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Fulvio Maielo  |
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Il flop di Santoro
Era considerato il “guru” della televisione, l’esperto per eccellenza delle tecniche di confezionamento della programmazione delle interviste e delle inchieste sui temi più scottanti dell’attualità sociale e politica. Solo un presidente del consiglio in carica era riuscito a tarpargli le ali facendolo allontanare dagli studi televisivi della TV di stato. Il medesimo personaggio, stavolta ex presidente del consiglio, si è replicato a casa sua. Il signor Berlusconi, rimesso a nuovo con abbondanza di cerone, si è presentato con la faccia di una verginella innocente, negli studi della emittente televisiva “la /” e ci ha fatto tutti ricredere sulla intelligenza e capacità di Michele Santoro. Non mi sembra esagerato affermare che, nel confronto televisivo, il cavaliere abbia di gran lunga prevalso e abbia portato a casa una rilevante messe di voti. Mi auguro che non siano comunque sufficienti a fargli risalire la china fino a prevalere ancora una volta, e sarebbe la rovina definitiva per questo paese che mi vergogno a chiamare ancora patria. Santoro per il suo interesse personale giornalistico di fare uno scoop e guadagnare audience non ha pensato al male che poteva arrecare a tutti noi. Come si fa a non capire che l’unica arma per combattere Berlusconi è quella di ignorarlo e non parlare mai di lui, dei suoi affari, delle sue escort, dei suoi familiari o ex e dei suoi processi. Sarebbe possibile parlarne ma solo se gli ascoltatori tv e i lettori dei giornali fossero persone intelligenti con il giusto numero di neuroni funzionanti al loro posto. Ma non è, purtroppo, così. La grande maggioranza degli italiani è fatta di persone che ragionano con la pancia e non con il cervello, seguono solo gli istinti primari animaleschi del cibo e del possesso personale dei beni con in cima ai desideri i beni di lusso e un personaggio che incarna alla perfezione i loro istinti peggiori è il cavaliere che, in maniera sfacciata e impudente, li mostra invece chiaramente. Ho raggiunto un’età che una volta era chiamata veneranda ma che, ora con l’innalzamento dell’età media, si potrebbe chiamare come terza età e non nutro apprensioni per il mio futuro ma, per quello dei figli e dei nipoti sono molto preoccupato perché, se non si prova a dare un’anima e un sentire comune alle genti sparpagliate dalla Sicilia all’Alto Adige e dalla Sardegna alla Puglia, ci sarà sempre un Berlusconi che avrà facile giuoco. Speriamo in bene.
Fulvio Maiello
Trento 12 gennaio 2013
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