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 Lunedì, 20 Marzo 2006 00:53 Host: host209-154.pool80104.interbusiness.it
HO VISTO
Ho visto approvare in Parlamento la legge sul falso in bilancio il Giorno dopo l'11 settembre, di corsa, per onorare con il nostro lavoro - cosÏ ci venne detto - i morti di New York.
Ho visto la commissione Giustizia del Senato prolungare i suoi lavori dopo la mezzanotte per tre leggi in cinque anni: per il falso in bilancio, per la Cirami, per l'immunit‡ delle pi? alte cariche dello Stato.
Ho visto aprire l'ultima legislatura con una legge ad personam, quella che abolisce l'imposta di successione sui patrimoni pi? grandi, e l'ho vista chiudere con una legge ad personam, quella che abolisce l'appellabilit‡ delle sentenze di assoluzione.
Ho visto il Parlamento decidere quali magistrati possono o non possono restare in servizio, alzando e abbassando l'et‡ pensionabile secondo le convenienze: fuori Borrelli dentro Carnevale.
Ho visto il Parlamento decidere quali magistrati possono dirigere gliuUffici giudiziari pi? delicati; insomma, ho visto il Parlamento scegliere I giudici.
Ho visto pi? di mezzo Senato applaudire in piedi l'appoggio alla Guerra preventiva in Iraq.
Ho visto la standing ovation della maggioranza e i sorrisi di festa, in attesa dei bombardamenti dei giorni dopo.
Ho visto sbeffeggiare le senatrici che si battevano per le quote rosa. Le ho viste sommerse dagli sberleffi della maggioranza, le ho sentite chiamare"vacca" e "gallina".
Ho visto togliere ai giudici di pace la competenza sugli incidenti stradali pi? gravi. Lavoravano troppo velocemente creando problemi alle assicurazioni. Anche alla Mediolanum.
Ho visto portare nel Parlamento repubblicano una legge per equiparare le brigate nere di SalÚ ai combattenti delle forze armate e ai partigiani.
Ho visto violare il regolamento del Senato anche sei volte in due giorni.
Ho visto violare la Costituzione in presenza della seconda autorit‡ dello Stato, a volte invocando precedenti inesistenti, altre volte senza precedenti.
Ho visto un parlamentare svenire a un passo dall'infarto per l'indignazione, di fronte al numero legale ottenuto pi? volte senza pudore. L'ho visto steso a terra, insultato e fischiato dagli avversari che lo accusavano di perdere tempo.
Ho visto censurare o bloccare negli uffici interrogazioni critiche verso il governo o verso esponenti della maggioranza; ho visto funzionari solerti mutilare i diritti costituzionali dei parlamentari.
Ho visto rifare mezza Costituzione come niente, da personaggi senza Storia, per liberare da ogni controllo di garanzia e da ogni contrappeso il potere di chi vince le elezioni, per mettere lo Stato ai piedi dell'uomo pi? ricco e potente del paese.
Ho visto barattare pubblicamente in aula l'unit‡ del Paese con gli interessi televisivi del Capo del Governo.
Ho visto un senatore votare per cinque, per dare alla sua maggioranza il numero legale. Ho visto tollerare anche quindici voti di assenti per volta.
Ho visto stabilire il tempo massimo di un giorno per discutere in seconda votazione la riforma di mezza Costituzione.
Ho visto fischiare in un'aula parlamentare il Capo dello Stato mentre il presidente del Senato leggeva il testo del rinvio alle Camere della Legge di riforma dell'ordinamento giudiziario.
Ho visto scritto nella relazione ufficiale della commissione antimafia che la mafia non porta voti, che il controllo del voto da parte di Cosa Nostra Ë "uno dei miti pi? a lungo e pervicacemente sostenuti".
Ho visto Giovanni Falcone commemorato sull'autostrada per Punta Raisi, localit‡ Cinisi, da un ministro che aveva sostenuto che dobbiamo convivere con la mafia.
Ho visto un ministro definire il carcere di Cagliari un albergo a cinque stelle pochi giorni prima che vi si uccidessero due detenuti.
Ho visto leggi importanti e sulle quali era stata annunciata una dura opposizione votate in Senato alla presenza di poche decine di esponenti della minoranza.
Ho visto decine di senatori dell'opposizione lavorare seriamente ed essere trattati come incapaci o complici del governo.
Ho visto sospetti ingiusti.
Ho visto fiducie ingiuste.
Ho visto uomini dello Stato oggetto di insolenze e di accuse sanguinose, grazie a un uso prepotente della immunit‡ parlamentare.
Ho visto chiamare tutti I manifestanti di Genova violenti e terroristi e assicurare ufficialmente che nel carcere di Bolzaneto non ci furono violenze.
Ho visto negare una commissione d'inchiesta su Genova per non interferire con il lavoro della magistratura.
Ho visto dimenticare questo principio per istituire la commissione Telekom Serbia.
Ho visto ridere in faccia alla richiesta di maternit‡ o paternit‡ assistite di persone non felici.
Ho visto esibire i fazzoletti padani a un metro dal tricolore sulle bare nei funerali di Stato.
Ho visto prolungare la durata del Parlamento per uso personale, per ottenere l'impunit‡ in un processo, per monopolizzare le televisioni.
CosÏ ho visto sfregiare, nel mio Paese, il pi? grande simbolo della democrazia.
Nando Dalla Chiesa
Paolo Consiglio Lunedì, 20 Marzo 2006 05:06 Host: host247-154.pool80104.interbusiness.it
Ho letto con attenzione le cose che "ha visto" il Sig. Nando Dalla Chiesa e mi dispiace che in mezzo a tante cose cosÏ ben viste non ha visto una cosa grande quando una casa che, come si dice in paesanesco, "ti sfonda gli occhi": e cioË la giustizia ad orologeria, la corruzione della maggior parte degli organi di stampa, la dittatura e la soverchieria di una nomenclatura partitica e sindacalistica a cui Ë arroccata una certa Italia che ritiene di poter giocare e giostrare con la liberta del cittadino, dei suoi principi, della sua spiritualit‡, delle sue tradizioni al servizio di una logica protostatalista di vecchia memoria, senza voler aggiungere altre note di colore.
Una per tutte , comunque, Ë la cosa che vorrei far vedere veramente al Sig. Dalla Chiesa: le sonanti raccomandazioni di cui Ë impestata l'Italia, dal magistrato al medico (senza eccezione per nessuno, ache se fosse un parente!) all'impiegato statale o ad altri impiegati della sigla di turno (LSU, ecc.).
Un giudice ora passato ad altra vita ebbe a dire ad un amico "Il padrone (nel caso si parlava del giudice o del magistrato) lega l'asino dove vuole lui".
Cari saluti.
Paolo Consiglio
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