174) |
Fulvio Maiello  |
fulviomaiello@teletu.it |
|
|
Siamo arrivati al capolinea e tutti, adesso, debbono scendere. Il nostro parlamento non è più agibile e bisogna provvedere ad una integrale restaurazione. Tutti i suoi attuali occupanti debbono sloggiare perché, tra di loro, nessuno possiede più legittimazione a sedere sulla poltrona su cui sta abbarbicato. Come si fa a difendere tanti personaggi che ci prendono ogni giorno in giro. Con le parole assicurano la personale dedizione al bene comune e con i fatti votano compatti per il mantenimento del loro trattamento economico che non ha eguali al mondo. Sanno solo riempire di tasse i cittadini ma sono bene attenti a non toccare i grandi patrimoni, le banche e le concentrazioni finanziarie. Dal Capo dello Stato che, avanti negli anni, non si è accorto del fenomeno Grillo, ai capi dei partiti politici e fino all’ultimo dei parlamentari sono tutti arroccati sulla loro posizione di difesa di uno status quo indifendibile. Dicono che Grillo è populista ed è contro la politica, ma siamo alle solite: il bue dice cornuto all’asino per via delle sue grandi orecchie. Al punto in cui siamo arrivati, vista la incomunicabilità e la conflittualità acclarate tra la società civile e l’attuale classe politica che ne amministra e determina i destini, s’impone una scelta ormai indifferibile. Continuare a soffrire sperando in un domani migliore oppure ribellarsi e, come si suole dire, rovesciare il tavolo. Non possiamo credere che gli attuali governanti decidano di tagliarsi gli emolumenti e rinunziare spontaneamente a prebende e privilegi per ridare un poco di ossigeno alle finanze di operai in cassa integrazione, esodati e precari. Non lo faranno mai. S’è mai visto, nelle savane del Serengeti un leone che lascia la carcassa di un bufalo appena catturato all’appetito dei suoi giovani compagni di caccia. Prima deve saziarsi lui e solo dopo gli altri potranno spolpare le ossa. Se non vogliamo tutti azzuffarci per la carcassa putrida di una nazione ormai allo stremo dobbiamo fare qualcosa. Ma cosa? Non si può parlare di cambiare la situazione con il voto perché è una soluzione impraticabile visto che è come duellare con una spada di cartone contro un fioretto di Toledo. Le regole sono truccate e non si può vincere contro la frode.
Non resta che una soluzione che fa paura solo al pensarla ma che, se gli italiani non si svegliano, non tarderà ad arrivare: la rivoluzione con il suo carico di violenza e le sue fiamme purificatrici.
Fulvio Maiello 10 maggio 2012
|