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 giovedì, 27 marzo 2008 15:24
Ciao a tutti,
è riduttivo, trascrivere le emozioni e le sensazioni che questa magnifica esperienza mi ha regalato e so già, che per quanti di voi non hanno vissuto in prima persona ''il Camino di Santiago'', non sarà semplice, comprendere ciò che vi racconterò, in quanto potrò apparire ai vostri occhi molto irreale, ma proverò ugualmente a descriverlo.
Il Camino mi ha aiutato a ritrovare la Fede che avevo smarrito da molto tempo, ha segnato in maniera indelebile la mia vita, mi ha restituito la serenità interiore e mi sta permettendo di affrontare ogni giorno la vita con il sorriso sulle labbra : il Camino di Santiago mi ha ''RIGENERATO''.
Sono stati molti i motivi che mi hanno spinto ad intraprendere questa esperienza, anche se penso che sia stato il Camino a chiamare me.
Non sapevo della sua esistenza, è stato il ''cuore di mamma'', che vedendomi in forte difficoltà, mi ha ceduto il suo viaggio di 6 giorni lungo la via per Santiago nell'aprile del 2006.
Ho vissuto questa prima breve esperienza in modo molto turistico: per 6 giorni ho dormito e mangiato in hotel, ho percorso solo 100 km senza mai farne pi?? di 20 al giorno, dietro le spalle avevo solo uno zainetto con acqua e qualche barretta energetica.
Quando incontravo i ''Veri'' Pellegrini, con il loro enorme zaino, gli abiti e gli scarponi infangati, sofferenti per qualche problema fisico occorsogli durante il Camino, ma ugualmente tenaci ad andare avanti senza perdere il sorriso, dentro di me pensavo a quanto potesse essere bello viverlo nella sua completezza.
Al mio rientro a casa e per un anno intero, con l'aiuto di persone che mi sono state molto vicino, ho iniziato a progettare ed organizzare il ritorno sulla ''via delle stelle'' nelle vesti di un autentico Pellegrino.
Durante questo intervallo di tempo, girovagando negli innumerevoli siti-forum istituiti proprio per i pellegrini, ho potuto raccogliere consigli ed emozioni da chi già aveva affrontato questa stupenda esperienza, rimanendo colpito dal loro entusiasmo ed ho potuto confrontandomi anche con chi il Camino doveva ancora intraprenderlo, instaurando con alcuni di loro un rapporto di amicizia che ancora oggi non si è interrotto .
Non so il perché, ma nel programmare il viaggio decisi fin dal primo istante di iniziare questo pellegrinaggio, il giorno del venerdì Santo. La data della partenza è stata l'unica cosa che ho rispettato nella mia 'tabella di marcia', perché tutto il resto, è andato a svanire con il volo che mi portava in Spagna alla volta di Pamplona, da lì è stato poi il Camino a scegliere per me.
Una volta arrivato nella città basca, dove ogni anno nel giorno di San Firmino si svolge la famosa e folcloristica corsa dei tori per le strade dell'antica città, un po' scoraggiato, a causa degli innumerevoli imprevisti che non mi hanno permesso di rispettare il mio programma, mi sono affidato completamente alla volontà di Dio.
E' stata la cosa più giusta che potessi fare e credetemi, da quel momento il mio Camino è stato un susseguirsi di forti emozioni che mi hanno aiutato, ad apprezzare le cose pi?? banali che prima di allora neanche consideravo, perché per me scontate, aiutandomi a riscoprire i veri valori della vita. Per ben un mese ho vissuto, tra l'altro molto bene, con il minimo indispensabile senza essere ''schiavo' degli agi che credevo fossero per me fondamentali per affrontare la quotidianità, ma soprattutto, il susseguirsi degli eventi, ha dato una svolta alla mia vita fortificando la fede che stavo smarrendo.
Durante il Camino ho stretto amicizie fortissime: Antonio, ''IL CAPO'', la mente del nostro gruppo, il nostro punto di riferimento, era lui che organizzava le tappe, sceglieva gli ostelli, i punti di ristoro, ci siamo fidati ciecamente di lui, perché ha sempre saputo scegliere il meglio per ognuno di noi. Loris, ''GRANDE LORIS AHH'', persona squisita che con il suo i-Pod scandiva il ritmo alla marcia e durante tutto il nostro ''peregrinare'' ha dimostrato di essere un uomo dal cuore d'oro; Angela: ''PICCOLA SICULA'', ragazza esile e piena di acciacchi, partita con uno zaino pesantissimo in proporzione ai nostri, che con il suo ''barcollo ma non mollo'' ci dava la spinta giusta ad andare avanti anche quando le forze fisiche venivano meno, la sua forza di volontà ci ha insegnato che nulla è impossibile, basta solo volerlo. Wellington ''IL DOTTO'', persona colta e simpaticissima, brasiliano con avi italiani, con i suoi racconti, che iniziavano sempre con 'a Brasile sc'è una storia Ķ.', il suo sapere e la sua simpatia allietava il nostro Camino e le serate durante il consumo del meritato menù del dia. Ana Maria, moglie di Well anche lei italo-brasiliana, MAMI', innamoratissima, sempre mano nella mano con il suo sposo, mai un battibecco o una parola di troppo con lui, la nostra mamma, la figura che al momento giusto sapeva aiutarci con la sua dolcezza a superare le difficoltà.
