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Fulvio Maiello  |
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Grillo e i grillini hanno passato il segno. Vanno dicendo che la loro prossima mossa sarà quella di celebrare processi pubblici sul web a carico dei politici e giornalisti che non sono schierati sulle loro posizioni. E’ una trovata certamente non di Grillo ma di Casaleggio perché, tra i due, è l’unico ad avere dimestichezza con l’informatica e ne ha dato prova quando è riuscito ad assicurare un seggio nel parlamento italiano a personaggi votati nel web con due o trecento voti. E’ il momento che cominciamo ad interrogarci se ciò che succede nel mondo virtuale sia ancora compatibile con le più elementari regole del vivere civile. So che è fuori moda ma io sono convinto che un controllo molto stretto sulle attività del mondo dell’informatica è al momento non solo utile ma necessario. Non chiamiamola censura ma piuttosto l’ultimo argine di difesa di genti che non trovano più garanti e protettori. Sul web ormai dettano legge i delinquenti senza patria che orientano e interpretano a loro uso e consumo i contatti che incontrano o intercettano seduti davanti al loro computer. E’ quello che fanno Grillo e Casaleggio ogni momento della giornata. Secondo loro tutto dovrebbe avvenire nella rete matrimoni, decessi, contratti e transazione,percorsi scolastici e politica sia nazionale che internazionale. Non intendo spendere una sola parola per convincere nessuno del pericolo che stiamo correndo perché so benissimo che quando si ha fame e rabbia è lo stomaco che decide e la mente latita ma quello che mi fa proprio arrabbiare è la constatazione che finora non si è trovato un solo magistrato in tutto il territorio nazionale pronto ad iscrivere nel registro degli indagati Grillo, Casaleggio e tutti quelli che costituiscono il loro gregge per tanti reati che vanno dall’associazione al delinquere, all’incitamento alla violenza, alle offese al Capo dello Stato e alle Istituzioni repubblicane.
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