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169) Fulvio Maiello  Maschio
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Lunedì, 16 Aprile 2012 16:18 Host: net-188-153-87-230.cust.dsl.teletu.it Scrivi un commento

Gli alieni sono tra di noi
Ormai da diversi anni siamo bombardati dai media da dati e notizie prima inusuali, ai quali non siamo abituati e che non comprendiamo. Cosa può sapere un italiano di media cultura di bond, aggiotaggio, spread e simili termini? Sembra un linguaggio da alieni che non si sa dove abitano, ma certamente non sono italiani. Qualcuno che sa le cose dice che si tratta di uomini come noi ma che non hanno, come tutti, un volto, un nome, una casa dove vivere e una nazionalità di appartenenza. Sono dappertutto, in ogni località, anche sperduta, ma nessuno può vederli. Nel passato tutti si viveva in gruppi, più o meno numerosi, all’ombra dei campanili che incentivavano la solidarietà e facevano vibrare i cuori con sentimenti come l’amore per la famiglia, la patria e il lavoro. Nelle piccole comunità tutti si conoscono tra di loro e, occorrendo, non si fatica troppo per trovare un aiuto. Una simile forma di società, antica di millenni e che ci dato l’arte, la scienza e la cultura attuali, oggi viene negata e sostituita da forme più moderne di convivenza, inventate dagli alieni e imposte a tutto il pianeta. Gli alieni hanno uno sterminato potere sul resto degli uomini per diversi motivi: perché sono ricchi e possiedono in pochi la maggiore parte delle ricchezze del pianeta, finanziarie, alimentari, naturali; perché sono senza nazionalità e possono agire senza paura di arrecare danno ai propri connazionali che non hanno; perché sono privi di morale e non sono soggetti alle regole che hanno fin qui impedito agli uomini di sbranarsi l’un l’altro come sarebbe nella loro natura. A loro è consentita ogni nefandezza sempre giustificata dal loro unico obiettivo: il profitto. Abbiamo visto nel corso di questa crisi mondiale come grosse concentrazioni di prodotti finanziari abbiano ridotto sul lastrico e alla disperazione milioni di famiglie in ogni parte del mondo e come tengono tuttora sotto la minaccia economica intere nazioni come la Grecia, la Spagna e l’Italia. Mi sembra legittimo a questo punto pormi e porre a tutti una domanda: Tutti abbiamo ceduto una parte della nostra libertà individuale quando abbiamo accettato le regole per vivere in pace con i nostri vicini, e lo abbiamo fatto volentieri, ma adesso che ci viene chiesto di cedere tutta la nostra libertà individuale in blocco come entità nazionale, siamo sicuri che sia una cosa giusta oppure non è che ci viene richiesto un suicidio collettivo? Quando una fabbrica, non più identificabile in un imprenditore, in una famiglia storica per il territorio, ma la cui proprietà è evanescente ed immersa nella nebbia di finanziarie sconosciute, annuncia improvvisamente ai suoi pochi, molti o moltissimi operai che entro pochi mesi l’attività sarà spostata in un territorio lontano e che tutte le maestranze perderanno il posto di lavoro, la prima reazione è di sconcerto e si cerca di capire il motivo di tale scelta. Quando la risposta è che la decisione assunta obbedisce a criteri economici, ovvero nella nuova sede la produzione costa meno e le leggi locali non garantiscono nessuna tutela per gli operai, allora scatta in ogni essere umano un sentimento di rabbia violenta. Non si possono subordinare i diritti fondamentali di ogni uomo alle leggi inumane dell’economia e del libero mercato. Il capitalismo non è sempre esistito nella storia dell’umanità e la civiltà ha progredito ugualmente. Allora ripensiamo alle forme politiche nelle quali ci ritroviamo ingabbiati: la CEE, l’ONU, i sistemi bancari sovranazionali e nazionali e le concentrazioni finanziarie nascoste nelle isole del Pacifico, in Svizzera e alle Bahamas e riprendiamoci la nostra libertà. Disconosciamo i nostri debiti e vediamo cosa succede.
Fulvio Maiello -16 aprile 2012
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