Con tutti loro ho condiviso i momenti belli di questa magnifica esperienza: il dividerci il cibo e l'acqua che compravamo nelle ''tiende'' per dissetarci e nutrirci durante il giorno, la scoperta dei sentieri posti dietro le ''frecce gialle''; ma anche le difficoltà come il dormire a terra per mancanza di posti letto negli ''albergue'' (ostelli) e la divisione dei farmaci che servivano a curare le sofferenze dovute alle ''ampolle'' (bolle nei piedi) ed il mal di schiena a causa del peso dello zaino che è stato per un mese la ''nostra casa''.
Onestamente di sofferenze ne ho avute molte, in un mese solo 4 o 5 giorni sono riuscito a camminare senza accusare dolore, ma francamente porto con me solo il ricordo degli eventi belli ed emozionanti, perché, strano ma vero, il Camino mi ha permesso di apprezzare e dare il giusto valore alla mia vita anche e soprattutto attraverso la ''sofferenza'' momentanea.
Le tappe pi?? emozionanti e significative sono state per me 3 oltre ovviamente alla partenza:
La prima quando sono arrivato alla ''Cruz de hierro'', luogo in cui ogni pellegrino lascia sotto la Croce o meglio affida ad Essa, il ''sasso'' (peso simbolico delle ''sofferenze'' che si hanno nella vita quotidiana e si vogliono abbandonare per sempre).
La seconda è stata l'arrivo all'incantato paesello O'Cebreiro in Galizia, in quel luogo si giunge dopo aver affrontato un difficile, impegnativo, ma stupendo sentiero dove si respira ''un'aria'' che sa di fiaba.
La terza tappa, ultima solo per ordine cronologico, l'emozionante arrivo a Santiago, passando per ''il monte de Gozo'' dove si inizia a scorgere in lontananza la maestosa e stupenda Cattedrale.
Sia alla ''Cruz'' che all'arrivo al ''monte'' ho pianto come un bambino senza riuscire a controllare le lacrime che scendevano lungo il mio volto. Nel primo caso era un pianto di liberazione dalla mia vita passata, trascorsa negli ultimi anni da uomo che non riusciva a dare il giusto significato ai valori di essa e soprattutto senza saperla apprezzare perché mi ero circondato di persone sbagliate. Nel secondo perché ero giunto finalmente alla meta, che non era per?? la fine del Camino di Santiago, ma l'inizio di un nuovo Cammino, quello della Fede ritrovata, percorrendo, da quel momento in poi, la Strada giusta, quella che il nostro Signore Dio ci indica ogni giorno e che fino a quel momento non riuscivo, o meglio, non volevo vedere.
Nei giorni di permanenza a Santiago de Compostela, rimanevo per ore seduto di fronte la maestosa Cattedrale, riflettevo sul mio passato, a quanti errori avevo commesso e soprattutto a quanto tempo avevo sprecato per le cose inutili, promettendo a me stesso di cercare giorno per giorno di vivere la mia nuova vita come Dio ci ha insegnato.
Durante quegli ultimi giorni sono state molte le particolarità dalle quali rimanevo rapito.
Il fascino della Cattedrale, che al calar del sole cambia colore, l'abbraccio al busto di Santiago, la visita alla sua tomba, la Messa del Pellegrino, la consegna della ''Compostela'', il caratteristico ed unico Botafumeiro, gigantesco incensiere arpionato con delle funi alla volta centrale, che, alla fine della messa del Pellegrino veniva fatto ondulare da una navata e l'altra, ai giorni d'oggi solo per pura tradizione, ma in tempi molto remoti per portar via l'odore sgradevole dei Peregrini, ma soprattutto non potr?? mai dimenticare l'arrivo dei Pellegrini stessi davanti la Cattedrale.
Quando ammiravo i loro volti, segnati dalle sofferenze e nello stesso tempo gioiosi per aver raggiunto la meta, i loro abbracci con gli amici di ''sventura'', mi tornavano in mente tutte le scene e le emozioni che avevo vissuto io durante il mio Cammino con i miei di amici e dentro me, orgogliosamente dicevo: ''io sono proprio fortunato, ho avuto la grazia di poter fare il Camino di Santiago !!!''
Cosa dirvi di più e non annoiarvi ulteriormente!...
Il Camino de Santiago è un'esperienza che consiglio di fare a tutti, indistintamente, perché è unica e rigenera nel profondo dell'anima.
Grazie per avermi ascoltato
Tosca sabato, 19 aprile 2008 12:34
Quello che scrivi è giusto!!! E`un cammino magico.Io ci andrò per la terza volta e sono sicura che anche quest'anno proverò e troverò forze nuove. Ciao Tosca
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