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52) Mary Di Martino  Femmina
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Giovedì, 30 Giugno 2011 22:16 IP: 2.193.193.134 Scrivi un commento

Per "Poesie d'estate" di Cettina Lascia Cirinnà

Ho letto, “gustandole” col cuore e con la mente, le poesie di Cettina, a me parse, per musicalità e contenuto, come piccoli e amorosi lieder dal sapore elegiaco, delicate emanazioni intimistiche che testimoniano “quell’esserci all’interno del tempo”, accompagnate dalle suggestive e avvolgenti istantanee di essenzialità e di luce mediterranea di Fabio Montalto, fotografo artistico per eccellenza.

Si tratta di un’immersione profonda e nostalgica nel mistero dei sopiti “fondali marini” della sua Anima “leggiadra e palpitante di emozioni, / che esplora ogni angolo sconosciuto / all’inconscio che riemerge dall’apnea / in cui le maglie della Ragione con i suoi orpelli l’ha costretto”.

Rischiarata dai benefici raggi solari della memoria, in un fluire ininterrotto di sinergiche fusioni di profumi, colori e sapori, l’Anima - come dice l’autrice - “si dondola nella culla dei ricordi”.

Sì, i ricordi… gli anni più belli della nostra vita: l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza. Come afferma giustamente Giovanni Stella, nel suo libro “Miele estremo”, bisogna “ricordare per rivivere, perché nel ricordo, attraverso il ricordo, la memoria umana e quella storica hanno contezza ancora della propria presenza, della propria esistenza, prima che l’assenza, l’oblio, tutto cancelli nell’individuo, lasciando traccia solo nella pagina scritta di un libro…”.

E così, l’Anima di Cettina, “come una ballerina che danza sulle punte”, espande i suoi protettivi riflessi su tutti per “volare felice come una libellula nel vento” e approdare in un osmotico abbraccio tra la bellezza di Madre Natura e il parossismo dell’Amore per la propria terra di origine, la Sicilia, dove “il Giardino di pietra”, plasmato dalle dolci rimembranze legate alla sua infanzia, “rifulge… luoghi scolpiti nella mente / di un passato che il presente incalza senza posa…”.

Sono 58 quadretti poetici venati di una leggera malinconia contenenti graziose metafore di vita e di sogni, che parlano innanzitutto agli occhi, all’orecchio… e al cuore. Un rigurgito di affetti, emozioni e valori che si posano come petali sparsi sul letto stanco della vita per ritrovare finalmente ristoro, per cogliere “l’attimo fuggente della felicità”, senza mai lasciarsi abbandonare dal filo magico della fantasia.

Le poesie di Cettina sono semi di speranza che si animano librandosi nell’aria, come il bel cappello di paglia bianco ornato di un lungo nastro rosso, che si vede in primo piano sulla copertina del suo libro. Semi che, trasportati dal “vento caldo di scirocco” trovano alla fine terreno fertile per germogliare sicuri e abbondanti in un rigoglioso e colorato campo di grano, simile - guarda caso - ancora a quello raffigurato sulla stessa copertina.

I versi vibranti delle sue poesie ci illuminano, ci elevano, si rivolgono a noi lettori con fare parenetico, stimolano la nostra sensibilità agendo come un balsamo per i nostri cuori. Un invito, quello della poetessa, a credere nell’insopprimibile valore universale della Poesia che, “come un cappello di paglia al vento porta gioia nel cuore / desiderio di vivere… / fino all’ultimo respiro anelante / di un’Anima girovaga per le vie del Mondo…” … ove più versi / di sue dolcezze il lusinghier Parnaso / e che ‘l vero, condito in molli versi, / i più schivi allettando ha persuaso. (T. Tasso, Gerusalemme Liberata).

Mary Di Martino
Pachino, 25 giugno 2011
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