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 Venerdì, 5 Luglio 2013 21:02 Host: net-188-153-89-227.cust.dsl.teletu.it
Ogni giorno si allunga la lista dei disoccupati e i media ci mostrano schiere di operai che protestano con bandiere e megafoni davanti alle fabbriche che chiudono per mancanza di commesse o per scelte aziendali che spostano la produzione in paesi dove il costo del lavoro è minore oppure operai che bivaccano per giorni sulle gru o sui tetti delle loro aziende andate fuori mercato. A tutti questi operai, ai quali va tutta la mia comprensione e simpatia,nessuno dà risposte e questo fatto aumenta sempre più la loro disperazione. Ma è vero che non ci sono risposte? Io credo di no, è solo che sono risposte antipatiche e che non portano consensi ma, diceva un vecchio detto che quando l’acqua ti arriva al sedere allora impari a nuotare.
Le fabbriche non sono enti di beneficenza e non c’è autorità che possa costringere un soggetto privato a lavorare in perdita solo per assicurare il salario ai propri dipendenti. Le assemblee sindacali e gli scioperi sono da questo punto di vista perfettamente inutili e improduttivi; servono solo a dare legittimità all’esistenza delle strutture sindacali e a nient’altro.
Siamo tutti d’accordo che oggi l’acqua ci è arrivata al sedere? Allora rimbocchiamoci le maniche e cominciamo tutti, ognuno secondo le proprie forze , a lavorare sul serio con il sudore della fronte in qualsiasi lavoro ci venga in mente di svolgere. Per fare solo un esempio ci sono sterminate plaghe del territorio nazionale incolte e abbandonate al degrado ambientale, allora perché non cominciare a recuperarle per la coltivazione di patate, frutta e ortaggi? Da qualche parte ho letto che un tempo venivano coltivate anche le aiole dei parchi e delle piazze cittadine. Almeno si mangia! Non credo che arriveranno le forze dell’ordine per impedire lo sfalcio di arbusti selvatici e la coltivazione di qualche piccolo appezzamento di sopravvivenza. Questo tipo di attività potrebbe impegnare qualche milione di disoccupati attuali senza speranza e, cosa più importante di riempire la pancia, restituirebbe agli italiani la dignità perduta.
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