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38) Giovanni Stella  Maschio
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Martedì, 9 Giugno 2009 17:20 IP: 93-46-44-14.ip106.fastwebnet.it Scrivi un commento

Sovente all'anima
ìSimile a un colombo viaggiatore /il poeta porta sotto líala/ un messaggio che ignoraî. CosÏ Gesualdo Bufalino in uno dei suoi splendidi aforismi.
Me ne sono ricordato ieri sera, quando Sebastiano Burgaretta, prendendo la parola per un breve ringraziamento, emozionato, ha detto di scoprirsi vieppi? ignoto a se stesso, dopo aver ascoltato Giuseppe Traina, docente di italianistica presso líUniversit‡ di Catania, dipartimento di Ragusa, mons. Giuseppe Greco, vicario generale dellíArcidiocesi di Siracusa e Paolo Giansiracusa, storico dellíarte, docente presso líAccademia di Belle Arti di Catania.
Era il 15 aprile 2009 e nel ìGlobeî, ad Avola, si Ë tenuto un Convegno, meglio chiamarlo Simposio, perchÈ in effetti tal Ë stato, sul libro di poesie Sovente allíanima, di Sebastiano Burgaretta, edito dal Girasole, Valleverde (Ct) 2008, pp. 77, Euro 15, in bella veste grafica con carta uso mano antica.
Le relazioni sono state intervallate e allietate da pezzi musicali, suonati al flauto, e dalla lettura di poesie scelte dal volume, a cura di Mirella Parisini, Erminia Gallo e Donata MunafÚ.
Líedizione si avvale di una ricca prefazione (che merita uno scritto a sÈ), del poeta e filologo spagnolo Juan Miguel Domίnguez Prieto, con testo a fronte tradotto dallíispanista Rosa Rossi. » inoltre arricchita da bei disegni di Corrado Frateantonio, presente anchíegli al tavolo dei relatori, in una sala gremita di pubblico interessato e attento a un argomento oggi non certo di moda, ma sostanzialmente rimasto per addetti ai lavori, che, con vigore e passione, portano avanti il vessillo di questíarte nobile o, se vogliamo, di questo ìprodotto assolutamente inutile quasi mai nocivoî (cosÏ Montale a Stoccolma il 14 dicembre 1975, allíatto di ricevere il premio Nobel per la letteratura dalle mani del re Gustavo di Svezia). E in una Societ‡ in cui tutto Ë nocivo Ö
Anche líarte della poesia fa parte del mistero. I versi appartengono al poeta finchÈ questi li ha dentro di sÈ, come il magma in un vulcano, ma, una volta spifferati fuori, sono lapilli (o lava incandescente) che restano a macerare in cassetto fra i tanti, finchÈ le fiamme della purgazione non li divorano. Se perÚ líautore cede alla tentazione di pubblicarli, non sono pi? suoi ma di tout le monde, dei lettori che li leggeranno, apprezzandoli o stroncandoli secondo un proprio convincimento, una personale valutazione, talora, anzi molto spesso, lontana dai motivi di ispirazione del poeta; di quel poeta che Pessoa definÏ ìÖun finitore, /(e) finge cosÏ completamente/ che arriva a fingere che Ë dolore/ il dolore che davvero senteî.
La poesia Ë travaglio interiore non dissimile dal parto della donna, dunque prima dolore, dipoi gioia per la nuova creatura, che magari líautore stesso stenta a credere essere frutto del proprio ingegno.
Pertanto, anche se in forte crisi di lettori, líarte della poesia ñ come ben avvertÏ Quasimodo, cantandone la perenne attualit‡ ñ non potr‡ che esistere, finchÈ esister‡ líuomo, se Ë pur vero quanto Addamo scrisse: ìSar‡ solo un poeta /a dichiarare estinta líera dei poetiî.
Tre sezioni, come una triade divina, compongono líopera poetica ultima nata di Sebastiano Burgaretta: Colori, Parole e Sovente allíanima, questíultima anche titolo del volume.
