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3) Simona Ruta  Maschio
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Martedì, 7 Febbraio 2006 04:00 Host: host191-154.pool80104.interbusiness.it Scrivi un commento

Gabriel Garcia Marquez, Cent'anni di solitudine
Sin dalle prime pagine avevo capito che ïCentïanni di solitudineï non sarebbe stata una lettura semplice.
Se avessi peccato di concentrazione, infatti, avrei rischiato in molti punti di perdere il filo della trama.
Causa di ciÚ i numerosi flashback che rimandano i personaggi a tempi remoti, in cui si incontrano figure secondarie ma non meno importanti dei protagonisti principali.
Cercare di individuare un solo personaggio ïprincipaleï risulta impossibile, a mio avviso. Tutti coloro di cui Garcia Marquez narra nel suo romanzo giocano un ruolo fondamentale nellïevolversi della storia.
La vita di tutti ruota attorno a un villaggio, Macondo, attorno allïinerzia del tempo che passa inesorabilmente, attorno alla morte nella pi? completa solitudine.
PerchÈ in effetti, e sembra un paradosso, tutti muoiono in solitudine, nonostante casa Buendia fosse sempre piena di gente, parenti e non.
Tutti arrivano alla fine dei loro giorni con rassegnazione, insoddisfazione e solitudine ïmoraleï.
Per un gioco di omonimia ïereditariaï, tutti i personaggi maschili portano il nome di JosË Arcadio e Aureliano cosicchÈ spesso si corre il rischio di non capire di chi si sta leggendo. Tuttavia ognuno ha delle caratteristiche distintive tali che lo smarrimento svanisce in un attimo.
Personalmente ho ammirato la figura di Ursula, matrona della grande casa dei Buendia. Forte, energica, cieca da anni ma talmente ostinata da aver imparato ad orientarsi e a ïvedereï, utilizzando gli altri quattro sensi riuscendo a nascondere a tutti il suo handicap. Indimenticabile la frase con cui, insieme alle altre donne del villaggio, nel bel mezzo della guerra, sfida i militari asserendo che nonostante i vari titoli bellici e le medaglie, in qualit‡ di madri avrebbero avuto sempre il diritto di sculacciarli!
Mi ha commosso anche la figura di Arcadio Secondo. Lontano da qualsiasi esempio di saggezza e rettitudine, era comunque di animo buono e generoso. Era dedito al puro divertimento, sempre al centro di feste e gare gastronomiche, fu per un periodo uno degli uomini pi? benestanti del villaggio grazie al suo allevamento di bestiame miracolosamente ïprosperoï.
Adultero, divideva la sua vita tra la castissima e religiosissima moglie Fernanda e lïamante Petra, che amava. Purtroppo ***** tutto durante lïalluvione che mise in ginocchio il villaggio, ma non smise mai di provvedere alle due donne.
Quando si rese conto che la sua fine era vicina, a differenza dei suoi avi che si chiudevano in se stessi aspettando la morte, diede tutto se stesso, sopportando il dolore fisico, per mettere da parte il denaro necessario a mantenere la figlia avuta da Fernanda, Amaranta Ursula, in una prestigiosa scuola di Bruxelles come le aveva promesso.
Ci riuscÏ.
Mi Ë entrata† talmente dentro la bont‡ del suo cuore che mi sono ritrovata a leggere dellïaddio alla figlia in partenza alla stazione con le lacrime agli occhi.
Simona Ruta
Modica 12-12-2005
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