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 Giovedì, 9 Febbraio 2006 03:54 Host: host139-154.pool80104.interbusiness.it
Quando le parole diventano odoriÖ
Silvana La Spina
La creata Antonia
Mondadori editore Milano, pp. 250
Eí un racconto di donne, di odori e di cose líultimo romanzo di Silvana La Spina, "La creata Antonia". Eí, ancora una volta, un romanzo di corpi che si fanno odori (odori forti, rancidi, penetranti) e che parlano oltre la parole; di parole che si fanno cose e che, rompendo gli argini di qualsiasi codice linguistico strutturato, rotolano nella vicenda narrata con moto torrenziale (trascinando anche qualche accenno di un gioco linguistico che talvolta sembra compiacersi di sÈ stesso e disturba). Eí anche una storia díamore e di sangue che, a sua volta, di storie ne raccoglie mille altre e tutte, o in gran parte, storie di donne narrate (con voce semplice, quasi da cantastorie) da una donna. Ed Ë, infine, un romanzo storico, non solo nel senso che la storia della Sicilia di fine ë700, e di Catania in particolare, Ë sempre presente come sfondo ricchissimo e vociante di tutta la vicenda, ma anche per quei personaggi che, pur nella miriade di presenze, sono invece assenti. In Sicilia, tra la fine del ë700 e i primi dellíë800, manca assolutamente una borghesia che sia in grado di dirigere sul serio un qualsiasi moto, se non rivoluzionario almeno di rinnovamento. In questo romanzo della scrittrice catanese manca la benchÈ minima presenza di questa classe o di un personaggio che ad essa significativamente possa fare realmente riferimento (e non tanto, ovviamente, dal punto di vista politico, che anzi di giacobini ce ne sono tanti, quanto da quello sociale). Ed Ë giusto che sia cosÏ e non Ë poco. Di conseguenza la vicenda narrata assume subito la fisionomia di una tragedia nera e segreta: la tragedia di uníaristocrazia che Ë ormai alla sua dissoluzione e di un popolo che non trova alcuna via di riscatto. Ecco, la Catania che ci dipinge Silvana La Spina, pur cronologicamente datata a fine ë700, Ë una Catania sostanzialmente barocca e grottesca: e di un barocco tragico e oramai in disfacimento che, non avendo, e non potendo aver assimilato quasi nulla della nuova cultura borghese e illuminista la combatte nei due modi che da sempre sono tipici della reazione nella nostra terra: con la violenza della repressione (anche sorda, segreta, infame) o con il disinteresse nei confronti della voce di quegli uomini di quelle donne che nellíisola hanno, in ogni tempo, voluto davvero rischiare il nuovo (nel romanzo, per esempio, il canonico giacobino De Cosmi e Domenico Tempio, il potente poeta della antica civita catanese) immergendosi in esso oltre la superficialit‡ di una moda che ora viene dalla Francia e che domani magari potrebbe venire dagli States.
E tutto questo viene raccontato da una prospettiva essenzialmente femminile: Ë una donna che racconta la storia della "creata" Antonia e del suo essere violentemente schiacciata tra la sua condizione crudamente servile e le sue idee giacobine "Öla meraviglia della mente umana, che riesce con chiarezza a concepire líingiustizia dei tempi". Idee che uníaltra donna, Madre Crocifissione di Dio, suora appartenente alla nobilissima casata dei principi Roccaromana le ha instillato insegnandole a leggere, come dono materno e come folle e feroce vendetta contro coloro che líavevano costretta, suo malgrado, a monacarsi. Una prospettiva femminile che Ë fondamentale in questo romanzo perchÈ d‡ ad esso piena necessit‡ artistica e la possibilit‡ di trovare una propria originale collocazione nel panorama letterario attuale: la possibilit‡ stessa insomma di essere romanzo in un contesto in cui troppo spesso ci si chiede (e la risposta Ë altrettanto spesso, purtroppo, negativa) se oggi si possano ancora scrivere romanzi.
Paolo Randazzo
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