Líautore non Ë nuovo alla poesia, tuttíaltro. Ha gi‡ pubblicato in versi: Diario del Golfo (1992), Líala del tempo (1995), Epigr‡ffi (1998) con lo pseudonimo di Vanesio Mercuriale, Mpizzu ri fuddÏa (1999), An‡stasis (2000), Trame del Mediterraneo (2003), Le ol‡m (2004), RrËpitu per due dicembre (2008). Lavori tutti ricchi e densi di interesse, dove si nota un impegno civile e di memoria di un passato talora ancora vivo e presente.
Con questíultima opera Burgaretta segna un salto di qualit‡, una evoluzione positiva e propositiva nella sua poetica, sia in relazione ai testi precedenti, sia con riferimento alla lingua. Accantonato líimpegno civile, cíË ora la ricerca, riuscita, di un linguaggio nuovo, di una creativit‡ della parola, che Ë anche ricerca, questa pure riuscita, di un nuovo stile. E, per arrivare a ciÚ, si Ë avvalso di molti riferimenti alle lingue Greca, Spagnola e Araba, che sono poi le lingue parlate dalle popolazioni che hanno dominato la Sicilia. Lavoro, questo, che non puÚ non far auspicare ora anche il ritorno del Mediterraneo quale crocevia essenziale con un ruolo di centralit‡ in termini culturali e socio-economici fra líEuropa, líAfrica e il Medio Oriente.
Se il tema dominante e, come dire, musicale, della poesia di Bugaretta Ë sempre riconoscibile, in questo lavoro la musicalit‡ trova una nuova armonia e una nuova tonalit‡, entrambe ancor pi? pregnanti, che conducono a quel salto in avanti di cui dicevo prima.
La ricerca di un nuovo linguaggio inventivo, creativo, Ë circostanza che in passato abbiano gi‡ avuto modo di sperimentare con Montale, Gadda, Consolo Ö, ai quali ora si aggiunge Burgaretta.
La sua parola Ë cura dellíassoluto, tende a un dialogo col lettore, con una vocazione metafisica che volge, sottotono, a un ritorno a Dio, il quale qui parla attraverso i silenzi, la natura, la storia.
Líinfluenza dei poeti arabi antichi e moderni Ë presente, come lo Ë quella di spagnoli e persino caraibici.
Ma il richiamo pi? forte, forse, Ë quello greco con líeco della letteratura che in questa terra fa ancora parlare di una grecit‡ sicula, che interamente ci appartiene.
Líazzardo pi? bello si avverte nella composizione grafica dei versi ñ la poesia che d‡ il titolo al libro, ad esempio ñ dove la voce di poeta autentico volge al metafisico, allíintangibile, alla presenza divina ñ forse il vero tema dominante ñ che il poeta avverte costantemente e sussurra al lettore.
Addirittura, da laico, penso di poter dire che Burgaretta, uomo di grande fede religiosa, in questíopera, con líuso di un linguaggio nuovo, attraverso i colori abbia voluto operare una sorta di ricognizione degli elementi essenziali della natura, e attraverso la parola abbia intenso colloquiare coi propri simili, per giungere alfine allíanima, mezzo ultimo e diretto per un suo dialogo con Dio.
In un testo cosÏ non poteva mancare il richiamo a Dante, presente ben cinque volte, perchÈ Ë il padre della nostra lingua, ed Ë a lui che bisogna attingere, se si vuole elevare la qualit‡ del discorso.
Qui il discorso di Burgaretta, per iniziati certamente, ma anche per lettori che intendono apprezzare una qualit‡ nuova di parola poetica sforzandosi di seguirla, Ë sicuramente un punto fermo che sar‡ oggetto di numerose visite di critica e di pubblico, desiderosi di dissetarsi a quel ìSovente allíanima /distilla / il tempo / gocce / dal sapore ineffabile díamore. / Torna verde lo stupore antico. / Lontano gli occhi della mente / a incontri celebrati dentro il cuore. / Il filo díarianna mai reciso, /del labirinto persa la memoria, / allunga al cielo líombra del suo arcoî.

Giovanni Stella

Burgaretta Sebastiano, Sovente all'anima, 2008, 8?, pp. 80, Euro 15,00

http://www.libreriaeditriceurso.com/Burgaretta_Sebastiano.html†
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