103) |
IGNAZIO APOLLONI  |
ignazioapolloni@libero.it |
|
|
LETTERA APERTA A MASSIMO ONOFRI
Ebbene sÏ, caro Massimo, sono un dada. Credo nella libert‡ pi? sfrenata nel fare arte e molto meno in Dio come padre onnipotente. Pratico la rottura delle dighe e degli argini perchÈ il limo torni a fecondare il pensiero creativo. Diffido di cronisti e recensori, tutti prezzolati o al servizio delle case editrici pi? potenti. Ho in antipatia gli scrittori che guardano al lucro quale prodotto della moda e soggiacciono alle regole del gioco. So che i curatori di storie della letteratura e antologie si lasciano guidare vuoi dal proprio gusto e vuoi dagli interessi di chi investe del denaro per trarne profitti. Non ignoro la becera ignoranza di chi si rinchiude nel proprio guscio patriottico e tuttíal pi? enumera la lettura dei classici fatta nellíet‡ dai sei ai sedici anni a titolo di palmares.
Provo vergogna nel sapere che il genere umano plaude a operazioni di cassetta quali quelle infiorate di idioletti e dialetti in tutto simili alle forme di incultura ottocentesche di larghi strati della popolazione mondiale. Sospendo il giudizio sui premi Nobel ñ ma sarei portato a bocciarli se solo si pensi che ai giurati svedesi arrivano soltanto i libri tradotti in inglese e ovviamente pubblicati soltanto da coloro che possono sostenere il relativo costo. Si parla di letteratura e si intende di solito non tanto la narrativa tout court ma solo quella romanzata: come se ad essa non appartenessero i racconti (un tempo novelle, e si pensi a Boccaccio), le lettere díamore, le fiabe, le favole, una certa saggistica, la poesia in versi, la poesia visiva, la singlossia. Si scrive di postmoderno e si intende tutto ciÚ che Ë venuto dopo la rappresentazione dei drammi della borghesia (con Flaubert) e del proletariato (con la pletora di neorealisti) senza precisare quale inaudito spazio senza briglie si sia presentato da allora ai nuovi ronzinanti.
Ed infine, si inneggia agli Strega e ai Campiello come fanno gli imbonitori capaci di trasformare il sapone di Marsiglia in bolle, salvo vederle esplodere non appena si siano trasformate in bollicine.
CiÚ dico a commento della lettura del tuo Recensire e allíesito della tua perorazione perchÈ almeno alcuni recensori vengano presi sul serio. Ma sul serio pensi ci sia chi sia indenne dalle influenze nefaste esercitate dal capitalismo sulle povere menti di chi non riesce a farne a meno?
La tua schietta risposta mi sar‡ gradita e forse anche illuminante. Ad ogni modo auguri per un successo che sicuramente meriti.
Ignazio
|