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Gracia Maria Schirinà  |
graziamaria.schirina@gmail.com |
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Umberto Confalonieri
È gioia anche per voi – POESIE
2016, 8°, pp. 56
Libreria Editrice Urso
Collana "ARABA FENICE" n. 229
€ 10,00 – ISBN 978-88-6954-060-8
Salone Paolo VI, Avola 14 ottobre 2916
Nuove note per Umberto: È gioia anche per voi
Da settembre a settembre, un percorso che nell’immaginario poetico dura un anno, un anno nel quale si cerca di fare chiarezza, anche se da Settembre a Un altro settembre, gli ossimori presenti lasciano presagire che in questa ricerca c’è ancora una fase di incompiuta indeterminatezza. Così il tepore che avvolge, nella prima lirica, diventa straziante e, nell’ultima, le ferite sono gioiose. Ma settembre è il mese d’inizio in cui ci si rimette in movimento dopo la pausa estiva, che ci ha regalato momenti vari e diversi; è il mese del bilancio e della speranza, tempo di fine e di inizio di nuovo cammino e di nuove speranze.
È il periodo del bilancio, ma, la cosa più importante, in questo percorso, è avere la consapevolezza di avere conosciuto il sé nascosto nelle intime fibre del proprio cuore (36).
In tutto 45 liriche in versi liberi e di varia lunghezza, testimonianza di vita vissuta nella sofferta ricerca del senso da dare alla propria vita.
Da queste liriche si deduce la sensibilità del poeta, la gioia di vivere e la volontà di fare chiarezza nelle scelte di vita, allontanando il superfluo che addobba il fuori e inaridisce l’animo (18). Non consiste nel culto dell’esteriorità l’amore che andiamo cercando (pag. 42); l’amore per il quale si vive non appartiene al mondo fisico, non è fatto di materia ma di puro spirito, anche se la sua manifestazione fisica la possiamo vedere trasparire attraverso lo sguardo, riflettendo le pupille in quelle dell’altro, soprattutto quando l’altro è un’umanità sofferente, bisognosa di aiuto. È un amore disinteressato. Quando ciò si verifica e si entra in sintonia, lo stesso sguardo inebria e fa cadere in amore (20), quasi in un processo estatico e purificante nello stesso tempo.
I contenuti sono critici e riflessivi nei confronti dei comportamenti personalissimi e di chi gli sta accanto, volti alla ricerca di sé tramite un linguaggio lirico e composito allo stesso tempo, nel quale predomina un Tu ora scritto in maiuscolo ora in minuscolo, a fare notare la differenza concettuale del proprio percorso, in un atteggiamento che va dal Trascendente all’uomo e viceversa. A volte un po’ oscuro, il linguaggio adoperato è tuttavia carico di una forte spinta emozionale, determinata dalla adesione vissuta alla tematica trattata.
Il dubbio e la ricerca di sé, che pervadono tutta la silloge, s’incrociano col bisogno dell’altro che non può essere dimenticato (11); solo con l’ascolto ogni incomprensione può essere dissipata e la parola diventa latrice di conforto e schiude il cuore alla speranza.
Se tuttavia l’apertura all’altro è importante, e ne è testimonianza anche il tu generico di riferimento, mi piace cogliere in questi versi un percorso in solitudine, perché solo facendo deserto si può entrare nell’intimo e ritrovare non solo se stessi, ma addirittura un dialogo con il Trascendente, un intimo conforto di cui si va alla ricerca (12).
Come si diceva, i temi fondamentali sono quelli relativi alla scelta di vita (13), al tempo che avanza con la paura che sia infruttuoso (15) e alla consapevolezza degli errori commessi, anche quando dopo le cadute c’è sempre la capacità di rialzarsi, di guardare con bonaria serietà alle proprie difficoltà (34) e di andare incontro ai propri sogni (17); la paura inoltre che le proprie preghiere non vengano ascoltate e di non riuscire a operare secondo il progetto di vita che lo riguarda (18).
La vita, sebbene il dono di sé è vero e appassionato, non è mai facile, perché le fatiche riescono a piegare il corpo.
Ogni tanto fotogrammi del precedente vissuto riaffiorano alla memoria quasi a voler evidenziare un prima e un poi dello spaccato di tempo vissuto; spezzoni di vita diversa e certamente più spensierata rispetto alla nuova consapevolezza (19/30), che sembra di tanto lontana e che invece è ancora alle porte, anche se sentirsi legato a una storia, seppur piccola, determina il senso dell’appartenenza a una comunità, ed è rassicurante fare parte di un tutto al quale si appartiene (38); l’orizzonte ora si fa più chiaro ma la situazione di crescita comporta un senso di dolore anche fisico che stringe il cuore mentre la vita va avanti e la mente vola oltre (24) e si dirige verso gli affetti più cari, al calore misericordioso del padre (25) e alla carezza della madre (27) sul cui volto, quandanche stanco, risplende il sorriso (40), alle preoccupazioni di entrambi dinanzi alle quisquilie quotidiane (37).
Ma bisogna imparare a conoscersi, a sapere qual è il progetto di vita personale, il colore e il sapore della vita e la risposta, che il poeta si dà, è che, solo vivendo il dono di cui si è portatori inconsapevoli, si troverà la chiave dell’amore (26). Solo infiammati così si può andare avanti con fiducia e percorrere il cammino assegnato.
Se poi, come è il caso del nostro autore, a infiammare è la fede, allora tutto diviene realmente più semplice e la gioia della vita verso cui si tende, pur quando la fatica del cammino intrapreso sarà pesante (35), diventa la realizzazione di un sogno, il proprio sogno, che non bisogna mai dimenticare (32); in definitiva, diventa Amore (31) per l’umanità intera.
Cuore e testa, se riescono ad andare in sintonia, riusciranno a produrre i fotogrammi della vita tra i sogni e la realtà (21), a trovare la necessaria forza di decidere in autonomia e scansare l’umana indifferenza (44).
L’uomo è solo sempre di fronte alle scelte individuali, ma la solitudine è proficua, perché apre le porte della comprensione, dell’ascolto e della giustizia (50); e tuttavia le sue giornate, se vissute in sintonia con se stessi, saranno piene di gioia, di speranza nel dolore e di promesse di certezze (45): sarà gioia anche per lui. Certamente il periodo intercorso tra un settembre e l’altro ha aperto cuore e mente in solitudine e ascolto, ha determinato nuove conoscenze ed esperienze che hanno favorito una nuova maturità. Si può dunque ripartire verso una nuova ricchezza.
Grazia Maria Schirinà
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