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 Martedì, 22 Febbraio 2011 19:40 IP: 2.40.68.219
La nostra società malata
La democrazia è tale quando tutti i soggetti della contesa politica ne rispettano le regole. Se una parte importante, per conquistare o mantenere il potere, decide di non rispettarle, anche la parte opposta è costretta a fare lo stesso: ecco come nascono i conflitti sociali che possono portare fino alla guerra civile.
E’il grande dilemma della sinistra italiana.
A fronte di una destra che, conquistata la maggioranza in maniera poco trasparente e con il determinante aiuto della parte più retriva della popolazione, conduce la sua azione politica senza scrupoli o limiti di sorta, la sinistra non può limitarsi alla enunciazione dei grandi principi che le sono propri: la giustizia sociale, il diritto al lavoro alla salute a alla sicurezza e stare a guardare passivamente come tali principi vengono quotidianamente stracciati. Tanto tempo fa insorse in armi contro la dittatura ma lo fece quando quest’ultima era già per suo conto agonizzante. Aspetta forse di trovarsi di trovare le medesime condizioni per muoversi oggi?
Perché i sindacati stanno alla finestra osservando senza battere ciglio la trasformazione della società in un insieme di consumatori di ricchezza senza nessuno che la produca?
Il Capo dello Stato che, privo di poteri, continua a sollecitare l’armonia sociale e il reciproco rispetto tra le istituzioni e la politica senza accorgersi che nessuno lo ascolta. Essendo, senza dubbio, un galantuomo perché non pensa alle dimissioni?
Perché la chiesa non si fa più sentire tra i deboli e gli umili ma si limita a pontificare dall’alto dei palazzi apostolici che nessuno ascolta?
Proprio dalle alte gerarchie abbiamo recentemente sentito come le omelie delle funzioni domenicali siano ormai diventate giri di parole senza senso e chiacchiere insulse.
Non può avere un futuro una società in cui tutti accampano diritti e nessuno sente di avere dei doveri. Tutti vogliono l’assistenza sanitaria,i soldi per fare la spesa e vestirsi, la protezione delle forze dell’ordine, gli asili nido dove depositare i figli e i luoghi per il tempo libero ma con quali risorse assicurare tutte queste cose nessuno se ne preoccupa.
Credo che sia inutile sollecitare un momento di riflessione in chi è completamente plagiato e non si pone più da tempo problemi avendoli tutti delegati al loro amato rappresentante che continua a promettere loro tutto e di più. Questi non si preoccupa di essi ma pensa ai suoi affari e ai suoi divertimenti privati che hanno ormai superato i limiti della decenza.
Non è possibile aspettarsi che il Capo dello Stato invii un manipolo di corazzieri per assicurare alla giustizia un Presidente del Consiglio che non la riconosce. Eppure il tanto vituperato Vittorio Emanuele III° ,allora Re d’Italia, fu capace di mandare i carabinieri ad arrestare l’allora Capo del Governo.
Non credo che oggi Putin o Gheddafi manderebbero le teste di cuoio per liberarlo.
Non è neanche pensabile aspettarsi da un parlamento riempito di escort e servi, che non si arrendono neanche all’evidenza e, novelli kamikaze, sono pronti all’ultimo voto per difendere il padrone.
Si potrebbe sperare in una rivolta delle forze armate ma anche questa soluzione risulta antistorica.
Ci apprestiamo a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia ma non ci accorgiamo che forse siamo in presenza dei suoi funerali. Come interpretare il fatto che basta un virus insignificante come il berlusconismo ad infettare il nostro organismo statale senza trovare resistenze? Un organismo senza anticorpi non può sopravvivere ed è inutile celebrarne i compleanni.
Per evitare di ripercorrere la via usata dai nostri dirimpettai tunisini, che non vedo realizzabile nella nostra società, vecchia, stanca e incapace di sacrifici, avanzo una proposta: smettiamola di pensare al premier e a quello che fa, tanto non possiamo in alcun modo influenzare i suoi comportamenti né censurarli. La maggioranza degli italiani è con lui come lo era al tempo del fascismo con il duce e senza un aiuto esterno non riesce e non vuole aprire gli occhi. Possiamo sperare che, come un tempo le forze alleate, oggi possa essere la Comunità Europea a costringerci a spazzare la nostra casa invasa dai rifiuti?
Personalmente non ci credo ma, al punto in cui siamo arrivati, anche le ipotesi più difficili possono darci almeno un briciolo di speranza.
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