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Lucia Bonanni, Cerco l'infinito, Libreria Editrice Urso
La parola è la facoltà più elevata dell'intelletto umano essendo voce che esprime concetto.
Nel linguaggio di ogni uomo non c'è parola che non implichi l’universo intero. Dire PANTERA è dire anche le pantere che l'hanno generata, le antilopi e le zebre di cui si nutre, l’habitat che la ospita, la terra che fa da madre a quell’habitat, il cielo che fa da volta, la luce che lo illumina durante il giorno, il buio che lo avvolge durante la notte.
Nel linguaggio umano, cioè, ogni parola enuncia infinite concatenazioni di eventi in maniera sia implicita, sia esplicita, sia in progressione, sia nell'immediato. Un solo vocabolo pronunciato contiene la pienezza del tutto e in esso sottostanno pure i misteri e i simulacri, le luci e le tenebre che costituiscono, anch'essi (soprattutto essi), le voci dell'individuo, voci ricche ma al contempo povere dato che tendono sempre, pure se inconsapevolmente, al Tutto, al Mondo, all'Universo.
Le poesie di Lucia Bonanni, raccolte nel volume: "Cerco l'Infinito" sono un altissimo esempio di cosa esse implichino nel contesto di quanto su esposto. La ricerca d’Infinito dell’autrice, infatti, si affida anche a percorsi di penetrazione delle parola per scandagliarle, purificarle, impreziosirle nella loro "...sgrossatura a posteriori che non deve essere semplice artificio, per non vanificare quello svolazzare di ali che si cambia in sillabe e che, ascoltando nel timbro e nel ritmo il suono della parola scelta, percepisce la poesia come musica di parole". (Lucia Bonanni)
La ricerca d’infinito da parte della Bonanni, allora, si esplica anche cesellando il linguaggio al fine di combinare immagini tra loro molto diverse e di accostare “cose” tra loro apparentemente distanti, ma che la poetessa, per illuminazione mentale, sa mettere in contatto, con profonda sensibilità e intelligenza, cogliendone analogie nascoste e poco osservabili al “comune” sguardo distratto. In tale ricerca attentissima, accurata e complessa la percezione dell’Infinito, da parte della poetessa, è spesso raggiunta sia per mezzo della meraviglia che le sollecita sensi, fantasia e ragione allorquando la realtà esterna s’introduce nel suo animo, e sia attraverso l’impiego di metafore concettuali che rendono spesso magnifico e splendente il linguaggio che così architettato è in grado di nobilitare, rendendola elevata, anche una misera realtà.
L’autrice ama intensamente e passionalmente la Vita ed ogni sua manifestazione e forma che canta nelle proprie poesie con versi dal ritmo dinamico e limpido i quali rispecchiano la notevole generosità di una intelligenza acuta che vede, avverte, partecipa, anima e sprigiona effervescenza e genialità.
Non è facile la lettura di “Cerco l’infinito” di Lucia Bonanni.
Ogni poesia racchiusa nel volume è come un complesso ricamo di multiformi orditi intrecciati così virtuosamente e con tale maestria che è necessaria molta attenzione per poterne focalizzare nitidamente forme, contorni e colori. E quando forme, contorni e colori sono pienamente focalizzati non può non sorprendersi ad ammirarne la grande bellezza e ad apprezzarne l’imponente impalcatura composta sempre con l’intento di onorare l’esistenza e di onorare ogni creatura che esiste, è esistita, ed esisterà. Imponente impalcatura composta pure per consentire a se stessa e a chi l’ascolta di tentare la scalata verso l'Infinito.
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