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Benito Marziano  |
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Silvano Notari, I sorrisi del pensiero, 2007, 8?, pp. 88
(Collana Araba Fenice n. 32), Euro 10,00
"Neanche giullare imbrigliato: / sarÚ me stesso, quasi nessuno, / ma senza nemico alcuno / fra scartoffie magiche, / scalfite dallíinchiostro nero / ëdei sorrisi del pensieroí".
Chiude con questíultimo verso, che ne Ë poi il titolo, questa raccolta di poesie I sorrisi del pensiero di Silvano Notari, pubblicata in questi giorni dalla Libreria Editrice Urso di Avola. Ma di sorrisi nei versi di Notari, almeno nellíultima
parte di questa silloge, che sono lieto mi sia capitata fra le mani, ce ne sono ben pochi.
Ben poco sorride il poeta man mano che la sua poesia si allontana dai temi che mi sembra gli siano pi? cari: la natura e il suo rapporto con essa, rapporto di totale aderenza a ciÚ che gli sta attorno e dove gli piace immergersi, dove sono "aghi di gioia la luce solare / che mi trafigge le vene", e dove la vita trionfa nel "Ö
bucaneve che il gelo ha deriso, / invitando i cespi ad ergersi lieti".
CíË qualcosa di eroticamente panteistico in quel mare "ancora fulvo díamplesso con la luna". Qui Ë il ëpensiero che sorrideí, vivido e presente, come in tutte le rime di questa prima parte, dove si affaccia anche líamore. Ora líamore lieto: "un volo di gabbiano ridisegna i ricordi / ove ho lasciato qualcosa di me: / solchi profondi in cuore di donna", ora líamore che ha qualche somiglianza con il dolore, entrambi
accomunati, infatti, nel non farsi "vedere / ma appassionati o crudeli si fanno sentire".
Ma Ë ancora sofferenza, líamore quando il poeta lamenta "la tua indifferenza / spegne la mia voce". Siamo nella seconda parte della raccolta, dove líamore si dibatte tra líuno e líaltro polo di quel pendolo oscillante che, appunto, esso Ë. PerciÚ, mentre lo
sguardo della sua donna fa "svanire" il poeta "nel tuo dolce incanto di donna", un altro volto dellíamore mostra una fragilit‡ che gli richiama Ö"tremule foglie, / in preda al timore / di una fine imminente".
Mi pare ci sia una sintesi molto pregnante di quello che Ë detto ëil male del vivereí in questi versi che ricordo da ìIspirazioneî: "Quando líidea impoverisce / e líinverno bussa alla porta / della sua anima inquieta, / il poeta tace e intristisce". In questi e in altri versi, come: "síaccorcia il domani" o "la vita Ë solo andata", ci leggo quello che altrove ho chiamato cronalgia, quel dolore, cioË, del tempo che scorre, e che cosÏ ci rattrista. E tuttavia, ci ricorda Notari, non si deve "Ömai perder di vista la vita".
Quel ësorriso del pensieroí, dal quale sono partito in questa breve riflessione sulla poesia di Notari, si spegne del tutto, mi pare, come dicevo allíinizio, nelle ultime rime, da ëDelirio massmedialogicoí a ëPenne mozzeí.
Qui il sorriso si fa pianto si fa dolore si fa rabbia si fa accusa: "ëfalsoí / e impostore, dallíalto scranno, / sniffi polvere nera da sparo, / vomiti false democrazie". E leva alto il suo grido dolente e accusatore contro "Ögli eroi del petrolio" responsabili
di crimini indicibili: "morte cammina fra gli inermi", facendo strage "Ödi civili, / stanchi vecchi e bambini". Contro quegli "untori assassini, / che si professano esportatori / di grandi democrazie!"
Forse, almeno cosÏ a me pare, cíË in queste ultime poesie líanima pi? autentica della voce poetica di Notari, la denuncia della menzogna, dellíipocrisia, dellíegoismo, della falsa morale di questa nostra societ‡ schizofrenica che fa buoni proponimenti e cattive azioni, e che sotto líegida di quella pelosa carit‡ del capitalismo, che non da ora conosciamo, esporta la democrazia delle bombe ëintelligentií che massacrano uomini, donne, vecchi e soprattutto bambini, e importa petrolio, diamanti, uranio, gas, e da ultimo merce umana a bassissimo costo e a nessun diritto.
Non posso che pienamente condividere i sentimenti del nostro poeta e con lui "Solo e colpevole piango!"
Noto, 9/6/2007
Benito Marziano
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