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Il NO de L'ALTRA SICILIA alla Devolution!
Bruxelles, 1 maggio 2006
L'Altra Sicilia inaugura la propria campagna referendaria, fermamente a
sostegno del NO al referendum sulla c.d. Devolution!
Mentre tutti i "politici" siciliani ignorano il pericolo per la nostra
Terra rappresentato da questa "controriforma" costituzionale, animati solo
dalla smania di conquistarsi uno scranno a Palazzo Reale, Noi denunciamo
con forza a tutti i nostri concittadini che la posta in palio al
referendum Ë molto pi? importante dello stesso rinnovo del Parlamento
Siciliano e diamo inizio ad un'opera di mobilitazione e sensibilizzazione
che Ë anche un primo test sul territorio siciliano dopo il successo
ottenuto all'estero nelle ultime consultazioni politiche.
Questa Devolution, misto tra il "colonialismo" voluto dalla Lega e il
centralismo degli altri partiti di centro-destra, Ë sostenuta a destra con
qualche imbarazzo (era il contentino per Bossi) e trova la generale
ostilit‡ della sinistra.
Noi perÚ non ci accodiamo semplicemente alle motivazioni che quest'ultima
adduce per il suo No (l'Italia che viene divisa in due, etc.), anche se
non del tutto infondate, ma ricordiamo ai Siciliani che questa riforma
riguarda proprio loro in una maniera del tutto peculiare; maniera che
nessuno ha evidenziato, perpetuando cosÏ il "sonno" nel quale deve essere
tenuto il Nostro Popolo.
Con la "devolution" si erigono muri per la redistribuzione delle risorse
dalle regioni pi? ricche alle pi? povere ma, per contro, si centralizzano
funzioni e decisioni! Decideremo ancor meno di oggi sulla nostra vita e
avremo di meno per i nostri servizi pubblici: saremo a tutti gli effetti
(e non pi? solo di fatto) una colonia della Penisola.
Con la "devolution" l'Autonomia speciale (mai realizzata ma, essendo
almeno sulla carta, unica speranza per il Nostro Popolo) si riduce ad una
farsa: il Parlamento Siciliano si "scioglie" automaticamente quando si
deve formare il Senato, lo stato italiano puÚ sindacare a suo piacimento
ogni legge siciliana in nome dell' "interesse nazionale", puÚ persino
modificarne unilateralmente lo Statuto!
In altre parole non decideremo pi? nulla che a Roma possa dispiacere e la
nostra classe politica sar‡ ancora pi? vilmente prostrata agli "interessi
nazionali" di quanto gi‡ non lo sia oggi!
Nello stesso tempo, perÚ, dopo che gli strumenti legislativi per lo
sviluppo ci saranno troncati, con l'inevitabile povert‡ che ne conseguir‡,
dovremo provvedere da soli alla nostra sanit‡ ed alla nostra scuola, cioË
- in una parola - le dovremo smantellare!
Noi non cerchiamo privilegi per la Sicilia, ma solo opportunit‡ di una
vita normale, quella "normalit‡" che ci Ë sistematicametne negata dallo
sbarco di Garibaldi ad oggi!
Noi siamo per un'autonomia della responsabilit‡, convinti come siamo che
la stessa, se pienamente applicata, creerebbe sviluppo, benessere e quindi
anche quell'autonomia finanziaria per cui non avremmo bisogno di nessuna
elemosina dal centro.
Ma l'Autonomia del 1946, anelito di autogoverno minimo per un Popolo che
da secoli lottava per l'indipendenza, Ë per noi un punto di non ritorno!
Si puÚ e si deve attuare, si puÚ e si deve anzi ampliare fino a portare i
rapporti tra Sicilia e Italia sulla base di un leale patto confederativo.
Ma se qualcuno tenta di togliercela la reazione sar‡ quella di un Popolo
che lotta per la propria sopravvivenza e gli esiti potranno essere anche
di trasformare una lotta difensiva per l'autonomia in una lotta "totale"
per la liberazione della Sicilia da ogni forma di colonialismo
continentale.
ANTUDO!
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L'ALTRA SICILIA - Ufficio stampa
Al servizio della Sicilia e dei Siciliani
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