoscimenti della funzione sociale degli anziani e la loro reale emarginazione che si esprime, persino, nel ricordare continuamente che le loro cosiddette ìaspettative di vitaî sono andate un poí troppo, forse, pi? in l‡ di quanto sarebbe stato conveniente per gli interessi dellíeconomia di lor signori.

Permea per intero questo componimento, al di l‡ dellíamarezza di questi versi conclusivi, una sottile ironia circa la supremazia di industria e di impresa su ogni altro valore, anzi, divenuti gli unici valori di questo tempo che giunge persino a identificare con esse il progresso. Non cíË forse da ricercarne le cause, sembra dire Patrizia Tomba, nel ripudio di quella ideologia che ìnoi che líabbiamo in cuore / sappiamo che non muoreî e ìforse Ë la ginestra del poetaî (Eravamo in quattro). Forse, come gi‡ il ìpoetaî simboleggiava nella cedevolezza della ginestra di fronte al fuoco la speranza del nascere di una solidariet‡ fra gli uomini, che tanto poco regna oggi, ma forse ancor meno nel passato, cosÏ la Nostra sembra dare un certo credito a tale eventualit‡ e, forse magari, al rinascere dellíideologia se quel fiore vinto dal fuoco ìÖ ancora / innalza il suo cantico fioco.î ††

Chiudono la raccolta le Ballate della nostalgia che sono un ritorno alla sua infanzia, a quellíet‡ a cui non si puÚ guardare se non con quegli occhiali piacevolmente deformanti del rimpianto e della nostalgia, anche, direi, quando si ha un passato da comunista ìtroppo ideologizzatoî (Cantico del pentito), ma per fortuna, appunto, comunista pentito, avendo cominciato ad apprezzare le fortune di questa nostra felice societ‡ dove se ìservon organi ai trapianti? / Ci son bimbi abbandonati!î E cosÏ, il comunista ìcon grilli in testaî di un tempo, ora puÚ dirsi ìÖrinsavito, / e direi quasi rinato: / sono un poí rincretinito, / ma non pi? ideologizzatoî

Leggere le poesie di Patrizia Tomba non Ë soltanto trascorrere molto piacevolmente un poí di tempo leggendo buona poesia, ma anche ricevere un ottimo impulso alla riflessione su alcuni problemi reali ed esistenziali che angustiano questo nostro tempo cosÏ distratto e con lo sguardo rivolto soltanto a concorsi a premi televisivi, reality show, lotti e lotterie, e altri falsi miti a cui sempre pi? ci vogliono consacrare i nuovi persuasori neanche tanto occulti.

Noto, 4 gennaio 2006

Benito Marziano
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